Prodotto da Stefano Castagna, The Glamour Tapes è una rilettura interamente analogica di The Glamour Action, ultimo disco del quartetto, registrato e mixato presso lo Studio Ritmo&Blu e uscito nel febbraio 2020.

Aparticle è composto da Michele Bonifati, Giulio Stermieri, Cristiano Arcelli e Ermanno Baron, un quartetto eclettico che propone una personale sintesi di jazz, rock e improvvisazione. Nati nel 2017, hanno debuttato con Bulbs nel 2018, seguito da The Glamour Action nel 2020: in concerto i brani del disco sono interpretati come lancio per nuove composizioni, a testimonianza di una continua ricerca collettiva che si riflette in una sempre più evidente identità di gruppo. La rilettura del disco del 2020 dunque non va intesa come momento di stanchezza o di pausa, ma come tappa centrale nel percorso di dialogo tra composizione e estemporaneità. Sia nella scrittura che nell'organizzazione delle interazioni, il tempo presente assume un'importanza notevole: ciò caratterizza Aparticle come una peculiare e intrigante improvising band.

Rivisitare un proprio disco è un'operazione importante, soprattutto se - come accaduto per The Glamour Tapes, riletto secondo l'ottica "vintage" cara a Ritmo&Blu - retta da una filosofia di produzione e ascolto unica nel suo genere. Come sottolinea Aparticle a proposito dell'invito: “Stefano Castagna ci ha proposto di realizzare una nuova versione dell'album lavorando completamente in analogico: abbiamo registrato su un multitraccia a nastro e mixato su banco analogico. Non è stato utilizzato nessun computer in nessuna fase produttiva e l’audio non è stato processato attraverso nessun dispositivo digitale. Questo, per noi, è stato un momento in cui ripensare a quanto la tecnologia possa influenzare la produzione musicale. In questa prospettiva abbiamo rielaborato il nostro materiale, adattandolo a questo nuovo processo di registrazione”.

Il lavoro di rimaneggiamento e rielaborazione dell’album ha stimolato una riflessione ed esplorazione artistica nel quartetto, a partire dal ruolo del processo produttivo fino a mettere in discussione il supporto in quanto tale in un’epoca di musica liquida. Gli interrogativi e gli spunti sorti in questa fase sono stati estesi a colleghi, critici, discografici e amici, tanto da generare un processo di riflessione ampio e condiviso che è diventato parte del booklet. Su tutti citiamo il parere di una firma storica e autorevole come Aldo Gianolio: “Una musica modernissima e personale, in cui hanno perfettamente metabolizzato suoni e idee che girano nell’aria della contemporaneità, facendole proprie e adeguandole ai propri stili, con belle architetture giocate sulle contrapposizioni di parti aeree e fluttuanti e altre più terrigne e solide.”

La pubblicazione di The Glamour Tapes segue quella di The Boy Next Door (Gibellini/Corini/Maniscalco).

I musicisti

Aparticle (Michele Bonifati: chitarra; Giulio Stermieri: Rhodes, organo, Juno60; Cristiano Arcelli: sax contralto; Ermanno Baron: batteria) è una band dalla matrice fortemente elettrica. Con la presenza di chitarra, Rhodes, organo e synth, propone una sintesi personale di jazz, rock ed improvvisazione.

Nato all’inizio del 2017 da un’idea di Michele Bonifati e Giulio Stermieri, il quartetto pubblica il suo album di debutto, Bulbs, a marzo 2018 con l’etichetta milanese UR Records. Già dai primi concerti di presentazione, il gruppo integra i brani contenuti nel disco con nuove composizioni, a testimonianza di una continua ricerca collettiva che si riflette in una sempre più evidente identità di gruppo. L’importanza che assume il tempo presente tanto nella scrittura quanto nell’organizzazione delle interazioni caratterizza Aparticle come un’improvising band.

Michele Bonifati

Classe 1989, si è diplomato con lode in “Discipline Musicali Jazz” presso il Biennio del Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma sotto la guida del M° V. Mingiardi dopo aver svolto il Triennio di primo livello in “Jazz e Musiche Improvvisate” presso il Conservatorio “G. Frescobaldi” di Ferrara. Si è esibito all’interno di rassegne come: EFG London Jazz Festival, Ashkenaz Festival (Toronto, Canada), Foligno Young Jazz, Opus Jazz Club (Budapest), Mantova Jazz, Parma Jazz Frontiere, JAZZ(s)RA Festival (Annecy, Francia), Bergamo Jazz, Veneto Jazz, Fano Jazz Network, Lugocontemporanea, Torrione Jazz Club (Ferrara), Viterbo JazzUp Festival, Festival Verdi di Parma, Clusone Jazz Festival, Novara Jazz, La Grande Notte del Jazz (Brescia), Ah Um Jazz Festival. Ha suonato a fianco di musicisti come: Dave Douglas, Frank London, Stefano Battaglia, Enrico Fink, Tino Tracanna, Dudù Kouate, Pasquale Mirra, Marcello Allulli.

Nel 2016 è uscito, per A Simple Lunch, il suo primo disco in solo, A different kind of Bob Dylan, lavoro strumentale su musiche di Bob Dylan. È co-leader del collettivo Clock’s Pointer Dance (Paolo Malacarne, Andrea “Jimmy” Catagnoli, Andrea Baronchelli, Michele Bonifati, Filippo Sala), membro del quartetto di Andrea Baronchelli A.B. Normal assieme a Danilo Gallo e Alessandro Rossi e del trio di Andrea Grossi Blend 3 assieme a Manuel Caliumi.

