Sono rimasta profondamente colpita e turbata dal rifiuto dei media ucraini di trasmettere, come era consueto, la Via Crucis nella quale Papa Francesco aveva deciso di coinvolgere, a titolo simbolico e come esplicita invocazione alla pace, due donne, una russa ed una ucraina.

Quello che doveva essere colto come un invito alla pace universale è stato letto con gli occhi ancorati ai fatti contingenti ed alla concretezza del quotidiano e della guerra.

Con questo breve articolo voglio riportare un semplice elenco di quei concetti che sono funzionali all’essere umano per elevare il suo spirito, perché, come diceva Ulisse nell’Inferno dantesco:

Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza.

La ricerca, il sapere, la conoscenza, il sapere del trascendente oltre che dell’immanente, tutto questo è la vera ragione della nostra vita nel mondo. Come è possibile, in un mondo occidentale che si professa libero, che vuole difendere e che addirittura combatte per la libertà, cancellare la conoscenza, bloccare la diffusione di un pensiero, oscurare un messaggio religioso che per chi è cattolico credente è centrale, per chi segue un credo diverso è condiviso e per chi è ateo o agnosta è un caposaldo del pensiero?

Come posso accettare che l’oscurantismo dell’informazione russo, tanto deprecato, sia riflesso in modo speculare in un oscurantismo opposto?

È essenziale al nostro spirito ed al vivere civile:

  • coltivare la conoscenza;
  • mantenere la libertà di pensiero;
  • mantenere la libertà di espressione del pensiero;
  • rispettare il pensiero altrui;
  • volare alto, attraverso l’interpretazione e l’astrazione;
  • mantenere la pace.

È forse nella pace che si concentra tutto.

La capacità interpretativa dell’altro, la capacità di mettersi nei suoi panni, la forza del non reagire ad un livello basso, il mantenimento di una visione superiore di ciò che accade, tutte queste cose si possono e si devono insegnare, coltivare, si devono perseguire costantemente.

A fronte di tutto quello che la storia ci ha insegnato, a fronte di tutto ciò che è essenziale al nostro spirito per un vivere civile, con questo scritto mi dichiaro profondamente distante da ogni forma di oscurantismo e da ogni collusione con tutte le modalità di gestione di un conflitto che non siano quelle della diplomazia, unico strumento che mantiene la dignità di un livello superiore, non nella debolezza e nella resa, bensì nella forza e nella superiorità di una gestione elevata di qualsiasi conflitto.

Voglio citare una parte del discorso che Gandhi ha tenuto alla Conferenza delle relazioni interasiatiche, a New Delhi, nel 1947:

L’Occidente di oggi desidera la saggezza. L’Occidente di oggi è disperato per la proliferazione della bomba atomica, perché significa una completa distruzione, non solo dell’Occidente, ma la distruzione del mondo, come se la profezia della Bibbia si avverasse e ci fosse un vero e proprio diluvio universale. Voglia il cielo che non ci sia quel diluvio, e non a causa degli errori degli umani contro se stessi. Sta a voi consegnare il messaggio al mondo, non solo all’Asia, e liberare il mondo dalla malvagità, da quel peccato. Questa è la preziosa eredità che i vostri maestri, i miei maestri, ci hanno lasciato.