È grande danza quella che è andata in scena al Teatro La Fenice di Venezia, domenica 14 gennaio 2024, in prima rappresentazione italiana in esclusiva, con “Les Saisons” (Le stagioni), per la coreografia di Thierry Malandain. Si è trattato di un balletto, liberamente ispirato alle Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, in grado di mettere in collegamento la musica del Prete Rosso con le Quattro stagioni del compositore a lui coevo Giovanni Antonio Guido.

La rappresentazione, che nasce da un'idea di Laurent Brunner, direttore dello Château de Versailles Spectacles e Stefan Plewniak, violinista e primo direttore dell'Opera Reale di Versailles, presenta un’originalissima Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi con diverse pagine di Le Quattro Stagioni dell'Anno , un’opera poco conosciuta di Giovanni Antonio Guido. Dinamica e vivace, accattivante, suadente e seducente, con ritmi sostenuti e allo stesso tempo delicati, Les Saisons è stata questo ma molto altro ancora, una vera e propria esplosione di gioia e di azioni, di sequenze e di immaginazioni.

La sua realizzazione, prende avvio dall'aritmetica, e sotto l'influsso del numero quattro, strettamente legato al concetto di creazione, all'equilibrio, all'armonia, giunge a scandire un quadro in grado di risvegliare il ricordo della “bella danza”, nata nel XVII secolo dall'ideale di governare il proprio corpo e la propria mente e di muoversi con grazia, precisione e leggerezza. È così che osservando il numero quattro, assimilato alla Terra e alla ruota della vita, che non sempre gira dolcemente, o addirittura di traverso, di fronte alla bruttezza, alla stupidità e alla disumanità che proliferano, con Le Stagioni di Vivaldi si cambia dimensione per entrare in una condizione della danza più naturale e decisamente più umana, che sembra muovere dal cuore e spingere alla commozione.

Una danza raffinata, che non perde colpi, anzi semmai, con suggestive coreografie e segni all’interno di uno spazio scenico già straordinario da calcare, e dove i danzatori non mancano mai di “conservarlo” in uno stato di tensione, e di tenere lo spettatore attento ad ogni movimento, a qualsiasi azione degna di un’emozione. Sì, Les Saisons è uno spettacolo in grado di emozionare, anche attraverso una scenografia dolce e austera, in grado di lasciare spazio all’immaginazione, ma anche di condurre lo spettatore nei luoghi liberi o, meglio ancora, di mostrare una agibilità corporea dinamica e mai scontata.

Infatti, nei due atti, vige una grande fantasia poetica, lungo uno scenario, e meglio ancora dentro una quinta teatrale costituita da petali neri che si estendono su tutto l'orizzonte, mentre gli esseri alati piangono per spirito e per chiarezza. Forse, anche, perché le Stagioni sono solo un balletto e non c'è niente di più serio delle cose improbabili: quelle cose che non sempre sono percepibili, ma che invece possono comunque lasciare stupore e far sì che entri anche la passione dello spettatore, ovvero una complicità, un’aderenza all’opera e alla sua narrazione – musicale, coreutica e fantastica.

E la compagnia, il Malandain Ballet Biarritz vi è riuscita benissimo nella propria impresa, grazie anche alla musica eseguita dal vivo dall’Orchestra del Teatro La Fenice, sotto la direzione musicale di un grande Stefan Plewniak, impegnato anche nella veste di violino solista. E da menzionare sono anche i costumi di Jorge Gallardo.

E non si può non ricordare che lo spettacolo ha debuttato a Cannes, al Palais des Festivals de Cannes, lo scorso 25 novembre 2023, quale frutto di una prestigiosa coproduzione internazionale che vede quali coproduttori: Château de Versailles Spectacles, Opéra Royal de Versailles e Orchestra Royale de Versailles, Festival de Danse de Cannes - Côte d’Azur France, Teatro Victoria Eugenia - Ballet T - Ville de Donostia San Sebastián, Opéra de Saint-Etienne, Theater Bonn – Allemagne e Teatro La Fenice di Venezia.

Insomma, una grande "Saison" in apertura di quest’anno che si prospetta di gran classe e soprattutto di grande danza internazionale.