Alla fiera del libro di Francoforte Carlo Rovelli, noto saggista e divulgatore scientifico, davanti a duemila editori di tutto il mondo ha pronunciato la frase: I libri lo sanno.
Parole che ci consolano, che ci spingono a sperare, a credere ancora nell’umanità.
I libri sanno che non dovremmo distruggere il pianeta in una continua corsa ai profitti e alle guerre. Riconoscono i nostri stati d’animo più intimi, sanno curare le ferite più profonde. Ci tocca, dunque scegliere con attenzione i libri che leggeremo come quelli da regalare, perché da questo dipende la nostra salvezza. Sono tante le nuove pubblicazioni che hanno accompagnato il 2024 salutando l’inizio di un nuovo anno. Sono in fermento, perché i libri vivono, insegnano e camminano con noi.
Whoopi Goldberg, ad esempio, la famosa attrice di Sister act, con una carriera sorprendente alle spalle, nell’anno trascorso è stata ospite nella trasmissione “Che tempo che fa”, dove ha presentato il suo Frammenti di memoria. Questo libro è un inno alla gratitudine, un valore in via di estinzione, purtroppo. Whoopi dopo aver perso madre e fratello in poco tempo, decide di scrivere un grande grazie, invece di ripiegarsi su sé stessa e chiudersi nel suo dolore. Ricorda allora con gioia le origini umili e il grande animo della sua mamma. Una madre single, nera, povera, costretta a vivere nei difficili anni Cinquanta in una New York profondamente razzista. Nonostante questo, la donna riesce con tenacia e con immenso amore a mostrare ai figli il lato bello della vita.
Sono stata incredibilmente fortunata ad avere una madre come la mia e un fratello come Clyde. Ho avuto l’opportunità di crescere con due persone che, ogni volta che potevano, sapevano divertirsi. Penso che sia questa la mia nuova missione: apprezzare di più le mie giornate, imparare da mamma. Perché non ci sono dubbi: sono la persona più fortunata del mondo.
Whoopi racconta nel suo libro come l’amore possa veramente trasformare le nostre vite.
Sotto l’albero di Natale dell’attrice e di suo fratello, nonostante fossero poveri, ogni anno brillavano regali meravigliosi. Emma riusciva a portare i bambini a visitare i musei e a fare tante altre cose non accessibili ai poveri, ma ci riusciva grazie al miracolo dell’amore.
I libri sanno che ne Il vento è un impostore di Sasha Vasilyuk soffia una brezza che destabilizza la vita di tanti soldati al fronte. Qui la storia con la S maiuscola s’incontra con quella di Efim. L’uomo non è solo un sopravvissuto alla guerra, ma uno che ha dovuto mentire a sé stesso e agli altri per vivere.
In questo libro, rispetto a Frammenti di memoria resiste un amore al contrario (quasi un senso di sopravvivenza), e proprio qui ci piomba addosso un quesito enorme, incombente e comune ad entrambi i testi: bisogna mentire per vivere?
Efim costruisce la sua vita sulla menzogna, edifica relazioni su mezze verità e su cose non dette. Sasha Vasilyuk ha avuto molto coraggio per pubblicare questo libro, rischiando di incorrere in gravi sanzioni da parte della Russia. Malgrado questo, il senso e la ricerca della verità sono stati più forti di ogni altra cosa. Un giorno Efim ha scelto di non essere ebreo, rinnegando la propria identità, ha indossato un uniforme che disprezzava e ha combattuto sentendosi sempre dalla parte sbagliata, come se non fosse sé stesso.
Il vento spesso sconvolge le nostre vite, tanto che poi non sappiamo cosa fare e quali direzioni prendere. Emma, la madre di Whoopi immagina una vita migliore, tanto che riesce a vederla davvero e a mostrare la bellezza del mondo ai suoi bambini.
Efim inganna sé stesso e gli altri, omette, s’inventa una nuova identità per salvarsi. E a quel punto è un altro uomo, l’unico, forse che poteva essere in quel preciso momento della storia. Il vento si impossessa di lui sconvolgendo tutta la sua vita.
Il protagonista de Il vento è un impostore ed Emma mentono ognuno a modo proprio e lo fanno per salvarsi.
Le storie di Efim e di Whoopi si intrecciano con la storia più grande delle nazioni e del mondo in un particolare momento storico. La guerra, la miseria, il razzismo e la paura ci hanno condizionato facendoci vivere vite non nostre fino in fondo. E qual è allora il modo giusto per vivere? Qual è la strada per essere la versione migliore di noi stessi? Mentire per vivere? O come diceva Amleto “Essere o non essere”?
Che sia una questione di prospettive o solo un lato dal quale guardiamo alle cose, non possiamo saperlo. Ci sforzeremo di trovare l’altra faccia di noi e del mondo che ci circonda, il cosiddetto lato buono, e per farlo ci inganneremo sempre un po’.
Mentiremo ancora, ma forse a fin di bene o semplicemente perché le cose poi non sono sempre come appaiono dall’esterno.
Racconteremo a noi stessi qualche menzogna e qualche mezza verità, e quando arriverà il vento a sconvolgerci gireremo il viso dall’altra parte. E se quel vento ci entrerà dentro lo stesso, lo porteremo con noi presentandolo agli altri come la nostra finta verità. Ma solo per salvarci, per sopravvivere.