Oggi vi parlerò di un'opera che fu realizzata da un pittore che per la dolcezza del suo tratto avrebbe potuto essere paragonato al grande Leonardo, del quale era anche un grande amico. Sto parlando di Lorenzo di Credi, nato a Firenze nel 1459 e formatosi nella grande bottega del Verrocchio, di cui facevano parte alcuni tra gli artisti più importanti del Rinascimento, tra i quali lo stesso Leonardo, Perugino e Botticelli.
Nonostante non fosse il più geniale degli apprendisti di siffatta bottega, Verrocchio lo tenne sempre in grande considerazione, tanto che, quando quest’ultimo andò a Venezia nel 1480 per realizzare il monumento equestre del condottiero Bartolomeo Colleoni, gli affidò la gestione della bottega.
Tra le opere più importanti di Lorenzo possiamo citare la Madonna di Piazza eseguita per la Cattedrale di San Zeno a Pistoia, la Madonna Dreyfus ospitata alla National Gallery Art di Washington e l'Annunciazione degli Uffizi.
Prima di parlare di questo fantastico quadro mi piacerebbe raccontarvi un aneddoto che si ebbe luogo tra i due compagni di bottega Lorenzo e Leonardo. Accadde il 29 di dicembre del 1479 quando entrambi si recarono al Bargello per assistere all’esecuzione di Bernardo Bandini Baroncelli. Egli era l'ultimo dei cospiratori della congiura dei Pazzi in cui era stato assassinato Giuliano dei Medici e ferito il fratello Lorenzo il Magnifico. Durante l’impiccagione o meglio nel momento in cui il Baroncelli stava per essere impiccato, Leonardo tirò fuori una matita e cominciò a disegnare il momento fatidico. Lorenzo, sorpreso, disse all'amico: " Leonardo cosa stai facendo, stai disegnando l'esecuzione di un uomo?" e il grande artista sembra avergli risposto "Sì, non capita spesso un momento così!".
Lorenzo era di 7 anni più giovane dell’artista di Vinci e a lui si inspirò molto soprattutto nel dipinto dell'Annunciazione di cui parleremo adesso. L’opera fu realizzata tra il 1480 e il 1485 per una committenza tutt'ora ignota.
Guardandola sembra quasi di essere a teatro, in un proscenio. Uno dei due attori principali, l'arcangelo Gabriele, ci appare in tutta la sua eleganza, con le braccia incrociate in segno di umiltà e vestito di un manto rosso che copre la tunica celeste. Egli è nell’atto di annunciare a Maria, che metterà al mondo il figlio di Dio in maniera immacolata.
La Vergine, dal dolcissimo volto e dai tratti gentili e morbidi, è in piedi davanti a lui; ha il ginocchio destro leggermente piegato indietro, come a volersi proteggere. Ella appare però molto tranquilla, in contrapposizione a quello che dice il Vangelo di Luca, l'unico degli evangelisti a parlare di questo evento.
Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te». A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.
(Dal Vangelo di Luca, vv. 26-29)
Ecco questo turbamento, qui non lo vediamo. Lorenzo preferisce invece la pacatezza dei gesti e dello sguardo dei protagonisti. Tutto appare come sospeso in attesa della battuta. Di bellissima fattura sono anche le mani di entrambi.
Oltre i tre archi della loggia, in secondo piano, vediamo un viale alberato con a sinistra una chiesa, simbolo di Maria, mentre sul fondo appaiono delle montagne in cui Lorenzo mette a frutto una delle più belle invenzioni di Leonardo, la prospettiva atmosferica.
Le cose viste da vicino ci appaiono nitide mentre da lontano sono sfocate, questo perché tra l'occhio dell'osservatore e l'oggetto finale si frappone l'atmosfera.
In primo piano invece abbiamo una specie di parapetto in cui sono rappresentati in monocromo tre episodi dell'Antico Testamento. Essi ci appiano come dei bassorilievi scolpiti nel porfido. A sinistra vediamo la Creazione, badate bene però, non quella di Adamo bensì di Eva, nel secondo il Peccato Originale dove si mette in evidenza la compartecipazione di Eva nell'atto di prendere il frutto proibito che appare nelle mani di entrambi ed infine la Cacciata dal Paradiso. Lorenzo vuol forse creare un'analogia tra Eva e la Vergine? A voi la risposta.