Passi felpati nel bosco: così mi sussurrava Hugo Pratt una mattina in una galleria di Roma, prima di una sua mostra. Mi parlava, citando un verso di Stevenson della ballata Ticonderoga, degli indiani del Nord America, dei boschi, degli animali, dei coloni, delle divise, di Fort Wheeling.. Wheeling il fumetto che aveva scritto e disegnato durante un lungo periodo di tempo, trent'anni. Sono passati tanti anni da quella mattina a Roma, ma la voce che mi sussurra non si è mai spenta.

(Cristina Taverna, amica di Hugo Pratt e gallerista di Nuages)

Passi silenziosi nel bosco è l' omaggio all'opera Wheeling di Hugo Pratt presentato di recente alla Galleria Nuages di Cristina Taverna a Milano, dove sono esposte 15 tavole originali della storia realizzate nel 1962, in dialogo con 18 acquerelli di Nicola Magrin e la poesia di Marco Steiner.

Da 38 anni, questa galleria dedica la sua attività al mondo dell’illustrazione, del disegno umoristico e al fumetto. Tanti gli artisti, tra cui Moebius, Andrea Pazienza, Milton Glaser, Folon, Lorenzo Mattotti, Matticchio, Sempé, Emanuele Luzzati a cui sono state dedicate più esposizioni spesso legate all’uscita di loro libri realizzati per Nuages.

Wheeling, uscito negli anni '60, prima di Corto Maltese, narra, attraverso delle immagini suggestive, il periodo della Guerra d’indipendenza americana in cui i nativi lottavano contro le colonie inglesi per difendere la loro cultura, le loro terre e la loro libertà, purtroppo persa.

Una storia di amicizie perdute e ritrovate, in cui si viene immersi in una dimensione storica abilmente mescolata con la fantasia. Passi silenziosi nel bosco è un libro d'arte e poesia, capace di ispirare e coinvolgere ogni lettore nel senso più profondo che possiamo dare alla parola natura.

Per vivere il bosco bisogna essere
bosco,
non entrare, passare, guardare, raccogliere, cacciare, bere, riposare, uscire.
No,
non è così,
l’inizio del viaggio è immersione completa,
è come nel mare,
basta chiudere gli occhi,
mollare gli ormeggi
entrare nel flusso,
lasciarsi penetrare dalle fibre, dagli umori del bosco…

(Marco Steiner, I respiri del bosco)

Steiner per la stesura delle poesie, ha ripercorso i passi dell'amico, che gli aveva dato l'attuale pseudonimo, fino a Grandvaux in Svizzera, dove ha trovato i suoi vecchi libri, letto storie e leggende indiane ed ha camminato nei boschi che circondano la casa dove Pratt ha vissuto.

Negli acquerelli di Nicola Magrin, l'elemento fondamentale è quella che lui chiama "acqua sporca" di colore che abbraccia con pennellate leggere la carta. Le sue sono chiazze dall'anima pura e semplice che lasciano spazio all'interpretazione, dialogando con la poesia di Steiner e col segno incisivo di Pratt.

Ancora oggi,
certe volte,
alcuni uomini,
quando restano soli,
quando si immergono profondamente negli immensi silenzi del bosco,
quando si dissolvono fra le ombre degli alberi, quando diventano alberi, foglie e radici,
quando riconoscono il profumo delle ebrezze lontane,
riescono a percepire una presenza,
alcuni la considerano pace,
altri considerano il bramato del cervo come il vero anelito della pura libertà,
non è così,
non è solo così,
quello che sentono
è il respiro del bosco,
che sa trasmettere il sogno,
che popola il sogno,
che concede una nuova possibilità.

(Marco Steiner, I respiri del bosco)

Per i primi esemplari, in italiano e in francese, Nicola Magrin ha raccolto, per ogni volume, un frammento di corteccia di betulla, nel bosco a 1800 metri, in alta Valmalenco, che da sempre ispirano i suoi acquerelli.