La menopausa rappresenta una fase naturale della vita femminile, caratterizzata dalla fine delle mestruazioni e della fertilità, di solito tra i 45 e i 55 anni, e, dal punto di vista fisico e psicologico, comporta una serie di cambiamenti che variano da donna a donna.
La donna percepisce la menopausa come un passaggio verso una nuova fase della vita, che comporta adattamenti fisici e psicologici impegnativi che, se non accolti ed accettati, possono richiedere un supporto psicologico.
Gli aspetti fisici vanno dalle vampate di calore con le conseguenti intense sudorazioni, dalle alterazioni nel sonno (difficoltà ad addormentarsi o risvegli frequenti), dalla secchezza vaginale che può causare discomfort durante i rapporti intimi, dalla perdita di tonicità della pelle e dei capelli che divengono più sottili o fragili.
Si aggiungono le variazioni di peso e del metabolismo, la diminuzione della densità ossea, le alterazioni cardiovascolari, insomma un bel mix da affrontare considerando che la menopausa è caratterizzata anche da variazioni dell’umore (irritabilità, tristezza), da stress e ansia, da perdita di autostima, da problemi di memoria e concentrazione.
Ogni donna è un cosmo e affronta i cambiamenti in modo diverso, ma la consapevolezza che ogni fase della vita ha la sua bellezza facilita l’accoglienza e l’accettazione della trasformazione di se stessa.
La menopausa, dal punto di vista spirituale, può essere vista come un momento di trasformazione e di consapevolezza di sé e delle proprie emozioni, pensieri e desideri profondi. È un passaggio naturale nella vita di una donna, segnato non solo da cambiamenti fisici, ma anche da un’opportunità di riscoperta di sé stessa, di saggezza e di connessione più profonda con il proprio spirito. La donna si confronta con il perenne ciclo della vita, dove tutto è impermanente e in continua trasformazione.
Alcune donne trovano in questa fase l'opportunità di rinnovare pratiche spirituali, come la meditazione, la preghiera o altre discipline che favoriscono la pace interiore e l'equilibrio.
La menopausa può spingere a riflettere sul proprio scopo di vita, sui valori più profondi e sul proprio cammino spirituale, portando a una maggiore consapevolezza esistenziale.
Inoltre questa fase può anche favorire il senso di connessione con altre donne e con il senso più ampio della vita, rafforzando il sentimento di solidarietà e di condivisione di esperienze.
In molte tradizioni spirituali, la menopausa è vista come un dono, un’occasione per abbracciare la saggezza che si acquisisce con l’esperienza e per vivere con maggiore consapevolezza e armonia il proprio cammino di vita. È un invito a onorare questa fase come una parte naturale e sacra del ciclo della vita, celebrando la propria evoluzione e il proprio potenziale spirituale.
La menopausa è quindi una fase di “morte” simbolica di un’epoca e di “rinascita” in una nuova, è un rito di passaggio: un’occasione per lasciar andare vecchie identità legate alla giovinezza e alla fertilità, aprendo spazio a nuove fasi di consapevolezza e di riflessione sui propri valori, sul proprio scopo di vita e sulla saggezza accumulata nel corso degli anni., più consapevole e spiritualmente centrata.
In sintesi, gli aspetti spirituali della menopausa sono strettamente legati alla capacità di accogliere i cambiamenti con consapevolezza, di trovare un nuovo senso di sé e di vivere questa fase come un'opportunità di evoluzione personale e spirituale.
Le fasi della vita di una donna sono rappresentate dalle fasi lunari e dalla Triplice Dea che era una personificazione della donna primitiva, della donna creatrice e distruttrice.
Come luna nuova è la dea bianca della nascita e della crescita, la fanciulla (primavera); come luna piena è la dea rossa dell’amore e della battaglia, la donna (estate); come luna vecchia è la dea nera della morte e della divinazione, megera (inverno).
Il più completo e ispirato ritratto della Triplice Dea di tutta la letteratura antica si trova nell’Asino d’oro di Apuleio, dove essa appare a Lucio che l’ha invocata dal profondo della sua infelicità, bianca germogliatrice, rossa mietitrice e scura ventilatrice del grano.
