Per tutte le pagine del romanzo di Cognetti, si ha la sensazione che l'autore stia facendo al lettore una confidenza vera e propria, svelandogli qualcosa di molto intimo, che probabilmente solo attraverso la sua penna noi lettori riusciamo a cogliere.

Un viaggio a ritroso, quello dell'autore, che si sofferma molto sui primissimi anni della sua infanzia, quelli che molti di noi spesso non ricordano. Ricostruire la propria vita è uno sforzo e c'è molta lucidità da parte dell'autore nel farlo. Cognetti cerca di raccontarci la condizione di alienazione dell'individuo, sicuramente smarrito oppure, sì alienato, ma forse collocato nel posto giusto, tra le sue immense montagne.

Alcuni momenti nella vita dei protagonisti si sovrappongono, si intersecano, tutti loro si incontrano nei discorsi, quando meno te l'aspetti e giungono alle medesime riflessioni, quasi a dimostrare che l'angoscia dell'uomo è identica per chiunque e, nel peggiore dei casi, annienta l'identità.

Ogni punto di vista merita di emergere, è dosato, sembra non urtare mai la sensibilità degli altri. In questo senso, è un romanzo delicatissimo. Forse è proprio la sensazione di sfiorare l'anima dei protagonisti, in modo mai invasivo, ad essere uno dei punti di forza del romanzo, oltre alla grande dose di emotività (tuttavia, c'è da chiedersi quale struttura “emotiva” avrebbe avuto il romanzo senza la storia di Pietro e Bruno e se la magia delle montagne, da sola, sarebbe bastata).

Lo squilibrio tra prima e seconda parte

Tra la prima e la seconda parte del romanzo c'è un calo della suspense, come se ciò andasse di pari passo con l'invecchiare dei due protagonisti, che a un certo punto della loro esistenza, non sono più in grado di vivere con lo stesso entusiasmo che, fino ad allora, li aveva contraddistinti quand'erano assieme. Mentre nel mezzo della storia ci chiediamo come potrebbe andare a finire tra i due, Bruno svanisce ancor prima della notizia della sua scomparsa. Eppure è sempre presente nel cuore di Pietro. Possibile che prevalga una sorta di rassegnazione? E cioè, dopo l'alienazione amata e desiderata dall'uomo che ha trovato il suo rifugio nelle montagne, c'è forse il bisogno di tornare con i piedi per terra, a valle, e di accettare la realtà semplicemente per quella che è, accettando dunque la sparizione di Bruno? Sul cuore di Pietro non si abbattono più valanghe? Seppure Pietro dichiara di conoscerlo come le sue tasche e ci racconta alcune sue sfumature caratteriali, Bruno resta un personaggio ambiguo. Sarebbe stato bello conoscere di più i suoi ragionamenti.

La storia tra Bruno e Lara

Contro ogni aspettativa, Bruno, così ricco di risorse, si piega alla routine, sceglie una vita equilibrata e tranquilla. Quella tra lui e Lara non sembra affatto una storia d'amore, sin dall'inizio. Evidentemente il legame tra i due viene completamente oscurato dall'incredibile e potentissima amicizia con Pietro: sono e restano solo loro due il motore del romanzo.

L'evasione di Pietro

Non sappiamo da cosa scappi davvero il protagonista ma di certo segue il corso degli eventi e li asseconda con molto coraggio. Pietro è riflessivo, profondo, empatico, un attento osservatore, eppure c'è qualcosa che lo turba, ha un'indole caratteriale inquieta. Torna sui suoi passi per ritrovare la felicità. Intraprende, crescendo, un nuovo cammino che così nuovo poi non è. Senza le montagne che ci circondano e proteggono, senza la natura, senza una mappa, scritta o no, su cui poterci orientare, noi tutti saremmo persi?

L'hobby horse del padre di Pietro

Senza fare accostamenti azzardati, il padre di Pietro, Giovanni, con il suo amore smisurato per la montagna, ricorda un po' lo zio Toby del Tristram Shandy di Sterne, con le sue ossessioni e il suo essere sconnesso da tutto il resto. Lo zio Toby riproduce la realtà così come è raffigurata nella sua testa e, nonostante la distanza tra lui e il mondo di cui è ospite, riesce a vivere come vuole, a ritagliarsi il suo spazio fatto di convinzioni e certezze. Anche il padre di Pietro sta bene nel suo piccolo mondo, è intrappolato nelle sue gabbie mentali ma molto più libero della stragrande maggioranza degli uomini.