Se qualcuno è un vero collezionista, nulla gli impedirà di ottenere ciò che desidera.

(Emily Fisher Landau)

Per cinquant’anni Emily Fisher Landau è stata una figura centrale della scena artistica newyorkese e del collezionismo di arte moderna e contemporanea.

Tutto ebbe inizio con l’acquisto di un meraviglioso mobile di Alexander Calder e con l’incontro casuale con un poster pubblicitario di una mostra di Josef Albers alla Pace Gallery. Un episodio che a primo impatto potrebbe sembrare insignificante, ma che porterà all’acquisizione di tre opere d’arte che attirarono l’attenzione della collezionista proprio durante la sua visita all’esposizione del pittore tedesco.

Riguardo alla vista di quel poster sulla East 57th di New York, Landau rivelò: «Ha catturato subito la mia attenzione. Nel momento in cui ho visto il poster di Albers ho da subito capito che amavo la semplicità. Albers è stato il mio punto di partenza come collezionista. Non ho mai collezionato qualcosa perché era di moda, ho sempre seguito il mio istinto».

Tuttavia, la sua grande collezione trovò la fortuna durante uno sfortunato incidente avvenuto nel 1969.

Tutto iniziò con l’irruzione da parte di una gang nella sua casa dell’Upper East Side, dove Landau viveva con l’allora marito Martin Fisher. I ladri si finsero una squadra di riparatori per l’aria condizionata e imbavagliarono la cuoca e la governante, riuscendo così a rubare una serie di gioielli regalati dal marito della collezionista.

Con il furto dei gioielli i ladri avrebbero potuto aspettarsi di tutto, ma di certo non di causare un evento sismico involontario.

Grazie al denaro ricevuto dal risarcimento assicurativo, Emily Fisher Landau decise di non volerne più sapere niente di gioielli e decise di reinvestire i fondi in una collezione d’arte, dando così il via alla sua nuova vita da collezionista e a quella che diventerà una delle più belle collezioni d’arte americana di tutti i tempi.

Dalle sue prime acquisizioni alla fine degli anni '60, la collezione è cresciuta fino a contenere opere d'arte eccezionali di Pablo Picasso, Henri Matisse, Piet Mondrian, Jean Arp, Mark Rothko, Franz Kline, Paul Klee e Louise Nevelson.

Dopo la morte del marito nel 1976, Emily si prese una pausa dal suo viaggio nel collezionismo, per poi ritornare alla fine degli anni '70 con un rinnovato zelo e con una mossa che coincise con il boom dell'arte contemporanea a New York e in tutto il Paese.

Ispirata dalla nuova ondata di artisti, spostò la sua attenzione dai modernisti ad artisti come Jasper Johns, Willem de Kooning, Robert Rauschenberg, Ed Ruscha, Cy Twombly e Andy Warhol.

Dal 1987 Emily Fisher Landau divenne trustee del Whitney Museum e nel maggio del 2010 donò al museo quasi 400 opere per un valore compreso tra i 50 e i 75 milioni di dollari.

Nel 1991 nacque a Long Island l’Emily Fisher Landau Center, una ex fabbrica di paracadute riconvertita in centro artistico dall'architetto inglese Max Gordon, designer della Saatchi Collection di Londra, in collaborazione con Bill Katz che successivamente divenne curatore per la collezione del Fisher Landau Center.

Il centro chiuse al pubblico nel 2017, lasciandosi alle spalle una collezione di 1500 opere di artisti che plasmarono l’arte tra il 1960 e gli anni 2000: Richard Artschwager, Donald Baechler, John Baldessari, Jenny Holzer, Alfredo Jaar, Neil Jenney, Jasper Johns, Donald Judd, Sherrie Levine, Glenn Ligon, Agnes Martin, Robert Rauschenberg, Susan Rothenberg, Ed Ruscha, Kiki Smith, Mark Tansey e Cy Twombly.

Durante la sua vita Emily Fisher Landau, non si dedicò solo al collezionismo di opere, ma anche a costruire rapporti di amicizia con artisti come Ed Ruscha, Jasper John e Andy Warhol. Proprio con Warhol la collezionista costruirà un rapporto di stima e ammirazione reciproca coronato con la realizzazione di un ritratto di Landau nel 1984.

Dopo la morte della mecenate avvenuta nel marzo 2022, la sua collezione si è trovata al centro di uno scontro tra Christie’s e Sotheby’s entrambi decisi ad accaparrarsi la collezione.

Mercoledì 14 settembre Sotheby’s annuncia tramite i suoi canali social le successive aste che si svolgeranno l’8 e il 9 novembre a New York dedicate alla collezione Fisher Landau, aggiudicandosi così una collezione valutata 500 milioni di dollari. Anche l’annuncio di Sotheby’s non lascia niente al caso e viene trasmesso in diretta dal Breuer Building di Manhattan, dallo scorso giugno nuova sede della casa d’aste e il quale in precedenza ospitava il Whitney Museum, che nel 1994 intitolò il quarto piano a Emily Fisher Landau.

Punta di diamante dell’asta sarà Femme à la montre del 1932 e stimato dagli esperti a partire da 120 mila dollari; un ritratto di Pablo Picasso della sua musa Marie-Thérèse Walter, realizzato subito dopo che la relazione tra i due divenne pubblica.

Tra le altre opere anche il debutto sul mercato delle aste di un’opera senza titolo di Mark Rothko del 1968 legata alla serie dei Seagram Murals e un autoritratto del 1986 di Andy Warhol valutato tra i 15 e 20 milioni.