Guarda, o Lucio, sono venuta. Le tue lacrime e la tua preghiera mi hanno spinto a venire in tuo aiuto. Io sono colei che è la madre naturale di tutte le cose, signora e reggitrice di tutti gli elementi, la progenie iniziale dei mondi, il culmine dei poteri divini, regina di tutti coloro che popolano gli inferi, prima di quelli che affollano il cielo, unica manifestazione sotto una sola forma di tutti gli dèi e le dee [deorum dearumque facies uniformis]. Per mio volere si dispongono i pianeti, in cielo, le salubri brezze marine e i lamentosi silenzi infernali. Il mio nome, la mia divinità sono adorati ovunque nel mondo, in diversi modi, con svariate usanze e con molti epiteti. I Frigi, che sono i primi di tutti gli uomini, mi chiamano la Madre degli dèi a Pessinunte; gli Ateniesi sorti dal loro stesso suolo, Minerva Cecropia; gli abitanti di Cipro, circondati dal mare, Venere Pafia; i Cretesi che portano frecce, Diana Dittinna; i Siciliani che parlano tre lingue, Proserpina Stigia; gli Eleusini, la loro antica dea Cerere; alcuni Giunone, altri Bellona, altri Ecate, altri Ramnusia; e principalmente le due stirpi degli Etiopi, che risiedono in Oriente e sono illuminati dai raggi del sole nascente, e degli Egiziani, che eccellono in ogni tipo di dottrina antica e che con le loro giuste cerimonie sono soliti adorarmi, mi chiamano con il mio vero nome, Iside Regina. Ecco, io sono giunta per avere pietà della tua sorte tribolata; ecco, sono qui presente per favorirti e aiutarti; cessa i lamenti e le lacrime, scaccia ogni tuo cruccio, guarda il salutare giorno decretato dalla mia provvidenza.
In alcune visioni simboliche, la donna in menopausa viene associata a figure potenti come la maga, la strega o la dea Ecate, simboli di saggezza, mistero e capacità di trasformazione.
Ecate è una figura della mitologia greca nota principalmente come dea della magia, della stregoneria e dei crocevia, piuttosto che come dea della vecchiaia. Tuttavia, nella tradizione esoterica e in alcune interpretazioni moderne, Ecate è talvolta associata anche ai cicli della vita, inclusa la vecchiaia, grazie al suo ruolo come dea delle soglie e dei passaggi, che rappresentano le fasi della vita e della morte. Questa potentissima dea è associata alla notte, ai misteri, alla saggezza occulta e alla trasformazione.
È una figura che rappresenta il passaggio tra diverse dimensioni e stati di essere, simbolo di potere femminile, intuizione e capacità di guidare attraverso le tenebre verso la luce. La Dea possedeva la capacità di passare dal mondo dei vivi a quello dei morti ed era psicopompa, cioè accompagnava uomini ancora in vita nel regno degli Inferi.
Secondo una tradizione più tarda sarebbe figlia di Zeus e Hera, ma la greca Ecate era comunque una divinità misteriosa, legata alla luna e al mondo dei morti, in alcuni casi confusa con Artemide o Selene o Persefone. Ecate ebbe comunque un culto indipendente, soprattutto in Asia Minore.
Protettrice delle strade, degli incroci e dei passaggi, le sue statue e altari si trovavano davanti alle case o lungo le vie, come protezione per i viandanti.
Il corteo che l’accompagnava era composto da spettri e cani ululanti: per tale ragione si usava mettere agli incroci delle strade offerte di cibo, per renderla benevola, in particolare l’ultimo giorno di ogni mese, a lei dedicato.
In Eschilo e Aristofane la Dea viene indicata come nume tutelare di porte e accessi, con l'epiteto di Propylaia: pare che le fosse consacrato un culto sull'Acropoli di Atene e in particolare al suo ingresso, i Propilei appunto, dov'era collocata a protezione della rocca una statua della Dea. I suoi simboli sono i cani, la colomba.
Il centro più importante del culto era ad Egina, dove le venivano sacrificati cani e vittime dal pelo nero, come a tutte le altre divinità degli Inferi, ma era invocata anche per il buon raccolto.
Non posso esimermi dal citare qui la scoperta effettuata nel 2017 dai geologi dell’Università di Camerino che hanno trovato a Selinunte, in Sicilia, la più antica rappresentazione di Ecate, una statuetta risalente a 2700 anni fa. I ricercatori hanno trovato un piccolo recinto con sacello, adiacente al propileo monumentale dell’area sacra, dedicato ad Ecate, inviata da Zeus alla ricerca di Persefone nell’Ade come Dadouchos, portatrice di fiaccola e Phosphòros, portatrice di luce.
In epoca più antica era raffigurata come una giovane donna vestita con chitone e recante fiaccole nelle mani, spesso vicina a Cerbero: così la si ritrova sui vasi a figure rosse e sulle monete.
Nei riti orfici era venerata insieme a Demetra e a Cibele ed è raffigurata trimorfa, con tre corpi diversi, o con tre teste: la giovane, la madre e l'anziana. Il numero tre è il suo numero sacro. Le sue figlie erano chiamate Empuse, esseri mostruosi che potevano assumere diversi aspetti sia animali che umani.
Alcuni autori attribuiscono a Ecate terrestre un volto di leone, altri di serpente, altri di cane. Porfirio la descrive: "Con volto di cane, tre teste, inesorabile, con dardi dorati".
Ecate è una Dea trina ma talvolta appare con un solo corpo e quattro braccia con cui porta:
torcia accesa, o due torce accese,
serpente,
coltello,
chiave,
specchio,
accompagnata da un cane, o da due cani.
