Ascolta

Ascolta
è un rumore lontano
è un richiamo
ti prende per mano
ti chiede di andare
se segui quel suono
un viaggio puoi fare
che porta all’altrove
ma nessuno sa dove...

Come daga affilata e dolce appari

Arma da corpo a corpo
Lucente all'ultimo momento
Pronta ad accogliere e subitanea a colpire se necessario
Eppure
Così apparentemente discreta
Il solco più mortale hai scavato
Come il più grande dei vomeri
Che scoperchia la terra
E mette a nudo radici
E sassi nascosti
E da chissà quale antichità
Ha dissodato in me
Quel desiderio inoppugnabile
Che giorno dopo giorno
Dissanguandomi
mi trae a te

La perfezione ti ha solo sfiorata

La perfezione ti ha solo sfiorata
E poi fuggí
Spaventata

Temeva
Meschina
Di rimaner menomata

Chi più l’avrebbe citata
Da te
Soppiantata?

Pantera

Pantera! Stai cercando me? O è il caso che ti ha portata qui?
Hai seguito il fiato corto di un'anima ferita o sei qui a raddrizzare un torto?
Hai gli occhi belli, felina!
Fai venir voglia di menar le mani per te, senza orpelli, senza affanni, un colpo e via!
Sei già la mia mania.

Pantera!
Sei una creatura della sera, sei come un fiore capovolto,
sei sinuosa come una posidonia e danzi compiendo quei tuoi balzi...
Se vai via son perso perché ti sento già un po' mia e il bianco dei tuoi denti è impressionante agli occhi di un amante.

Predatrice!
Ti desidero da pazzi, qualche cosa me lo dice,
sembra un gioco da ragazzi, ma c'è sotto un'altra cosa,
forse un metodo, una posa,
è quel gesto innaturale cui mi porti bene o male quando mordi il mio plantare,
lo fai piano, molto piano, è per questo che ti amo, sono come preso all'amo...
flessuosa ammaliatrice!
Con te non serve un vice, ti ci vuole un capitano,
chi nel sangue è un gladiatore può passar con te le ore,
ma chi ha un coraggio nano di sicuro passa mano,
tu non sei cosa per tutti, belli bravi buoni o brutti tu li puoi mangiare tutti
ed il sonno successivo non si addice all'uomo vivo,
è qualcosa di assai strano giochicchiare col di dentro titillando sulla lingua le budella di un umano
e tu sei per vocazione forte più di un'emozione,
sei onda
sei bufera
sei la lunga notte nera,
vieni giù come valanga,
sei una donna senza tanga
alta più di uno e novanta
che ti mette sotto il tacco
e ti dà lo scacco... matto.

Se io potessi

Se io potessi
Sotto la mia lingua assetata
Tenerti protetta cingendoti i fianchi levigati di scultura
Senza con lei pronunciare parole
Ma fiutando i tuoi pori di aromi nascosti
Di sali marini del nord
Di foglie e petali di roselline selvatiche
Portate nel vento
Vivrei le gioie silenti ma intime di cento uomini
Illusi di provare l’amore vero
Che in me appare come retinica immagine
Di nuvola bianca contro cielo nero di tempesta
Mentre l’animo mio fa festa
Avvolgendosi a te

Sempre grato sarò

Per quegli attimi
Che tornano inattesi e furtivi
Insperati assai ma infinitamente desiderati
Mandameli,
Chiunque tu sia
Quaggiù
Ch'io non li lasci mai più

Senza dire una parola

Circondata di silenzio
Con aura di accadimenti
Profumo di bosco
E bagliori di fuochi fatui
Nell’aria immota da togliere il fiato
Come vuoto di tuono improvviso
Sei apparsa in piedi
E quasi brancolassi a terra nel buio di un orto notturno
Io a tentoni ti sentivo e su te mi arrampicavo
Strisciavo come verme risorto dall’argilla sulle tue gambe
Ai tuoi fianchi
Per essere alfine uomo!
Ebbro di vertigini
In tutte le debolezze e bassezze mie
E vorticare nell’aria
In piedi
Anch’io
Poco più vicino a Dio

Sotto coltri infinite e antiche

Di cenere fatte
E di lapilli
Io e te
Di pietra concreta
Dormiamo le nostre storie
Quando colore del cuore
La terra scorreva come ruscello vivo
Nata nel centro furente
Le notti giù dal declivo
Fumante
Nell’esporre il ventre
Del nostro mondo al mondo
Rotondo
Profondo
Fecondo.