Senti Niccolò, io non ce la faccio proprio più, avevo promesso a mio zio Marzio che i lavori sarebbero stati completati entro Natale dell’anno scorso. Sono ormai due anni che quello stralunato deve finire la cappella di famiglia, non deve mica dipingere la volta della Sistina, perdio! Devo confessarti che la cosa che mi fa veramente diventare matto, è questa assurda pretesa che nessuno possa vedere i dipinti in corso d’opera; io ho pagato profumatamente, voglio entrare subito e sapere a che punto siamo, non accetto più scuse, chiamate il Pontormo immediatamente.
-Lodovico, mi dispiace molto, sono andato con i miei ragazzi alla chiesa, e come ci hai chiesto abbiamo provato a convincere l'artista a presentarsi qui da te con delle spiegazioni, ma questi ci ha cacciato malamente; ha detto che sta ancora lavorando e che non vuole essere disturbato per sciocchezze o capricci... ci ha anche chiesto di dirti che, visto che sua Signoria è così impaziente, sarebbe il caso di organizzare un viaggio di piacere in montagna, e che al vostro ritorno l’opera sarà certamente pronta.
-Scellerato! Questi artisti di oggi non hanno alcun rispetto, vedi tu se un cialtrone deve dirmi cosa fare e come spendere il mio prezioso tempo; spero per lui che il risultato sia eccezionale, o da me non avrà più un becco di un quattrino.

-Agnolo caro mio, puoi andare da quegli scocciatori e annunciare che abbiamo finito, forse adesso ci lasceranno in pace. Tre anni di duro lavoro e di segretezza assoluta, ma guarda cosa abbiamo realizzato! Stasera potremo mostrare la cappella a Messer Capponi e in massimo due giorni tutta Firenze potrà finalmente ammirarne la magnificenza.
-Maestro, sono senza parole, non ho mai visto nulla del genere, mai avrei pensato di poter vedere una deposizione così, per così dire, inusuale... ma è proprio sicuro che sia finita? Non abbiamo dipinto neanche la croce!
-Ma che ti importa! Lascia questi dogmatismi alle piccole botteghe e agli ecclesiastici. Noi qui stiamo facendo la storia, stasera il successo è assicurato. Guarda che narratività, che enfasi, che sofferenza! Questa è la pittura di oggi, non possiamo per sempre rimanere legati agli stessi schemi! Non voglio mai più sentir parlare di armonia e di equilibrio; voglio vedere corpi vivi, esaltati da torsioni mirabolanti e panneggi intricati; voglio pennellate di colori chiari e inondati di luce. Non di meno è necessario che i protagonisti del dipinto vengano pervasi da una drammatica tensione espressiva, così da poter raggiungere l'emotività di chi guarda. Credimi, quest'opera sarà ricordata nei secoli, ci metteranno al pari di Raffaello e Michelangelo, anzi che dico, al pari di quel Giotto che dipinse gli indimenticabili affreschi di Assisi. Mai nessuno ha dipinto una deposizione tanto elegante e raffinata e allo stesso tempo così coinvolgente, siamo il presente e il futuro di Firenze. -Maestro, io mi fido di lei e spero tanto che abbia ragione. Di certo tutto ciò che dice è fantastico, rimanere per sempre nella storia è ciò che ogni artista sogna, eppure non le nascondo le mie paure, forse abbiamo osato troppo, forse Firenze non è pronta a tutto questo? Lo sa com'è Messer Capponi...
-Basta Agnolo, non voglio ascoltare i tuoi irragionevoli dubbi, andiamo a prepararci per stasera, la gloria ci attende.

-Hai visto Lodovico, che ti avevo detto? Dai tempo al tempo e i risultati arriveranno! Tutta Firenze è rimasta esterrefatta dalla Cappella della tua famiglia, persino tuo zio Marzio, che sembrava inizialmente tanto indignato, ha dovuto ricredersi.
-Non ci posso davvero credere; quando oggi pomeriggio sono andato a vedere il Pontormo e la Cappella, credevo che sarebbe stato un disastro; quel Cristo, quelle figure attorcigliate... credevo fosse impossibile che qualcuno potesse davvero apprezzarla. Nel vedere il risultato, dopo tanta attesa, mi sono adirato al punto che ero pronto a fargli rifare tutto! Sono stato salvato dalla fretta, non avrei potuto far attendere altri tre anni alla famiglia. Fortunatamente abbiamo fatto un patto con quel manigoldo, io avrei lasciato che tutti vedessero l’opera, e lui mi avrebbe fatto pagare di meno, per non aver dipinto il crocifisso...