La stagione del silenzio è la mostra che comprende 74 delle fotografie più straordinarie scattate da Ionel Scaunasu, raffiguranti i capolavori di Constantin Brancusi di Targu-Jiu. Il complesso di sculture Calea Eroilor non è solo un ‘museo a cielo aperto’, ma anche un unicum di architettura e paesaggio, essendo la sua armonia con l'ambiente, elemento essenziale.

La passione per la fotografia, l’ammirazione per la natura, lo stupore originato dalla contemplazione della Bellezza della pietra, in tutte le sue forme. Quella di Ionel Scaunasu è una ricerca profonda di immedesimazione con gli elementi: sono queste le motivazioni che hanno dato origine ad una pubblicazione, diversa da tante altre, sul tema dell'architettura del maestro Brancusi. Lavoratore tenace e solitario, avvolto da un alone di leggenda e di mistero, Constantin Brancusi (1896-1957), fa parte di quella categoria di artisti difficilmente inquadrabili in una corrente o in un movimento artistico.

Le immagini di Ionel Scaunasu non vogliono porre domande o dare risposte specifiche, ma si presentano come conversazioni intime con lo spettatore. Grazie alla macchina fotografica Scaunasu entra in contatto con il pubblico, in un dialogo aperto e al di fuori di traduzioni letterarie. Questo lavoro, forma ed espressione del suo sentire, è la storia di un amore intrecciato, da oltre cinquanta anni, con Brancusi e con questo territorio: mezzo secolo di escursioni, vagabondaggi, osservazioni, fotografie e, naturalmente, opere d’arte. La monumentalità dei capolavori di Brancusi che compongono il Constantin Brancusi Monumental Ensemble di Targu-Jiu è eterna; quello che scorre incessante è il tempo, scandito attraverso le stagioni. La fotografia di Scaunasu si evolve da un'esplorazione dell'impatto visivo per catturare la bellezza naturale, pura, e dare forma all’energia. Alla continua ricerca di un contatto fisico con la pietra, anima della civiltà, per carpirne il mistero, la sua essenza; con la roccia, fredda e levigata sotto le mani, esaltando la presenza viva di Brancusi.

Ionel Scaunasu stupisce con questi spazi urbani, misteriosi e silenziosi, dove a prevalere è la danza incessante tra il ‘pieno’ e il ‘vuoto’, tra luce e ombra. Luoghi familiari, perché i monumenti sono riconoscibili, ma fotografati con un approccio sorprendente. Lavora moltissimo sulla luce e la macchina fotografica diventa strumento per creare atmosfere. E lo fa con un pensiero pittorico che è espressione dell’anima collettiva e filo conduttore diretto tra Brancusi e noi.

Le foto di Ionel Scaunasu sono anche un acrobatico esercizio di tecnica, di attesa, di attimi e un attento lavoro di elaborazione estetica. Ionel Scaunasu mette alla prova tutta la sua maestria di osservazione e la sua abilità tecnica. Lo studio della luce e il suo utilizzo restano fondamentali nella struttura delle composizioni delle sue fotografie. L’artista crea un’aurea intorno alla singola scultura, ogni volta cerca di cogliere lo spirito del luogo e di trasmetterlo, intatto e puro, scevro da ogni possibile interferenza. Le immagini, suggestive, conducono l’osservatore in una dimensione poetica e sospesa: il suo è un processo solitario, fatto di attese e di pause, alla ricerca dello scatto giusto.

Grazie all’occhio profondo di Scaunasu queste sculture mutano da stagione a stagione, di giorno in giorno, con risultati ed espressioni assai diversi.

Le sculture si fondono con la luce dell’alba, di mezzogiorno, del tramonto, dell’autunno, dell’estate. Con il sole e con la pioggia, con la nebbia e con la neve. Una narrazione che si dipana attraverso le vibrazioni cangianti che Scaunasu cattura magistralmente con la sua capacità di cogliere il riflesso dei colori, moltiplicando l’effetto emozionale. Pura alchimia esprimono queste fotografie che parlano dell’uomo, plasmate da un artista visionario e geniale.

La semplicità non è un obiettivo nell’arte, ma si raggiunge la semplicità anche senza volerlo, penetrando nel vero senso delle cose.

(Constantin Brancusi)

Chi è Ionel Scaunasu

“Le industrie creative mi hanno sempre affascinato. Il mio primo incontro con le arti visive risale agli anni '78, al Cine-Foto Club "Turris" di Turnu-Măgurele/TR, quando scoprii i segreti della macchina fotografica e la macchina fotografica, rimanendo affascinato dal processo di creazione delle immagini che mi ha determinato ad acquistare la mia prima fotocamera Smena dai risparmi degli studenti. Tuttavia, l'esperienza più lunga nel campo delle arti visive è nel settore televisivo, dove ho lavorato per quasi due decenni: gli anni trascorsi nell'audiovisivo mi hanno aiutato a scoprire e migliorare le mie conoscenze ed esperienze sull'immagine televisiva, il linguaggio video e standard TV, i loro fotogrammi e la loro sequenza nel montaggio. Linguaggio cinematografico, principi narrativi ed estetici, procedimenti artistici, ecc. Nel 1999 ho acquistato la mia prima macchina fotografica digitale e la nuova esperienza digitale mi ha affascinato. Tuttavia, l'esperienza che ha segnato il mio destino artistico è la riscoperta del "Dio Brancusi" nel 2001, in occasione della realizzazione del film di presentazione Targu-Jiu, 2001, una produzione commissionata dal Comune di Targu-Jiu. Scrivere la sceneggiatura di questo film ha significato studiare decine di libri e pubblicazioni, cartacee e online, su "Il Dio di Dobrița Gorjului", nel tentativo di approfondire la comprensione della filosofia e del simbolismo dell'arte di Brancusi. Questo è stato il punto di svolta nella mia evoluzione come artista fotografico. L'artista e l'economista che è in me è sempre in una contrapposizione inquieta. Sono Ying e Yang. A scuola mi piacevano sia le arti che le materie scientifiche. La fotografia è ovviamente una straordinaria miscela di arte e scienza, e nella fotografia ho trovato il mio habitat naturale. Come fotografo, ho sempre cercato di essere obiettivo e di catturare la bellezza naturale, pura, per comporre l'immagine essenziale”.

Sul contesto

Ogni anno, il 19 febbraio, la Romania celebra la "Giornata Nazionale Brancusi", in segno di gratitudine per la creazione dell'ensemble scultoreo Calea Eroilor di Targu-Jiu, monumento ai caduti dedicato agli eroi della città nelle lotte per la difesa della città nella Prima guerra mondiale. L'ensemble monumentale Brancusi è composto dai seguenti elementi: Tavola del silenzio; Viale delle sedie; Porta del bacio; Colonna infinita.

“Quest'anno il Museo Nazionale "Constantin Brancusi" di recente istituzione a Targu-Jiu (la mia città natale) ha inserito nel programma degli eventi e nell'organizzazione di una mostra fotografica, un omaggio all'artista unico, Constantin Brancusi, nato in questi luoghi. La mostra si intitola La stagione del silenzio e comprende 74 delle fotografie più straordinarie che ho scattato, raffiguranti i capolavori di Brancusi a Targu-Jiu, catturati nelle quattro stagioni. Un omaggio al "padre della scultura moderna", Constantin Brancusi, un’occasione per celebrare il 146° anniversario della sua nascita”.