Noi tutti viviamo condizioni o situazioni che ci creano disagio e ogni tanto, per stanchezza, paura delle reazioni altrui, voglia di evitare liti, o insicurezza, lasciamo che le emozioni ad esse associate rimangano dentro di noi.

Ci sono persone che sono bravissime, almeno in apparenza, a “lasciarsi scivolare” addosso le cose, ad aspettare che passi il malessere di picco e poi a proseguire come se niente fosse. Si tratta spesso di un modo per difendersi, per concentrarsi solo sul positivo e per non appesantirsi… Il fatto è, però, che a lungo andare ciò che abbiamo dentro, in termini di emozioni, sentimenti e sensazioni, si trasforma e nella maggior parte dei casi muta, ingigantendosi.

Ti è mai capitato di discutere con il partner per una faccenda di poco conto e d’improvviso sentire riferimenti a discussioni o vicende precedenti che nulla c’entrano con il presente? Questo avviene di norma perché non c’è stata risoluzione effettiva degli episodi passati e ciò genera una discussione ben più aspra e spiacevole rispetto alla questione che stavate affrontando.

Un altro esempio è quando ci teniamo dentro qualcosa, come un atteggiamento di un figlio, amico, moglie/marito, collega… e ogni volta che lo notiamo ci infastidisce un po’ di più; magari non vogliamo risultare pesanti e continuiamo a nasconderlo in buona fede e poi invece capita un fatto che ci fa arrabbiare, ed ecco che “sputiamo fuori” tutto con un veleno e una rabbia totalmente sproporzionati.

Non sempre i rapporti sono semplici; pensa per esempio alla relazione con l’ex coniuge, specie quando si hanno dei figli in comune. Lì diventa più difficile interfacciarsi con serenità, ma si è costretti a farlo e così ogni tanto, per “quieto vivere” e per la tranquillità dei propri pargoli, si mandano giù bocconi amari che altro non fanno che inasprire di più quel rapporto e rendere ancora più fastidiose le comunicazioni. Ancora, un figlio in età adolescenziale: per paura di un allontanamento o di qualche suo colpo di testa, alcuni genitori evitano di evidenziare ciò che andrebbe modificato… anche in questo caso le conseguenze non sono delle migliori. Una donna innamorata che non vuole perdere il suo compagno: non è raro che decida di far finta di nulla di fronte a battute poco piacevoli, o a comportamenti non del tutto rispettosi.

Insomma, di esempi ce ne sono tanti e di diversa natura; sta di fatto che tutto ciò che teniamo dentro, tende a marcire e piano piano ci logora. È chiaro che non si può attaccare verbalmente qualsiasi persona che abbia fatto o detto qualcosa che non ci piace, specie quando si è in preda alla rabbia. In questo caso è sempre consigliabile lasciare che quell’emozione si plachi e poi riprendere o iniziare un discorso razionale, equilibrato, ma pienamente focalizzato alla risoluzione del problema, o anche solo esprimere ciò che si prova in modo corretto e adeguato alla situazione. Non è sempre facile trovare il momento e la modalità più giusti per dire qualcosa; a volte è necessario che anche l’altro sia calmo per parlarne e quindi bisogna sapere aspettare. Nel frattempo che si fa?

Personalmente rientro tra quelle persone che stanno fisicamente male quando reprimono un disagio: tendo – io come moltissimi altri – a somatizzare, cioè a rendere organico un malessere psicologico… e allora ecco che mi viene il mal di testa, o mi si gonfia la pancia, o addirittura mi si irritano le gengive. Sembra strano, ma si tratta di un processo del tutto naturale che passa quando mi libero dal pensiero che ha generato quel fastidio.

Quando non riesco a esprimere ciò che penso come vorrei e magari comprendo che devo aspettare il momento giusto per farlo, uso un metodo che con me ha un enorme successo: scrivo. Metto su carta, o su pc, tutto ciò che vorrei dire ma non posso; racconto la vicenda dal mio punto di vista, la analizzo tentando di capire anche visuali diverse dalle mie. Mi aiuta tantissimo.

Altri preferiscono muoversi: andare a fare una passeggiata, oppure praticare uno sport, riordinare casa, oppure sfogarsi con le amiche. Altri ancora meditano. Poi però il momento arriva e lì è giusto, in primo luogo per se stessi, poter “tirar fuori” finalmente la questione, magari con più calma e lucidità.

Comunicare è uno dei metodi per risolvere le cose; comunicare bene e con il dovuto modo a seconda della persona che abbiamo di fronte, è senza dubbio quello migliore. Se proprio non ti è possibile comunicare, allora trova un metodo che ti permetta di sfogare ciò che ti fa stare male; l’importante è non rimuginare e basta, anzi, liberare il proprio malessere.