Forse la cosa più importante che portiamo ad un'altra persona è il silenzio dentro di noi, non quel tipo di silenzio che è pieno di critiche inespresse o di chiusura all’altra.
Parlo di quel silenzio che è un luogo di rifugio,
di riposo, di accettazione delle persone così come sono.
Siamo tutti affamati di questo altro genere di silenzio.

(R. N. Remen)

In questi giorni sento una grande esigenza di silenzio, di lontananza dall’eccesso di parole inutili, buttate lì a caso, per impressionare, per trovare un’impossibile risposta, per ferire, per sentirsi all’altezza della situazione o molto intelligenti. Parole cercate e pronunciate soltanto per coprire il silenzio.

Una fuga o un incontro?

Nel silenzio si incontra qualcosa. Puoi vivere un momento estatico di collegamento con l’intera bellezza del Creato oppure può rivelarsi un momento di puro terrore. Allora mi chiedo: “Il nostro tempo è irreparabilmente inquinato dal rumore? Nel rumore, si sfugge necessariamente a qualcosa”?

Conosco persone che senza il loro smartphone si sentono disorientate, come in preda a una vertigine, altri invece che da soli, dentro una casa silenziosa, senza persone intorno o radio/Tv accese vanno in panico.

E tu, hai mai provato a fare silenzio ‘sul serio’? Sembra un’arte difficile da praticare, il silenzio. Un silenzio dove non fare, non parlare, non pensare… A volte ho l’impressione che certe persone temano il silenzio come se dovessero entrare in una stanza buia, abitata da invisibili presenze ultraterrene.

Ti è mai capitato di viaggiare in treno nelle cosiddette ‘aree silenzio’? Sono luoghi dove in molti scordano la buona regola di uscire dallo scompartimento se devono parlare con qualcuno e dimenticano la suoneria del cellulare accesa. Disattenzione o poca educazione? Il silenzio sembra difficile da raggiungere.

Il silenzio è davvero così difficile?

Mi sono chiesta perché il silenzio sia così difficile. Ognuno di voi avrà la sua risposta. Qui desidero condividere con voi la mia riflessione. Ho la sensazione che, nel silenzio, ‘quel’ dolore antico, quella inconfessata tristezza che ti porti dentro, quel ‘canto’ di dolore senza tempo possa affiorare, manifestarsi, esprimere la sua voce senza suoni.

Ti sei mai chiesto cosa accade nel tuo silenzio?

C’è una strana attitudine dell’essere umano, a cui tutti sembrano prestare poca attenzione: un atteggiamento che spesso diventa auto sabotante. “E’ più facile aspettarsi qualcosa di brutto che accogliere qualcosa di inaspettatamente bello”.

E se, al contrario, l’incontro con il tuo silenzio fosse un esperimento interessante?

Un esperimento interessante

Ti invito a metterti seduto da solo sul divano, così per gioco, in silenzio, senza fare nulla: soltanto per incontrare il silenzio. Suona strano, vero? Accoccolato nel morbido sedile, vivi un piccolo indescrivibile momento, in cui senti che il tuo cuore batte, il tuo respiro entra ed esce e i pensieri arrivano. Uno alla volta o a frotte. Come sempre. Alcuni sono agguerriti o preoccupati, altri perfino arrabbiati, furiosi, giudicanti…

Fai un altro respiro e ti accorgi che stai respirando il silenzio, la penombra che hai intorno e altro ancora. Forse le palpebre iniziano a socchiudersi...

Una sorprendente scoperta

E lì, seduto in silenzio sul divano, potresti rimanere sorpreso.

E se…

E se…. al posto di quel malessere quasi abituale ci fosse qualcosa che assomiglia di più a una gioia impalpabile e sottile? Insospettata. Arrivata lì, del tutto senza preavviso. Un giorno questo mi è accaduto.

La ricca semplicità di un momento perfetto, che non chiede nulla in cambio.

Un’azione leggera e priva di sforzo, la bellezza di un momento di silenzio. Potresti ricordare o intuire qualcosa che va oltre il momento specifico, una sottile e vigorosa forza su cui costruire un’intera vita. Un indefinibile luogo dove le risposte che stai cercando iniziano a risuonare. Potenti e gentili. Come le parole di un maestro dal sorriso ineffabile.

Tutti zitti! Parla il silenzio.

Forse è venuto il momento di smettere di parlare.

Il silenzio insegna.