Ogni pezzo di questa terra è sacro per il mio popolo. Ogni lucente ago di pino, ogni tenera riva, ogni vapore negli scuri boschi, ogni radura, ogni insetto ronzante, sono sacri nella memoria e nell’esperienza del mio popolo. Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi. I fiori profumati sono i nostri fratelli, il cervo, il cavallo, il grande condor, questi sono nostri fratelli. Le creste rocciose, gli spiriti dei prati, il calore del corpo del pony e l’uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.

Ventisei piani di morte. Una fabbrica di 600 mila maiali, il più grande allevamento della Cina, è stato inaugurato ad ottobre ad Ezhou, nella provincia di Hubei, a meno di 100 chilometri dalla famosa Wuhan. In questo posto, che si estende su 390 mila metri quadri, ogni piano è occupato da 20 mila suini, che lì nasceranno e cresceranno, fino a passare per uno dei sei ascensori a disposizione, che possono caricare fino a 10 tonnellate, e andare al macello. In previsione a breve anche la costruzione di un grattacielo gemello. Difficile anche da immaginare: 1,2 milioni di maiali uccisi ogni anno.

Io non capisco. Per noi, gli animali sono nostri fratelli e noi uccidiamo solo per sopravvivere. Se noi venderemmo all’uomo bianco questa terra, egli deve fare la stessa cosa, perché gli animali sono i nostri fratelli.

Animali che non vedranno mai neanche un filo d’erba ma solo cemento, che vivranno in spazi privi di tutto, e il verbo "vivere" è senz'altro usato a sproposito. Non è solo la fine, quella che atterrisce, è la privazione di tutto: di ogni istinto, di ogni sentimento, di ogni motivazione. Diversi studi hanno dimostrato l’intelligenza spiccata di questi animali che arriva a superare quella dei cani, le capacità cognitive e relazionali e una profonda emotività.

Cosa è l’uomo senza gli animali? Persino il lombrico mantiene soffice la terra perché l’uomo possa camminarci. Se tutti gli animali scomparissero, gli uomini morirebbero a causa della grande solitudine, perché tutto ciò che succede agli animali, succede all’uomo perché noi partecipiamo allo stesso respiro.

A Ezhou, come in tutti gli allevamenti intensivi, diventano solo pezzi di una catena di montaggio. In ogni piano ci sarà una temperatura perfetta, la giusta umidità, alimentazione corretta per ogni singolo suino, con più di 300 punti di controllo. Ma non ci sarà vita, solo una fabbrica di morte su 26 piani.

Mi hanno raccontato di migliaia di bisonti lasciati ad imputridire nelle praterie dagli uomini bianchi che avevano sparato loro dai treni in corsa.

L’azienda, Zhong Xin Kai Wei Modern Breeding Company, intende soddisfare con questa "pig farm" una gran fetta del mercato di carne di maiale che è in continua crescita in Cina. La terra non è sua sorella, ma il suo nemico e quando nella lotta risulta vincitore, se ne va. .. tratta sua madre terra e suo fratello il cielo alla stregua di cose da comperare, depredare e vendere come si fa con le pecore, il pane o le perline luccicanti. In questo modo, i cani della avidità divoreranno la fertile terra e lasceranno solamente un deserto. Come si può comperare o vendere il cielo, il calore della terra, la velocità dell’antilope ? Come possiamo vendervi queste cose e voi, come potete comperarle? La terra diventa vostra per fare ciò che volete, semplicemente perché l’uomo rosso firma un pezzo di carta e lo dà all’uomo bianco? Se non possediamo la freschezza dell’aria e lo scintillio dell’acqua, voi, come potete comperarli da noi?

Il vice presidente ha parlato dell’allevamento come il più grande del mondo, dove "la brezza è fresca in estate e l’aria è calda in inverno", che francamente suona come una gran presa in giro se si pensa a quegli animali chiusi lì dentro che non conosceranno mai né vento, né caldo, né freddo.

Ma io sono un uomo rosso e non capisco. Io preferisco il vento che dardeggia sulla superficie di uno stagno e il profumo del vento stesso, purificato da uno scroscio di pioggia a mezzogiorno. L’aria è preziosa per l’uomo rosso, perché tutte le cose condividono lo stesso respiro; gli animali, gli alberi, e l’uomo, partecipano tutti allo stesso respiro. Tutte le cose sono collegate. Tutto ciò che accade alla terra accade ai figli e alle figlie della terra. L’uomo non ha intrecciato il tessuto della vita, ne è solamente un filo. Tutto ciò che fa al tessuto, lo fa a se stesso.

Insegnate ai vostri figli ciò che noi abbiamo insegnato ai nostri figli, che la terra è la nostra madre. Tutto ciò che accade alla terra accade ai figli della terra. Se gli uomini sputano in terra, sputano su se stessi. Questo noi lo sappiamo. La terra non appartiene all’uomo bianco, l’uomo bianco appartiene alla terra. Questo noi lo sappiamo. Tutte le cose sono collegate come il sangue che unisce la nostra famiglia.

L’uomo bianco è come il serpente che si mangia la coda per vivere. E la coda diventa sempre più corta…

Si alza e prende allora la parola Seattle, da lungo tempo capo delle tribù di quei territori che avrebbero costituito l’odierno Stato di Washington. È un uomo di circa settant’anni, profondamente rispettato dal suo popolo e considerato amico e benefattore degli immigranti bianchi. In gioventù si era distinto come guerriero per il suo coraggio e il suo valore. Ancora venti anni dopo (agli inizi del 1850), quando l’Oregon Trail portava fiumi di immigranti nel Nord-ovest, Seattle aveva continuato a credere in una pacifica convivenza dei due popoli. Era certo che la grande madre terra avrebbe benevolmente accolto sia i figli indiani che quelli bianchi.

Ma con il passare degli anni aveva dovuto ricredersi e verificare che i bianchi, ormai cresciuti in numero e forza, stavano compiendo un vero e proprio tradimento ai danni del suo popolo. Le due culture non potevano coesistere. Non era possibile una vera conciliazione, così come non era stato possibile vivere sulla stessa terra con i bianchi. Seattle aveva infatti offerto loro la terra per essere ospitale, com’era nella tradizione della sua gente, e aveva accettato merce dai coloni come dono per l’accoglienza tributata. E invece l’ospitalità indiana era stata sfruttata dalla mentalità commerciale dei bianchi interessati al guadagno, al profitto”.

(Barbara Brevi)

Referenze

La Stampa.
Le mie parole sono come le stelle… la visione di Capo Seattle-Red Edizioni 1976.