Le opere realizzate da Bernardino Luino si distinguono sia per l'abilità tecnica nel Realismo, ma soprattutto per la capacità di infondere agli spazi e agli oggetti comuni un'aura metafisica, trasformando la rappresentazione oggettiva in un'indagine sulla condizione esistenziale.

Il soggetto principale dei suoi dipinti è l'ambiente domestico, quasi sempre rappresentato in un'atmosfera di profondo silenzio e sospensione. Le stanze sono infatti prive di persone, abitate soltanto da oggetti, generando un profondo senso di assenza e di attesa. Questi oggetti sono collocati nell’ambiente con esattezza e rigore per generare una tensione metafisica, ricordando a tratti la pittura di Giorgio Morandi (che è stato una sua ispirazione giovanile), avviando quindi un "enigmatico equilibrio" nelle sue composizioni.

Il maestro di Latina utilizza anche la luce per contribuire a rendere l'atmosfera rarefatta e sospesa nel tempo, attribuendogli un ruolo cruciale è spesso soffusa, filtrata o proveniente da una finestra. Nelle sue tele gli oggetti quotidiani sono elevati a simboli, diventando i veri protagonisti, perché colmi di significati. Letti, sedie, armadi, bauli, arredi in generale ricorrono assiduamente e insieme a elementi architettonici come finestre e pavimenti definiscono lo spazio e la prospettiva, ma contestualmente rimandano a concetti universali come l'isolamento, la memoria, il riposo e una timida apertura verso l'esterno.

Sono inoltre presenti tessuti (in particolare lenzuola, anche stropicciate, e tovaglie) oltre a piccoli oggetti come scatole e conchiglie, delineati dettagliatamente tanto da contribuire a creare una natura morta carica di storia personale e simbolismo. Si veda ad esempio Natura morta con barattolo del 1990 (tempera all’uovo su tavola, cm 40x40) dove sopra un tavolo di legno sono posizionati una tazza in ceramica e un barattolo di metallo con un limone.

Per comprendere appieno quanto affermato, sarà sufficiente citare alcuni “indirizzi” che riflettono il suo stile di Realismo Esistenziale ed Evocativo, focalizzato principalmente sugli interni e la natura morta. The Wardrobe's Room (La Stanza dell'Armadio o del Guardaroba), vede un'inquadratura centrata sull'armadio, altro simbolo di contenimento e segretezza, l'attenzione è posta sulla struttura e sulla composizione geometrica dell'ambiente, accentuando la solitudine e il rigore formale.

Trunk and Window (Baule-Bagagliaio e Finestra), presenta un baule o un mobile contenitore posto in primo piano in uno spazio interno. Una finestra, unica fonte luminosa visibile, crea un netto contrasto tra la solidità e la chiusura dell'oggetto (memoria, passato) e la luminosità dello spazio esterno (futuro, infinito). Si veda Letto e finestra (1975-1976, olio su tela, cm 50x75).

La tovaglia bianca o Il lenzuolo bianco rientrano nel filone della natura morta, come la tela Il lenzuolo bianco del 1985 (olio su tela, cm 39x40), dove un elemento comune e semplice (una tovaglia o un lenzuolo) viene isolato e studiato nella sua forma e nel suo rapporto con la luce, acquistando una dignità grandiosa, quasi solenne e monumentale. Delicatissima l’opera del 2015-2016 dal titolo Giacinti (olio su tela, cm 50x70), dove questi eterei fiori bianchi sono collocati su un piccolo mobile coperto da una tovaglia bianca.

The Bed (Il Letto), il letto o un divano, simboli intimità, riposo e vulnerabilità, dominano la scena. Sono spesso rappresentati in una stanza spoglia, enfatizzando un senso di attesa o l'eco di una presenza appena scomparsa. Si veda Letto del 1999 (olio su tela, cm 50x45) e Nella stanza rossa del 1978-1979, dove addossato ad una parete dipinta di rosso e sopra un pavimento con piastrelle quadrate verdi e grigie è posto un letto con una coperta bianca (alio su tela, cm 60,7x65,7).

L’arte di Luino parte da lontano, dalla sua predisposizione e passione per la pittura sviluppatasi fin dall'infanzia, quando riceve a dodici anni il suo primo cavalletto, tuttavia l'ispirazione per la sua vocazione è stata anche innescata dalla foto di un paesaggio di Giorgio Morandi. Naturalmente saranno determinanti anche i suoi studi, dapprima all'Accademia di Belle Arti di Roma (dove ha avuto come maestri Alberto Ziveri e Franco Gentilini) e poi all'Accademia di Belle Arti di Firenze, dove si è diplomato con una tesi su Théodore Géricault e La Zattera della Medusa e dove ha scoperto la tecnica dell'incisione. Ancora oggi Luino insegna e dirige la Scuola di Grafica all'Accademia di Belle Arti di Brera (vive e lavora a Milano).

Già nel 1976 si trasferisce a Milano, dove ha vissuto per un periodo nello studio del pittore Gianfranco Ferroni. Nel 1979, spinto da una comune visione della pittura con altri artisti, ha co-fondato il gruppo La Metacosa con Giuseppe Bartolini, Gianfranco Ferroni, Sandro Luporini, Lino Mannocci e Giorgio Tonelli (a cui si è unito Giuseppe Biagi nel 1983). Il gruppo ha esposto collettivamente fino al 1983 ed era noto per il suo ritorno a una pittura figurativa, con un'attenzione per gli oggetti e gli interni silenziosi. Nel 2004, i pittori de La Metacosa sono stati riuniti da Philippe Daverio nella mostra "Fenomenologia della Metacosa".

L’attività internazionale di Luino lo vede fin dal 1985 negli Stati Uniti dove ha iniziato a collaborare con la Gallery Henoch di New York, che ha esposto le sue opere americane, tra cui scene di New York (ad esempio, The lobster coloured facade, La facciata color aragosta).

Nel 2008-2012 dipinge New York (olio su tela, cm 100x60) e nel 2016 New York West Side, Lato ovest (olio su tavola, cm 32,4x50,5).

Bernardino Luino ha partecipato a diverse Biennali Nazionali d'arte e Triennali dell'incisione; la sua opera è stata oggetto di attenzione da parte di critici internazionali di chiara fama.