Le parole Angelo e Vangelo presentano un'etimologia simile benché non vengano di solito accomunate. Derivano entrambi da un verbo greco che esprime un annuncio, un messaggio - ma vangelo a differenza di angelo ha un suffisso che connota positivamente l'atto dell'annuncio e trasforma pertanto il significato di vangelo nella ben nota buona novella. Il legame tra angelo e vangelo si esaurisce tutto qui da un punto di vista strettamente etimologico; ovviamente, si può giuocare sul significato di angelo e quello di vangelo e intrecciare i due lemmi ottenendo immaginifiche suggestioni: ma sarebbero pur sempre e solo fantasie metafisiche.
C'è tuttavia un significato particolare di Vangelo con la V maiuscola che schiude a interpretazioni di carattere arcano ed esoterico. O meno pomposamente, di carattere pressoché inedito. La parola vangelo è una parola greca. Ha anche un corrispettivo in ebraico ma è interessante rendersi conto del fatto che la parola vangelo con la v minuscola non è stata creata appositamente per l'Antico Testamento ma circolava già in antichi testi del mondo classico. In particolare, la parola vangelo la troviamo in Omero e in alcuni passi di Senofane. Ed in altri autori. E con quale significato viene impiegata questa parola prima di diventare il nome proprio del testo sacro sul quale si fonda il Nostro Occidente?
Ebbene, vangelo con la v minuscola viene adoperato con il significato di "mancia", "paga". Tuttavia, nel mondo antico i pagamenti potevano effettuarsi non solo attraverso moneta sonante ma anche attraverso sacrifici immolati in onore agli Dei. Dunque, la parola Vangelo ha tra i suoi significati anche quello di sacrificio agli dei come metodo di pagamento. Un tal significato getta una luce del tutto nuova e vagamente sinistra sul significato di Vangelo con la V maiuscola. Vangelo vuol dire buona novella ma in via non dichiarata, ufficiosa, nascosta, segreta potrebbe significare anche Sacrificio agli Dei. In effetti, il Vangelo ci parla di un dio fatto uomo che sacrifica sé stesso per pagare le colpe di tutti gli uomini. Il Vangelo è la storia di un autosacrificio che giunge al termine di un gigantesco rituale a cui prendono parte tutti i personaggi che circondano Colui che si autosacrifica - alcuni hanno voluto vedere una congiura sul modello di quella perpetrata ai danni dell'imperatore Giulio Cesare, ma è assai più persuasivo vedere nell'intera vicenda neotestamentaria - ampliando le intuizioni di Borges nel Vangelo di Giuda - un rituale culminante in un sacrificio umano-divino di dimensioni gargantuesche.
Tutti i personaggi del Vangelo sono pedine nelle mani di un destino di morte e resurrezione sancito fin dall'inizio. Nel Vangelo il Dio sacrifica Sé Stesso a Sé Stesso per espiare i peccati della creatura da Lui creata e da Lui più amata. Dunque, Vangelo è sia sacrificio al Dio sia però, e soprattutto, buona novella. Perché vi si narra di un sacrificio foriero in fin dei conti di un nuovo inizio. Gesù Nuovo Adamo non è venuto per distruggere ma per ricominciare pacificamente con quel che già c'è, con chi già c'è in attesa del Giudizio Finale.
Ovviamente simili significazioni non trovano cenno alcuno nei testi dei padri della Chiesa. Cicerone, lo scrittore latino, inizia una delle sue lettere con questa espressione greca: “Euangèlia! Valerius absolutus est”, “Buone notizie! Valerio è stato assolto”. Da questo esempio si comprende la freschezza dell’espressione così come doveva essere usata e percepita ai giorni di Cicerone, morto circa quarant’anni prima di Cristo. Vangelo, in quel tempo, aveva lo stesso valore, ancorché possa apparire comico, di espressioni quali: “Che notizia bestiale!”, “Fico!”. O, se si preferisce stare più sul popolare contemporaneo: “Notizia sensazionale!”, “Scoop!”. Ecco cosa voleva dire Vangelo.
Ma poi questa buona notizia esattamente quale sarebbe? C'è chi afferma che il Vangelo sia la buona notizia circa il fatto che Dio stia riconciliando i peccatori con Lui attraverso la morte vicaria di Gesù; e chi afferma che il Vangelo sia la buona notizia in base alla quale Dio rinnoverà e ricostituirà il mondo intero mediante Cristo. Dunque qual è il messaggio che bisogna credere per essere salvati?
Ebbene, lasciando da parte questi due modi di intendere il Vangelo la buona notizia è che Dio ci ama e che attraverso la fede in Lui possiamo redimerci. La buona notizia è che è Gesù stesso a farsi carico di tutto il lavoro sporco e che i credenti non devono fare nulla di ritualistico, nulla ti occulto, nulla di nascosto. Tutto nel Vangelo è alla luce del sole e in fondo non ci sono neppure dogmi o vie di iniziazione particolari. La buona notizia è che Dio si sacrifica per noi, punto. La buona notizia è che Gesù compie i miracoli e non l'uomo. La buona notizia è che basta una preghiera per mettersi in contatto con il Padre e non è necessario nient'altro. La buona notizia è che il Vangelo contiene pace e amore e Gesù vince la morte e ci libera dai peccati e ci indica la via di pace e amore per giungere al regno dei cieli in attesa del giudizio finale che si potrà affrontare serenamente se si saranno seguite le poche indicazioni chiare e semplici che Gesù ci ha lasciato.