Prenderà il via ad ottobre 2019 a Frattamaggiore (Na) la I edizione del Festival Francesco Durante, dedicato dalla sua città natale ad uno dei più importanti compositori della Scuola Musicale Napoletana. Fino a dicembre, prestigiosi solisti, cori ed ensemble barocchi eseguiranno musiche del Maestro nelle chiese cittadine.

Il festival sarà inaugurato da una rassegna iconografica esposta nello storico palazzo Niglio Iadicicco. Quindi sarà la volta della musica: aprirà il Quintetto d’archi Napolitano, insieme al soprano Leona Peleskova; seguiranno il coro “Armònia” e poi il coro “Mysterium Vocis” diretto da Rosario Totaro e accompagnato da Sossio Capasso. A dicembre saranno protagoniste le voci soliste di Raffaella Ambrosino e Andrea Ambrosino, insieme al coro “I cantori della Malibran”, accompagnati da Angela Picco e introdotti da Dario Ascoli; chiuderà la rassegna musicale il concerto del Festival Barocco Napoletano con l’Ensemble Barocco “Accademia Reale” diretto da Giovanni Borrelli.

Francesco Durante è considerato tra i massimi esponenti della scena musicale europea del Settecento. Jean-Jacques Rousseau lo definì “le plus grand harmoniste d’Italie, c’est-à-dire du monde”. È stato il protagonista assoluto di una generazione senza eguali di grandi maestri napoletani che comprendeva Leonardo Leo, Nicola Porpora, Francesco Feo e Leonardo Vinci.

Le sue opere ebbero una diffusione enorme, tanto che i suoi manoscritti si trovano nelle più importanti biblioteche italiane ed estere. Insegnò in tre dei quattro conservatori di Napoli, e sotto di lui si formarono musicisti come Pergolesi, Traetta, Jommelli, Piccinni, Sacchini, Guglielmi, Fenaroli.

A differenza dei suoi contemporanei napoletani, come appunto Porpora, Feo, Leo e Vinci, che furono rinomati in Italia e in Europa soprattutto come operisti, Francesco Durante ebbe grande rinomanza grazie alla musica sacra e alle composizioni vocali da camera e strumentali. Ma, anche se non volle mai scrivere opere per la scena, le sue messe, i requiem, le litanie e le lamentazioni contengono momenti fortemente espressivi e drammaturgici.

Già alla fine del XVIII secolo i critici e gli storici della musica erano ammirati dal suo stile, in cui il tardo barocco anticipava l’epoca classica, e la cui sapienza contrappuntistica era temperata da una naturale dolcezza melodica. Per questo motivo, il compositore e storico della musica André Grétry, definì Durante il maestro indiscusso del "contrappunto sentimentale".

Il suo interesse per le questioni teoriche e i metodi didattici e la sua apertura alle nuove idee resero Francesco Durante un maestro ricercato e venerato; quasi 20 anni dopo la sua morte, Burney poté osservare che, tra i lavori di Durante, "messe e mottetti sono ancora usati come modelli di scrittura corretta per gli studenti dei conservatori di Napoli".

Le opere attribuite a Durante sono conservate in oltre 1000 manoscritti del XVIII e XIX secolo. La più popolare ed eseguita delle sue opere sacre è il Magnificat in Si bemolle maggiore a 5 voci (seconda versione), considerato da alcuni l’ideale tra le infinite versioni musicate del cantico mariano, un brano che “nella bellezza della religione celebra la religione della bellezza" (Eduard Hanslick).

Altri capolavori durantiani sono il grande Miserere a 5 voci, dove sono impiegate tutte le figure musicali del maturo stile barocco italiano, e numerose messe, tra cui spicca la Missa in Palestrina. Otto concerti grossi e un concerto per clavicembalo testimoniano ulteriormente il versatile genio compositivo di Durante.

Nelle sue composizioni, contrariamente al suo grande rivale Leonardo Leo, che propendeva per un contrappunto più rigoroso, Durante privilegiava armonie più terse e morbide, che fossero al servizio di un melodismo affettuoso. Eppure nella sua musica si trovano anche dissonanze e modulazioni di grande effetto, (si veda, ad esempio, il Salve regina in Re minore del 1739) e contrasti di temi e di armonie (la Missa in La maggiore a otto voci). Ma quando scriveva le sue opere corali, si preoccupava anche della facilità della esecuzione da parte di cantori spesso non professionisti; viceversa, molte sue arie richiedono un grande virtuosismo da parte dei cantanti.

Rispetto ad altri napoletani, Francesco Durante non fu prolifico, ma, pur nel rispetto della tradizione e degli stilemi della Scuola Napoletana, ha sempre ricercato idee e soluzioni innovative che potessero poi diventare un modello da seguire per i suoi allievi. La centralità della sua figura nello sviluppo della musica sacra del XVIII secolo e il valore dei suoi contributi alla musica vocale e strumentale, sono ormai principi indiscussi per i musicologi e gli storici della musica.