Vivo negli Stati Uniti dal 1975 ma non mi sono mai data il diritto di lavorare sulla cultura americana; ma considerando gli ultimi anni alle nostre spalle in questo paese, così preoccupanti, come immigrato iraniano americano ho sentito l'esigenza di offrire il mio punto di vista su quello che amo e non mi piace di un paese che mi ha dato casa ed opportunità. Come tutti gli americani, mi sento responsabile di proteggere ciò che fa questo paese grande, il suo valore di democrazia, tolleranza e compassione che si manifesta sempre nei volti delle persone.

(Shirin Neshat)

Ha inaugurato a metà gennaio e resterà visitabile fino alla fine di febbraio la mostra Land of Dreams di Shirin Neshat presso la Gladstone Gallery di New York. Probabilmente il progetto artistico e culturale più interessante non solo del periodo della pandemia ma degli ultimi dieci anni.

Land of dreams è la storia di una fotografa iraniana che si allontana nel New Mexico, andando porta a porta a scattare ritratti di persone americane provenienti da diversi background etnici, economici e religiosi e raccogliendo i loro sogni. Sheila Vand, la brillante attrice iraniana, ha interpretato il ruolo principale qui nel video e nella prossima versione cinematografica di “Land of Dreams” insieme a Matt Dillon, William Moseley, Isabella Rossellini, Anna Gunn e molti altri meravigliosi attori.

(Shirin Neshat)

L’installazione presso la Gladstone Gallery comprende più di cento foto ed un video a due canali e come ha affermato l’artista, per la prima volta il suo obiettivo si è spostato sulla popolazione americana durante l’era Trump. Un periodo storico particolare, non solo per gli Stati Uniti ma per il mondo intero, che affonda le proprie radici negli anni ‘80. Siamo isolati, individualisti, edonisti. Legati all’attimo, al particolare, al qui ed ora. Abbiamo perso il desiderio di inseguire i nostri sogni. Siamo rassegnati. Abbiamo bisogno di una scintilla che faccia riaccendere il fuoco che abbiamo dentro di noi perché in fondo tutti noi restiamo sempre dei sognatori e niente e nessuno deve scoraggiare questa nostra essenza che ci rende leggeri, capaci di sorvolare sopra alle miserie della quotidianità, e che ci fa sentire parte di una comunità più ampia che non ha confini ma orizzonti che non delimitano ma allargano l’appartenenza, la solidarietà, l’empatia.

Invano il sognatore rovista nei suoi vecchi sogni, come fra la cenere, cercandovi una piccola scintilla per soffiarci sopra e riscaldare con il fuoco rinnovato il proprio cuore freddo, e far risorgere ciò che prima gli era così caro, che commuoveva la sua anima, che gli faceva ribollire il sangue, da strappargli le lacrime dagli occhi, così ingannandolo meravigliosamente.

(Fëdor Michajlovič Dostoevskij)

Il primo film dell’installazione video a due canali segue il viaggio di Simin, giovane studentessa d’arte iraniana che viaggiando nelle aree rurali e suburbane del Nuovo Messico fotografa la popolazione residente nelle proprie case, chiedendo alle persone che fotografa di raccontarle tutti i loro sogni recenti. Così mentre gli intervistati dettagliano i loro sogni, lo spettatore viene trasportato in queste narrazioni immaginate insieme a Simin, che viaggia nella mente subconscia di ogni partecipante.

Il secondo film, invece, rivela un aspetto sinistro della protagonista: Simin è in realtà una spia incaricata di catturare ed archiviare i sogni in un bunker disperso tra le montagne del Nuovo Messico. A differenza dei suoi colleghi che lavorano a questo progetto Simin inizia un viaggio introspettivo di incertezza attivato da uno dei soggetti che ha incontrato e che la porta a riflettere sulla pericolosità delle ideologie e politiche oppressive, in America così come in Iran ma che come sempre succede nella pratica artistiche di Neshat diventa una condizione esistenziale universale.

Abbiamo attraversato il Paese in macchina alla ricerca di un paesaggio che assomigliasse allo stesso tempo all'Iran e al sud-ovest americano. Ci siamo stabiliti nel New Mexico non solo per la sua natura spettacolare, ma anche per le sue comunità demograficamente diversificate di nativi americani, afroamericani, ispanici e anglosassoni.

(Shirin Neshat)

Oltre al film, l'installazione fotografica Land of Dreams comprende 111 fotografie di residenti del Nuovo Messico che Shirin Neshat ha catturato durante le riprese. Analogamente a Simin, Neshat ha chiesto ai suoi soggetti di raccontarle i loro sogni, che ha registrato in lingua farsi su molti dei ritratti, insieme ai nomi, alle date e ai luoghi di nascita delle persone raffigurate registrando una profonda connessione con le persone raffigurate e dando forma ad un ritratto potente e coinvolgente dell'America contemporanea.