Ferdinando Scianna - Il fotografo dell'ombra di Roberto Andò è un ritratto intimo di Ferdinando Scianna (nato a Bagheria, Palermo, nel 1943), grande fotografo e narratore, che ripercorre una vita tra arte, malattia, amicizie e riflessioni sul senso delle immagini.

Il regista palermitano Andò nel suo documentario e riesplora la vita di un artista che è stato suo maestro, partendo dalla sua professione, dalle personalità incontrate nel corso della vita, attraverso le foto da lui stesso scattate, momenti vissuti e scelte estetiche. Un omaggio a un indiscusso protagonista della fotografia mondiale, che a ottant’anni ripercorre con la saggezza dell'età unita alla vivacità di un giovane, quasi un secolo di storia della cultura italiana.

Un viaggio nel tempo, in un’epoca di importanti cambiamenti, assetti politici e sociali, ma anche di costumi e stili di vita, di cui Scianna ne è interprete sensibile e puntuale, sempre in grado di trovare ordine e umanità nel confuso svolgimento della realtà.

Un vero e proprio racconto parallelo, per conoscere da vicino il percorso di vita e lavorativo di uno tra i più grandi autori del panorama fotografico. Un racconto che si snoda attraverso l’attualità, la guerra, il viaggio, la religiosità popolare, nella perenne ricerca di compostezza nel caos della vita del fotografo “di luci e ombre”, dalla sua terra d’origine, Bagheria, raccontando in un “click” l’arte, la cultura e le tradizioni siciliane. Senza mai riuscire a fare altro che posare lo sguardo sul resto del mondo se non da siciliano. Intellettuale, saggista e giornalista.

Ha cominciato a fotografare la Sicilia e il suo legame inscindibile con Bagheria, a soli diciassette anni. In seguito, come tanti altri, ha cercato fortuna altrove. A Milano nel 1967, inizia la sua carriera di fotoreporter; a Parigi nel 1982, apprezzato da Henri Cartier-Bresson, entra a far parte dell’agenzia fotografica, Magnum Photos, come primo italiano. In oltre mezzo secolo di fotografia, non sono certo mancate le suggestioni: da Bagheria alle Ande boliviane, passando per New York e l’India, dalle feste religiose, esordio della sua carriera, all’esperienza nel mondo della moda, con le campagne pubblicitarie degli stilisti, Dolce & Gabbana con l’impareggiabile modella olandese Marpessa Hennink, resa immortale negli scatti di Scianna in Sicilia.

È un successo che lo porterà a collaborare con le più prestigiose riviste internazionali (Vogue America, Vogue Francia, Marie Claire) e a realizzare altri servizi di moda in cui si affianca con maestria artificio e autenticità. E ancora i reportage, i paesaggi, le sue ossessioni tematiche come gli specchi, gli animali e le cose.

I ritratti dei suoi grandi amici sono quelli dei maestri del mondo dell’arte e della cultura come Renato Guttuso, Ignazio Buttitta, Enzo Sellerio e lo scrittore argentino Jorge Luis Borges. L’incontro nel 1963 con lo scrittore Leonardo Sciascia, che visita quasi per caso la sua prima mostra fotografica dal tema feste popolari, si rivelerà fondamentale per la carriera di Ferdinando Scianna.

Da qui inizierà una preziosa collaborazione fra i due artisti: “La persona determinante della mia vita. Padre, amico, maestro. Il mio angelo paterno”. Sciascia scriverà la prefazione e i testi del libro che Scianna pubblicherà a soli 21 anni, Feste Religiose in Sicilia, che gli farà vincere nel 1966 il premio Nadar (un premio consegnato ogni anno in Francia a un libro di fotografia).

Ma cos’è la fotografia per Ferdinando Scianna? È come sempre ha sostenuto: “un modo di osservare il mondo e di raccontarlo, attraverso stupori, amori e indignazioni”. Una maniera differente e divertente di rappresentare l’arte e le vicende umane nella convinzione, come lui stesso ha affermato, “che la fotografia non potrà forse migliorare il mondo ma che di sicuro potrà offrire nuovi punti di vista e nuove prospettive in un tempo sempre più dominato dalle dittature delle immagini”. La sua radicata concezione narrativa della fotografia lo induce a ricorrere a suggestive e interessanti forme di racconto foto-testuale, e ne fa uno straordinario esempio di “doppio talento”, coniugando le sue fotografie con le parole, una figura unica nell’ambito culturale contemporaneo.

Uno slancio compositivo sull’accostamento e sovrapposizione parole-immagini presente nei suoi ultimi foto-testi, Ti mangio con gli occhi (2013) e Visti&Scritti (2014), straordinari esempi di espressione verbale e visuale. Ferdinando Scianna è un artista che ha riportato per oltre cinquant’anni le complesse vicissitudini del nostro tempo, interpretandole con acuta sensibilità e cogliendo in ogni fatto e accadimento le coordinate fondamentali per comprenderne sino in fondo il significato. Un lavoro che il “poeta dell’immagine” ha fatto partendo dalla realtà di cui ha voluto essere silenzioso ma acuto testimone, come lui stesso ha dichiarato: “il fotografo mai interviene per modificare il mondo e gli istanti che della realtà legge e interpreta”.

Una narrazione poetica, sempre ricca di spunti e suggestioni, che sa rendere gli aspetti salienti, colti nella flagranza del divenire dei fatti, dei gesti, delle espressioni, poiché Scianna appartiene “al versante dei fotografi che le immagini le trovano, quelle che raccontano e ti raccontano, come in uno specchio”.