Giulio Stermieri

Votato tra i migliori tastieristi italiani agli ultimi Jazzit Awards, dal 2011 al 2014 è attivo con la band jazz-rock Foursome, con cui pubblica due album di sue composizioni.

Dal 2013 al 2017 suona Hammond e pianoforte negli Assassins di Francesco Cusa, registrando tre album ed esibendosi in Italia, Slovenia, Francia e Olanda.

Dal 2015 guida lo Stopping Trio a suo nome, con Giacomo Marzi ed Andrea Burani, pubblicando con Auand nel 2017 l’album omonimo.

Tra i progetti in cui è coinvolto come sideman, di prossima uscita il trio Yerkir di Paolo Bacchetta, con Zeno De Rossi alla batteria, e Rust del contrabbassista Luca Dalpozzo, con Manuel Caliumi, Frank Martino e Marco Frattini.

Coinvolto nella produzione dell’ultimo disco di Machweo, Fire and Sea, pubblicato da Hyperjazz, è parte del progetto Mediterraneo, ideato dallo stesso Machweo, insieme a James Holden, Populous, Emma-Jean Thackray, Any Other, Bienoise, Flu degli Inude, Laura Agnusdei, Antonio Rapa e Dario Martorana.

Oltre Aparticle, i suoi progetti oggi sono il duo Tiger Gong, con il trombettista Flavio Zanuttini, ed il quartetto Yabai, con Giovanni Benvenuti, Martino De Franceschi e Federico Negri, con cui pubblica nell’autunno 2019 Crops and Sports.

Cristiano Arcelli

È sassofonista, compositore e arrangiatore. Ha composto per l’Italian Jazz Orchestra, l’Orchestra Bruno Maderna, Orchestra da Camera di Mantova, la Bangkok Symphony Orchestra. Ha inciso in qualità di band leader: Almost Romantic (encore Jazz 2017), Solaris (Encore Jazz 2015), Brooks (Auand 2013), Urban Take (Radar – Egea 2009), Bestiario (Radar – Egea 2006), Ricercando (Wide Sound 2002) e Di Terra (Wide Sound 2001).

Suoi sono gli arrangiamenti di Pane e tempesta e Il museo dell’innocenza (Paolo Damiani), La donna di cristallo (Cristina Zavalloni), Radar Band plays Nino Rota e Da Istanbul a Napoli (Cartagena Music Festival). Ha ricevuto varie commissioni come compositore: Diario del ritorno, Al Cielo (Corciano Festival), Sera d’autunno (Trento Jazz), Traffic (Bright Bells Trumpets Quartet).

Ha suonato e/o registrato con Enrico Rava, Joe Chambers, Paolo Damiani, Cristina Zavalloni, Dafins Prieto, Paul McCandless, Cyro Baptista, Danilo Rea, Gabriele Mirabassi, Pietro Tonolo, Nguyen Lè, Stefano Battaglia.

Si è esibito a Umbria Jazz, Bologna Jazz Festival, Torino Jazz Festival, Jazz at Lincoln Center (NY), Cartagena Music Festival, Casa del Jazz, Una Striscia di Terra Feconda, European Jazz Expo, Maison de la Culture de Grenoble, New Morning (Paris), Saalfelden Jazz Festival, Beijing International Jazz Festival, Amiens, Teatro Regio (Torino), Auditorium Parco della Musica (Roma).

Ermanno Baron

È un musicista di formazione artistica articolata, unisce la freschezza e la creatività del jazz, con la sensibilità delle sperimentazioni nell’improvvisazione elettroacustica contemporanea.

La sua voce personale sullo strumento, lo porta a svolgere un intensa attività concertistica nazionale ed internazionale: Smalls, Blue Note, Barbes, Fat Cat (New York), Jazz and World music festival (Zimbabwe), Jazz-Pt (Portugal), Tremplin Jazz Avignon (France), 12 Points (Ireland), Ankara Caz (Turkey), Visual Jazz, Roma Jazz Fest, Young Jazz in Town, Casa Del Jazz, Crossroads, Auditorium Parco Della Musica, Pescara Jazz, Internet Festival, Bari Expo, Atina Jazz, Gezziamoci, Veneto Jazz, Sudtirol Jazz Fest, Vicenza Jazz (Italia). Tra le collaborazioni: Antonello Salis, Frank Tiberi, Marcello Allulli, David Binney, Ada Montellanico, Gianni Gebbia, Giovanni Falzone, Francesco Bearzatti, Shane Endsley, Ohad Talmor, Roberto Bellatalla, Brad Shepik, Fabrizio Bosso, Francesco Diodati, Nicola Guazzaloca, Francesco Bigoni, Carlo Conti, Francesco Negro, Giancarlo Schiaffini, Enrico Zanisi, Gianni Trovalusci, Marco Bonini, Marco Colonna, Henry Cook, Ludovica Manzo, Silvia Bolognesi, Achille Succi, Danilo Gallo, Luca Venitucci, Beppe Scardino, Elio Martusciello, Dan Kinzelman, Javier Moreno Sanchez, Alipio Carvalho Neto.