L’intrattenimento è un settore molto complesso e florido, e non parliamo solo di aspetto economico. La cultura, il pensiero e persino lo stile di vita sono influenzati dalla musica, dai libri, dai dibattiti, che possono essere più o meno costruttivi e riguardare un’infinità di strutture, costruzioni e pertinenze, e sfumature qualcuno direbbe. Infine, il teatro, il cinema, i social e altre forme comunicative rivoluzionarie svolgono un ruolo centrale nelle nostre vite, ormai. Ma quanto ci aiutano tutte queste forme di vita, in che modo ci accompagnano e soprattutto quanto ci danneggiano?

Gli italiani tornano a leggere la carta stampata. Qualche anno fa, quest’affermazione ci avrebbe sorpreso e magari fatto sorridere. Soprattutto, se abbiamo vissuto l’era della carta appunto. La stessa epoca nella quale comprare il giornale era una delle poche possibilità per connettersi con il mondo esterno. Oggi non è così. Il risultato di questa equazione dovrebbe essere uguale a meno ignoranza. Purtroppo questa non è la verità, anzi, si sono fatte largo nuove forme comunicative, compresa la disinformazione, ad esempio. Infine, cercare qualcosa di autentico, sano e vero è diventato come trovare un ago in un pagliaio. Ci riusciremo? Forse, sì.

Web, carta stampata? I pareri e le statistiche sono discordanti. Infatti, i dati Audipress di qualche anno fa, registrano un incremento dello 0,7% nei lettori della stampa, con variazioni positive nei tre comparti: quotidiani + 0,2%, settimanali +1,2%, mensili +0,6%.

A crescere, oltre ai quotidiani, sono anche i periodici. Ogni settimana si raggiungono quasi 23 milioni di letture per le testate settimanali (per 13.599.000 lettori, cioè il 25,7% degli adulti + 14 anni) e ogni mese si raggiungono quasi 20 milioni di letture per le testate mensili (22,6% degli italiani). L’Italia vista dal Censis, invece, scatta una foto diversa: crescono gli utenti internet, crolla la carta stampata. La vera sorpresa è la radio. Dall’avvento di internet e di tanti dispositivi, della moltitudine di contenuti multimediali a disposizione, la radio è stata data più volte per spacciata. Invece, i radioascoltatori raggiungono il 79,9%; la tanto amata radio fa miracoli. L’enorme e vasta gamma di dispositivi e contenuti tecnologici a cui ci siamo abituati, può farci perdere per un attimo l’orientamento. Scegliere tutto non si può. Inoltre, sempre più esperti (ma forse, non bisogna esserlo per dirlo) evidenziano i danni che un’eccessiva esposizione alla tecnologia in generale può generare (web, social e dispositivi elettronici).

Tecnologia e carta stampata a confronto

C’è già chi è passato ai fatti. In Svezia, gli studenti hanno iniziato l’anno scolastico senza i tablet nelle loro aule. Infatti, nelle scuole svedesi sono tornati libri di carta, quaderni e penne che un tempo erano la norma. Si tratta di un cambiamento voluto dal nuovo ministro dell’istruzione, Carlotta Edholm, la quale sostiene che «gli studenti svedesi hanno bisogno di più libri di testo e di meno computer».

Se analizziamo le statistiche di anni più recenti, la crisi dei media a stampa è una costante, nonostante diverse iniziative messe in campo. Nel 2007, ad esempio, i quotidiani venduti in Italia erano letti dal 67% di pubblico. Nel 2022, sono scesi al 25,4%. Infine, negli ultimi quindici anni giornali e libri cartacei hanno subito una riduzione del 37,7%. Eppure, chi ama l'odore della carta resiste, nonostante tutto. Esiste una società, che addirittura produce un profumo al dolce aroma carta stampata. Le librerie cercano di coinvolgere i lettori con abbonamenti, eventi e sconti, ma la crisi c’è e si sente.

La tecnologia ci aiuta, inutile negarlo, ma dall’altro lato ci ingabbia, alimenta una dipendenza che può sfociare in forme di depressione e ansia molto gravi. E il pericolo di assenza di pensiero, di una condizione di semi incoscienza indotta, quasi come un coma irreversibile sarebbe un ottimo motivo per allontanarci dalla tecnologia almeno un po’, pensando a momenti di disintossicazione.

Tecnologia: le alternative

Oggi, tecnologia vuol dire anche intrattenimento, può significare cultura. E allora verso quali forme orientarsi per vivere una vita più nostra, indipendente da qualsiasi forma di schiavitù? Da piccoli amavamo ascoltare favole e storie. Da grandi, è cambiato poco. Basti pensare a quanto ci piace il cinema, il teatro e i più recenti podcast, poi l’intramontabile radio, di cui abbiamo parlato prima.

Abbiamo bisogno di una voce che ci accompagni, in auto, in treno, nella metro. Prima che la tecnologia ci trasformi in esseri multiformi e multitasking, cambiamo noi rispetto all’intrattenimento e ai contenuti multimediali. Dosiamo bene le ore davanti al pc, anche se lo usiamo per lavoro. Stesso discorso per lo smartphone. La radio ci fa compagnia, ascoltare un programma radiofonico ci connette con il mondo e allo stesso tempo alla buona musica. La diffusione dei podcast è cresciuta tantissimo, negli ultimi tempi, e non è un caso. Si tratta di un contenuto fruibile ovunque, proprio come la radio. Una voce ci racconta un libro o una storia, ci parla di un’idea, insomma, ci accompagna e ci intrattiene. Un podcast soprattutto è approfondimento.

Infine, la carta stampata esiste ancora, per fortuna. Un libro o un giornale sono sempre disponibili, e spesso alcuni portali on line mettono a disposizione notizie in PDF scaricabili e stampabili. Trasformiamoci in fruitori consapevoli, lasciamoci intrattenere in modo sano, e torniamo a leggere la carta. Bisognerebbe trovarci stampata la scritta: non nuoce gravemente alla salute.