NoWords, la collana strumentale della SoundFly di Bruno Savino, è lieta di presentare Incanti e disincanti, il nuovo album di Armanda Desidery. Per il suo terzo album, uscito a otto anni di distanza dal precedente La stanza dei colori, la compositrice e pianista napoletana ha coinvolto ben diciannove musicisti per allestire uno spumeggiante, vitale e prezioso lavoro di latin-jazz contemporaneo. Undici brani per un piccolo grande viaggio all'insegna di una musicalità mediterranea, latinoamericana e al tempo stesso eurocolta. Come sottolinea la pianista:
la scrittura di questo disco è più complessa, credo più matura: le sonorità contengono suggestioni e ispirazioni più ampie rispetto al precedente album. Ha prevalso la composizione: gli undici brani sono molto strutturati e pensati anche nello spazio improvvisativo. Naturalmente ogni bravissimo musicista di quelli che ho coinvolto è stato messo in condizione di potersi esprimere liberamente, con il proprio stile e le proprie peculiarità ma sempre all'interno di un'idea iniziale abbastanza precisa.
Figlia d'arte del maestro Giovanni Desidery, Armanda Desidery si è diplomata al Conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli. Studi classici a cui sono seguiti interessi che si sono evoluti e indirizzati in ambiti diversi, dalla musica popolare a quella latino americana e, naturalmente, al jazz. Dal teatro alla televisione, ai grandi festival e concerti, ha suonato negli spettacoli e in tour con Roberto de Simone, Vincenzo Salemme, Daniele Sepe, Bruno Garofalo, Antonello Paliotti, Angela Luce, Mario Martone, Gianni Lamagna, Eduardo De Crescenzo, Guayacan, Lino Cannavacciuolo, Ray Mantilla, Arthur Luise e molti altri. Ha debuttato da solista con sue composizioni nel 2014 con Blackmamba, tre anni dopo è uscito il suo secondo album La Stanza Dei Colori.
Incanti e disincanti contiene undici brani che mettono in mostra tutto il mondo compositivo, sonoro e artistico di Armanda Desidery, che si è circondata di uno stuolo di grandi musicisti (da Emilio Silva Bedmar a Davide Costagliola, da Raul Cardoso a Umberto Lepore) lasciandosi incantare dalla bravura di ognuno dei partecipanti:
È stata una scelta accurata e fatta in base alle caratteristiche di ogni singolo musicista rispetto a quello che avevo in mente per ogni brano. Ognuno di loro, con le proprie peculiarità, mi è sembrato perfetto per ottenere le sonorità e l'atmosfera che desideravo.
Ciliegina sulla torta, un disco del genere non poteva che nascere in un luogo pieno di storia, ossia l'Auditorium Novecento a Napoli, lo studio nel quale, dagli inizi del Novecento, hanno inciso Nicola Maldacea, Gennaro Pasquariello, Elvira Donnarumma, il tenore Fernando De Lucia e Gilda Mignonette, ma sono passati anche personaggi del calibro di Enrico Caruso, Totò, Eduardo de Filippo, Renato Carosone, e anche Giovanni Desidery, come ricorda Armanda:
Non vorrei sembrare retorica ma è stato molto emozionante. Mi sono sentita a momenti quasi intimorita al pensiero dei tanti artisti straordinari che hanno suonato e registrato qui. In verità ho pensato anche molto a mio padre, che proprio qui ha registrato dischi, diretto orchestre, suonato in varie situazioni. L'ho avvertito in qualche modo con me vicino ed è stato molto bello.
Una chiacchiera con Armanda Desidery
Dopo Black Mamba e La stanza dei colori torni con il tuo terzo album: che differenze ci sono rispetto ai precedenti?
Incanti e disincanti è sicuramente più vicino come sonorità alla Stanza dei colori ma la scrittura di questo terzo disco è più complessa, credo più matura: le sonorità dei brani contengono suggestioni ed ispirazioni più ampie rispetto al precedente.
Ogni brano è un piccolo viaggio e hai individuato per ogni pezzo compagni di cammino diversi, in base a cosa hai fatto questa scelta?
È stata una scelta accurata e fatta in base alle caratteristiche di ogni singolo musicista rispetto a quello che avevo in mente per ogni brano. Ognuno di loro, con le proprie peculiarità, mi è sembrato perfetto per ottenere le sonorità e l'atmosfera che desideravo.
Diplomata in pianoforte, amante del jazz ma anche della musica classica, sei però una delle poche pianiste in Italia a prediligere anche una scrittura latin: cosa ti affascina di questo mondo?
Mi affascina principalmente il lato ritmico che è molto interessante e soprattutto il legame stretto che tutta la musica latina ha con il ballo, con il movimento del corpo. Sonorità coinvolgenti non solo a livello uditivo ma anche emozionale e soprattutto corporale.
