Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L’opera dello scrittore è soltanto uno strumento ottico offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.

(Marcel Proust)

Un bambino che legge sarà un adulto che pensa.
Un adulto che legge potrà restare sempre un bambino.
La lettura è un viaggio attraverso il mondo, un viaggio di chi non può viaggiare, un viaggio di chi, grazie alla penna, riesce a immaginare e vivere mondi sconosciuti e lontani, spesso fisicamente irraggiungibili. Un percorso unico e personalmente universale.

La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno.

(Francis de Croisset)

La lettura aiuta a vivere, a dare valore al tempo e allo spazio, anche di chi non li ha più, la lettura aiuta a sognare, aiuta a nuotare, a salvarsi, a sopravvivere, a respirare, a immaginare vite che non abbiamo vissuto e che magari vorremmo vivere. A non annegare nell’infinito.

La lettura è un mondo fantastico, un mondo fatto di idee e di pensieri, uno spazio immaginario e reale, un mondo immaginario che trasforma il mondo in un mondo reale, un mondo reale che lo trasforma in uno immaginario. È un modo di essere, di stare.

Tra i libri si scoprono tante storie, tante vite, possiamo immedesimarci in personaggi che vorremmo essere e che magari non siamo e mai saremo, possiamo trasformarci in fantasmi leggeri di un passato spensierato o di un futuro meraviglioso, possiamo diventare eroi ed eroine di un paesaggio innevato, cavalieri che galoppano lungo colline fiorite, armatori di mari lontani e mai solcati, viaggiatori diretti alla luna leggendaria e al sole inafferrabile.

È bello navigare fra le righe, meraviglioso indossare le vesti di un personaggio inventato dalla vita sorprendente, felice e spesso irraggiungibile. Adottare quelle vesti, farle nostre e diventare un uomo o una donna che da quella vita raccontata ha preso il meglio.

Talvolta penso che il paradiso sia leggere continuamente, senza fine.

(Virginia Woolf)

Leggendo facciamo nostre le abitudini e i vezzi di tanti personaggi, ne diventiamo amici, non vogliamo mai lasciarli andare. Alla fine, li salutiamo, siamo obbligati, ma tornando indietro nelle pagine lette più volte, li ricerchiamo, li ritroviamo, li incontriamo ancora, chiediamo un altro breve appuntamento per scambiarci ancora pensieri, idee, riflessioni e ricordi, per non abbandonare una conversazione iniziata e non finita, che comunque non vogliamo finire. Non ci vogliamo separare. Ma ritorniamo poi alla fine, è inevitabile, le pagine fisicamente terminano, però non lasciandoli mai veramente, tenendo con noi e conservando gelosamente i consigli e le avventure vissute insieme. Perché ormai siamo amici fedeli. In quelle pagine ci siamo tenuti per mano, abbiamo camminato a braccetto, fianco a fianco per ore, per giorni, per alcuni o per numerosi fine settimana, a seconda della lunghezza delle righe cesellate da tante penne abili e avvolgenti. Spesso su treni o aerei, qualche volta raggomitolati su una panchina avvolta dal freddo che sa di brina e di rugiada.

Lasciar andare un luogo o un personaggio è sempre triste, ma rimarrà il ricordo di quello che è stato, dell’incontro bellissimo fatto di sogni e speranze condivise, di sentimenti che si assomigliano, di luoghi che ci accomunano, di mani che si sfiorano, di paesaggi che abbiamo visto insieme, di odori che ci hanno avvicinato a fiori e alberi, di colori che ci hanno illuminato lo sguardo allo stesso modo, di amori che, alla fine, sono sempre uguali, gli stessi sentimenti di ognuno di noi, di dolore che ci ha ugualmente travolto, di amicizia che ci ha accolto allo stesso modo, di passioni travolgenti. Vita pura che si espande.

Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.

(Daniel Pennac)

Siamo e siamo stati lì, insieme, sulle stesse pagine, gli stessi cammini, spesso con le stesse emozioni e gli stessi timori. Quei personaggi siamo noi. Lo saremo sempre. Cauti.

Molte volte leggiamo quello che vogliamo leggere, interpretiamo come vogliamo interpretare. Anche se lo scrittore vuole andare da tutt’altra parte noi lo vogliamo dalla nostra parte, alla fine ci ritroviamo, quasi sempre. Con lui e con la nostra storia. Con questo siamo e vogliamo. Con quanto saremmo e vorremmo. Domandando risposte che arrivano, più o meno chiare. Perché con i libri, tutti, conosciamo noi stessi, almeno ci si prova.

La lettura è un rapporto con noi stessi e non solo col libro, col nostro mondo interiore attraverso il mondo che il libro ci apre.

(Italo Calvino)

Interrogo i libri e mi rispondono. E parlano e cantano per me. Alcuni mi portano il riso sulle labbra o la consolazione nel cuore. Altri mi insegnano a conoscere me stesso.

(Francesco Petrarca)