Il claim della mia attività di psicologa, sia in campo clinico che in psicoarchitettura, è “Happy life”.
Oggi cercherò di raccontare il perché della scelta di questo claim e soprattutto i vantaggi di aderire a questa prospettiva. Nel fare questo, farò inevitabilmente riferimento ad alcuni capisaldi del mio modus operandi, che regolarmente seguo nel mio lavoro ma anche nella mia vita in generale.
Il perchè della scelta del claim “happy life”
Distinguiamo subito la vita felice dalla superficialità. Esiste infatti un’opinione diffusa, secondo la quale chi è sereno e felice è tale perché non ha problemi, attraversa giornate leggere, prive del minimo dissapore e della minima difficoltà. Secondo questa visione, la felicità è il frutto casuale di fato e fortuna, è un vento che gira a favore dei desideri. Sempre secondo questa visione della felicità, chi si mostra sereno utilizza una maschera per malcelare i propri dolori, oppure mente drasticamente e porta avanti una logica manipolatoria su sé stesso e sugli altri, vivendo in un alone di falsità. O ancora, secondo quest’ottica, chi è felice non è altro che un superficiale, che naviga in acque tranquille trascurando le cose essenziali della vita, dimentico dei problemi e dei doveri. Una sorta di allegro giullare che si permette di trastullarsi di cose liete perché i doveri e la sostanza delle cose gli appaiono estranei.
Questa non è la mia visione di vita felice.
Per me, cioè nella mia logica, personale e professionale, la felicità è uno stile di vita, una scelta consapevole, una decisione ferma e salda. Tale prospettiva, che non ha nulla a che vedere con la superficialità, si basa su alcuni capisaldi che cercherò di riassumere:
L'apprezzamento delle piccole cose: prestare attenzione ai piccoli dettagli di una giornata, a tutti quei momenti che portano qualcosa di positivo. Si noterà che, se vi prestiamo attenzione, queste piccole cose, questi piccoli momenti, sono tanti, a volte tantissimi e ci sorprendono proprio perché normalmente, o prima, non vi facevamo caso. Molte volte sono cose che davamo per scontate, cose che ci sembravano una sorta di “dovuto” ma che, se guardate con uno sguardo limpido e pieno di stupore, appaiono in modo diverso, come un qualcosa di bello, appagante, particolare. Qualcosa di luminoso anche nella giornata più difficile e buia.
La focalizzazione sulle cose positive, sulle conquiste, sui piccoli o grandi successi, sui particolari anche minimi che, sin dal mattino, arrivano e se siamo attenti notiamo nel mondo che ci circonda.
La gratitudine, che è quell’atteggiamento di riconoscimento del bello e del buono che la vita ci offre. Un atteggiamento che si coltiva, non dando più per scontate le cose.
L’apertura continua verso le possibilità: mantenendo la mente aperta, senza preclusioni e senza rigide chiusure mentali, si lascia spazio alle cose belle che arrivano, come “attratte” dal nostro atteggiamento stesso.
La sensibilizzazione verso i bisogni profondi del mondo e delle persone che si rivolgono a noi: si tratta di quella capacità denominata empatia, che certamente è una dote che può essere già presente nel soggetto, ma che può anche essere stimolata e coltivata.
L’adeguamento ai ritmi circadiani, ai ritmi della natura, con attenzione ad adattare le abitudini alle capacità elettive dell’organismo nelle diverse ore della giornata e delle stagioni.
La gentilezza, cioè il continuo utilizzo di un registro basato sulla correttezza, sul rispetto, su modalità ferme ma sempre gentili verso l’altro, indipendentemente dal registro che utilizza l’altra persona. Ciò significa che, anche se incontriamo persone che non ci rispettano, che mostrano arroganza, che mentono, noi cerchiamo di mantenere lo stile rispettoso e gentile indipendentemente da tutto. La gentilezza non si piega all’arroganza e all’odio.
Questi capisaldi sono particolarmente importanti oggi, proprio perché trascurati. Oggi siamo immersi in un clima carico di aggressività, di odio, di menzogna, di arrivismo. Oggi pare che la furbizia sia ciò che salva, sembra che alzare la voce sia la soluzione di tutto, che la vittoria ed il predominio sull’altro rappresentino la soluzione per farcela nel mondo.
Oggi la politica e la comunicazione sono purtroppo imperniate sulla mancanza di rispetto, su livelli bassi, infimi di relazione, su un costante calcare la mano sulle notizie negative, trascurando completamente le cose belle che accadono.
Proprio per questo, i capisaldi della felicità, dal primo all’ultimo, rappresentano una risposta, una risposta alternativa e decisamente forte, anche se di una forza diversa da quella dell’aggressività selvaggia che impera.
I vantaggi di aderire alla prospettiva “happy life”
Adottare questo stile di vita incentrato sulla felicità e basato sui capisaldi descritti in maniera sintetica ma spero efficace porta due importantissimi vantaggi.
Innanzitutto, un netto miglioramento della salute psicofisica della persona, che vede ridursi lo stress, accresce la capacità di gestire le cose, migliora l’umore e la voglia di fare, si apre alle relazioni sociali positive, iniziando a risplendere di gioia e di freschezza.
In secondo luogo, che lo si creda o no, la persona che si pone in un atteggiamento positivo, aperto, rispettoso e che segue tutti i capisaldi descritti si troverà ad avere una vita più bella, più piena, più positiva. E, che lo si creda o no, più fortunata.
Sì, perché la felicità e la fortuna vanno insieme, si attirano l’una con l’altra come calamite, facendo brillare la sorte e la vita.