Disco totalmente incentrato sul pianoforte, ma con l'idea di aprirlo al contributo spumeggiante di tutti i partecipanti, dai fiati alle percussioni: ha prevalso la composizione o l'improvvisazione?
Ha prevalso la composizione: sono brani molto strutturati e pensati anche nello spazio improvvisativo. Naturalmente ogni bravissimo musicista è stato messo in condizioni di potersi esprimere liberamente, con il proprio stile e le proprie peculiarità ma sempre all'interno di un'idea iniziale abbastanza precisa.
Una chicca: il tuffo nel soul-jazz con Hammond e Rhodes in Always us. Com'è nata questa idea?
Sono nata nel 1971 e adoro determinati suoni, ancora oggi. È un omaggio a quegli anni, alle sonorità anni Settanta/Ottanta. Poi avevo voglia di lasciare, almeno per un brano, il mio amatissimo pianoforte. Devo dire che è stato divertente e anche liberatorio.
Hai registrato in un luogo pieno di storia e suono: Auditorium Novecento. Che sensazione si ha ad incidere in un vero e proprio tempio della musica a Napoli?
Non vorrei sembrare retorica ma è stato molto emozionante. Mi sono sentita a momenti quasi intimorita al pensiero dei tanti artisti straordinari che hanno suonato e registrato negli anni in Auditorium. In verità ho pensato anche molto a mio padre, che ha registrato dischi, diretto orchestre, suonato in varie situazioni proprio lì. L'ho avvertito in qualche modo con me vicino ed è stato molto bello.
Incanti e disincanti è un'operazione di studio o avrà vita anche dal vivo, sul palco?
Suonare dal vivo è sempre la mia più grande passione quindi è sicuramente un progetto che non rimarrà solo legato al disco: rielaborerò i brani con sonorità leggermente diverse e con un ensemble magari ridotto. Sarebbe bellissimo riproporlo fedelmente ma suppongo sia poco realistico portare diciannove musicisti su un palco! Però, almeno una volta, proprio all'Auditorium, vorrei riuscire a fare il concerto con tutti i musicisti che hanno partecipato: una grande festa ed una presentazione di questo mio terzo, amato disco.
Incanti e disincanti: l'album
Savana;
Come il sole al tramonto;
Loredana's tango;
Always us;
Sunrise;
Latin reunion;
Nonostante tutto;
Intro (Qualcosa in più);
Qualcosa in più;
That’s my answer;
Five minutes.
Incanti e disincanti: i musicisti
Savana: Armanda Desidery pianoforte, Gianfranco Campagnoli tromba, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Raffaele Carotenuto trombone, Guido Russo basso, Domenico De Marco batteria, Gerardo Palumbo percussioni.
Come il sole al tramonto: Armanda Desidery pianoforte, Gianfranco Campagnoli tromba, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Raffaele Carotenuto trombone, Davide Costagliola basso, Domenico De Marco batteria, Gerardo Palumbo percussioni.
Loredana's tango: Armanda Desidery pianoforte, Umberto Lepore contrabbasso, Emiliano Barrella batteria, Luigi Fichera violino, Leonardo Massa violoncello.
Always us: Armanda Desidery, tastiere (rhodes ed hammond), Gianfranco Campagnoli tromba, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Raffaele Carotenuto trombone, Guido Russo basso, Domenico De Marco batteria, Gerardo Palumbo percussioni.
Sunrise: Armanda Desidery pianoforte, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Guido Russo basso, Agostino Mennella batteria.
Latin reunion: Armanda Desidery pianoforte, Gianfranco Campagnoli tromba, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Raffaele Carotenuto Trombone, Guido Russo basso, Domenico De Marco batteria, Gerardo Palumbo percussioni.
Nonostante tutto: Armanda Desidery pianoforte, Pierpaolo Bisogno vibrafono e percussioni, Guido Russo basso, Domenico De Marco batteria.
Intro (Qualcosa in più): Armanda Desidery pianoforte.
Qualcosa in più: Armanda Desidery pianoforte, Michele Iaccarino chitarra, Roberto Natullo, cajon.
That’s my answer: Armanda Desidery pianoforte, Gianfranco Campagnoli tromba, Emilio Silva Bedmar sax tenore, Guido Russo basso, Domenico De Marco batteria, Gerardo Palumbo percussioni.
Five minutes: Armanda Desidery pianoforte, Giancarlo Ciminelli tromba, Roberto Schiano trombone, Raul Cardoso basso, Gerardo Palumbo e Fiorenzo Di Palma percussioni.
Tutte le composizioni e gli arrangiamenti sono di Armanda Desidery. Registrato, missato e masterizzato da Fabrizio Piccolo presso Auditorium Novecento.