Ecate, come altre dee, era preposta alla prostituzione sacra, la ierodulia, i cui monasteri erano posti negli incroci di tre strade, in onore della dea Trivia.
Quando la ierodulia fu proibita dal patriarcato, i postriboli profani vennero, comunque, ancora posti nei trivii, da cui il termine triviale, cioè volgare.
La magia femminile ha permeato tutto il matriarcato, le antiche Dee erano maghe, ai tempi dei Romani ancora lo erano Diana ed Iside, ma tutto nel segreto, perché al patriarcato non piaceva. La chiesa fece il resto. Basti pensare che le sacerdotesse di Diana Caria, che danzavano attorno al noce sacro, e che avevano un santuario presso il fiume Sabato, divennero streghe che svolgevano il sabba diabolico sotto il noce di Benevento.
Statuetta di Ecate ritrovata durante gli scavi di Selinunte.
Ecate rimase l'ultima dea legata alla magia e i suoi attributi la rivelano ctonia per i cai, maga per i serpenti, portatrice di luce per la fiaccola (porto la luce=lucem fero, da cui Lucifero), il coltello, per la podestà di tagliare il filo della vita, e la chiave per aprire la porta dei misteri e dell'oltretomba. Per i neoplatonici Ecate è una divinità oracolare, che si attiva attraverso simboli, emblemi o strumenti, come lo iugx, la “Trottola di Ecate”, descritta da Psello come “sfera dorata costruita attorno a uno zaffiro e fatta girare tramite una cinghia di cuoio, con sopra dei caratteri incisi."
Questo strumento sferico, triangolare, o di altra forma, girando, produceva suoni particolari, come il verso di una bestia, ridendo o facendo piangere l’aria, ed era in grado di ispirare visioni profetiche. Nella tradizione egizia Ecate era associata a Heket (ḥqt), una divinità egizia della fertilità e della rigenerazione, con la testa a forma di rana, e che, come Ecate, era associata con ḥqꜣ. La parola heka nel linguaggio egizio è sia la parola utilizzata per la magia che il nome del dio della magia e della medicina, Heka.
Ecate veniva associata anche ai cicli lunari così come avveniva con altre divinità femminili: Perseide rappresentava la luna nuova, Artemide (Diana per i latini) rappresentava la luna crescente, Selene la luna piena ed Ecate la luna calante.
Fu Ecate a sentire le grida disperate di Persefone, rapita da Ade presso il Lago Pergusa nelle vicinanze di Enna e portata negli Inferi, e fu sempre lei ad avvertire Demetra di quanto era accaduto. Si riteneva anche che Ecate accompagnasse Persefone nei suoi viaggi periodici tra il mondo dei morti e quello degli dei. In conclusione, Ecate rappresenta l’intuizione, la saggezza che si acquisisce con l'età e la maturità, e praticare un rito in suo onore può essere un modo significativo per onorare questa fase di trasformazione e maturità.
Vi propongo alcune idee:
Cerimonia di Liberazione: creare un momento dedicato a lasciar andare le vecchie paure o percezioni negative associate alla menopausa. Puoi scrivere su pezzi di carta ciò che desideri lasciare alle spalle (come ansie, insicurezze, o aspettative) e poi bruciarli in modo simbolico, magari in un recipiente resistente al fuoco, come un contenitore di terracotta o metallo.
Cerimonia della Pianta: piantare un albero o una pianta simbolica (come una rosa, una lavanda, o un ulivo) per rappresentare la crescita, la forza e la rinascita. Puoi dedicare questa pianta alla tua nuova fase di vita, curandola nel tempo come simbolo della tua trasformazione.
Rituale di Ringraziamento: organizzare un momento di gratitudine, magari con amici o in solitudine, per ringraziare il corpo, la mente e la propria esperienza. Puoi scrivere una lettera a te stessa o a questa fase di vita, riconoscendo i benefici e le sfide superate.
Cerimonia di Abbraccio: creare un momento di connessione con altre donne che stanno vivendo la stessa esperienza, condividendo storie, emozioni e sostegno reciproco. Questa può essere una cerimonia simbolica di solidarietà e di celebrazione della forza femminile.
Rituale di Luce: accendere candele per rappresentare la luce interiore, la saggezza accumulata e il nuovo inizio. Puoi accompagnare questa azione con una meditazione o un momento di riflessione. Visualizzare la menopausa come una fase di potere, associandola a figure come la dea Ecate o la strega, può essere un modo per abbracciare questa trasformazione con rispetto e orgoglio, riconoscendo la ricchezza di esperienza e saggezza accumulata nel corso degli anni.
La donna in menopausa può essere vista come una strega moderna, portatrice di saggezza, che conosce i segreti della vita e della morte, e che può usare queste conoscenze per trasformare se stessa e gli altri.














