Le nuove sfide lanciate dalle tecnologie innovative, dagli strumenti all’avanguardia, ma soprattutto dai nuovi modelli organizzativi che si stanno ancora sviluppando nel campo dell’Ingegneria, dell’Architettura e delle Costruzioni in genere – come la Wikinomics, il BIM, la Stampa 3D, la Tecnologia Blockchain, i bitcoin, gli Smart Contracts e le Organizzazioni Esponenziali, sono il tema di cui oggi parleremo con l’ingegnere Patrizia Boi.

Quando hai incominciato a occuparti di questa innovazione?

Non più di un anno fa, su proposta di mio fratello Maurizio. Era tempo che mi parlava dell’innovazione in campo ingegneristico, che leggeva molti libri sull’argomento, per lo più in inglese. Poi ha pensato che, unendo le forze, avremmo potuto mettere ordine su una serie di argomenti di cui lui aveva evidenziato le linee essenziali. In un primo momento ho dubitato che ce l’avrei fatta, io considero l’Ingegneria un lavoro che mi consente di vivere, la letteratura, invece, un modo per espandere la mia anima. A un tratto, però, mi sono resa conto che avevo l’opportunità di guardare anche all’Ingegneria con una prospettiva diversa e riflettere sull’innovazione, non solo da professionista, ma come chiunque voglia comprendere in modo semplice cosa sta accadendo alle nostre professioni nel mondo globale. Avevo appena finito di scrivere la fiaba olfattiva Kalika, la profumiera di Katai e intendevo trasformarla in un cartone animato da proporre alla Disney, invece, questa nuova ricerca, ha finito per assorbirmi totalmente.

Come nascono le tue riflessioni sulle prospettive future dell’Ingegneria?

Il punto di partenza è un tipo come Leonardo, aperto all’esplorazione dei campi più disparati del sapere, geniale e creativo, capace di guardare all’innovazione con occhi incantati. La cosa formidabile è che pure il punto di arrivo si concretizza in una specie di Leonardo, ma non in una persona sola, bensì in un organismo vivente generato dall’Intelligenza Collettiva diffusa nel pianeta. Non più un genio costretto in un mondo circoscritto, ma il genio elevato all’ennesima potenza della parte più creativa presente in una moltitudine di individui, un cervello globale che può facilmente e celermente costituirsi mediante la connessione resa possibile attraverso i Network. Con mio fratello Maurizio abbiamo pensato a come facilitare, utilizzando una serie di strumenti, la ‘collaborazione’ globale, in tutte le lingue, di tutte le possibili Intelligenze presenti nei Paesi più disparati del Globo per addivenire ad una capacità ‘amplificata’ dalla connessione e connettività e dar luogo ad una Intelligenza elevata all’ennesima potenza. A questo scopo Maurizio ha già creato, circa un anno fa, il Network Collaborativo CollEngWorld, ed è assolutamente determinato a mettere in atto questo progetto.

E questa, diciamo ‘missione’, ti trova d’accordo?

Se non mi avesse trovato d’accordo, non avrei nemmeno iniziato ad interessarmi alla ‘collaborazione’, non scrivo per denaro, per ambizione, per aumentare il mio potere, ma lo faccio per un’esigenza interiore di conoscere quel poco che si può conoscere, per chiarire ogni dubbio dentro di me, per esplorare quel mondo nascosto che emerge nel silenzio di noi stessi e per integrare parti in conflitto nella mia esistenza. Fin da piccola, indipendentemente dai miei studi di Ingegneria, sono sempre stata convinta che gli Esseri umani facessero parte di un Organismo vivente che respira grazie alla creatività diffusa nel pianeta, che gli individui fossero tutti connessi a livello sottile e che nessun incontro avvenisse in modo completamente casuale. Sono sempre stata attenta alla ‘sincronicità’ Junghiana e sono certa che ogni momento più difficile della vita sia sempre una grande opportunità per superare un conflitto, un momento di stasi, un dubbio, per rinascere dalle proprie ceneri come una fenice. Sono una ‘guerriera spirituale’ e non mi faccio condizionare facilmente, percorro le mie strade del cuore anche se non arrivo da nessuna parte, mi offrono però lo stimolo per riflettere sul senso dell’esistenza. Negli ultimi anni ho scoperto la ‘Equazione di Dirac’, la Fisica Quantistica, il libro di Fritjof Capra Il Tao della Fisica, i cammini spirituali dei Grandi Maestri, le teorie dei russi Grabovoj e Petrov e ho cercato di conciliare ogni visione e trovarne un senso comune. Questa ricerca effettuata si è condensata in un volume, scritto a quattro mani con mio fratello dandomi l’opportunità di integrare la visione tecnico - scientifica con la mia anima letteraria e con la tensione spirituale verso il superamento metafisico di ogni aspetto materiale volto all’espansione della coscienza collettiva dell’Umanità, aspetto, quest’ultimo che condivido sia con Maurizio che con Sergio Pessolano.

Con quali obiettivi avete coinvolto il fotografo come Sergio Pessolano?

Stavolta l’idea è stata mia, visto che Maurizio, vivendo a Cagliari, non conosceva Sergio. Maurizio mi aveva chiesto di cercare delle immagini per gli ultimi capitoli del libro e io gli ho proposto delle favolose immagini di capanne, abitazioni primitive, ambientazioni che Sergio aveva scattato nei suoi numerosi viaggi. Nonostante Maurizio ami molto i grafici e le illustrazioni ingegneristiche, è rimasto affascinato da quelle fotografie. È stato subito colpito anche dall’immagine di copertina, sempre di Sergio, per tutte le variopinte connessioni che rappresentava e per quelle parabole illuminate aperte verso il cielo. Ha intuito immediatamente il senso della connettività e dell’apertura verso il Tutto. Claudia Bisceglia, poi, la nostra editor, che ammirava molto le foto di Pessolano, mi ha chiesto di trovare una foto tag per ogni capitolo del libro che ne condensasse il messaggio in modo intuitivo, quindi, il gioco ci ha preso la mano e abbiamo eliminato la maggior parte dei grafici e, laddove era possibile, abbiamo utilizzato solo le foto di Sergio.

E Sergio Pessolano è stato contento di partecipare al progetto? Sergio è un medico, un appassionato di astrofisica e le fotografie sono la sua vita. Quando ha visto le sue immagini usate per rappresentare concetti di ingegneria innovativa, ne è stato semplicemente entusiasta. Riflettere sul nuovo significato dato alle sue foto gli ha fornito un grande stimolo, è stato un modo per guardarle da un’altra prospettiva. Analogamente, Maurizio, ha potuto vedere gli argomenti a lui cari espressi secondo un nuovo punto di vista, innovativo a suo modo. Del resto l’osservatore influenza il fenomeno, la scelta delle immagini effettuate da me e Claudia, dalla nostra percezione femminile, ha stupito Maurizio, ma ancor di più ha meravigliato Sergio stesso che ha dovuto imparare a guardare le sue stesse foto accogliendo un altro messaggio del loro originario dettato.

Prima hai parlato dell’Equazione di Dirac, che significato, a tuo avviso, racchiude?

Mi ha sempre attratto la sua forma elegante e armonica e (∂ + m) ψ = 0 e il suo enunciato: «Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini, quello che accade a uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri o anni luce». Essa descrive il fenomeno quantistico dell’entanglement e conduce alla considerazione che se noi abbiamo fatto parte dell’Universo considerato come un enorme organismo vivente, ancora possiamo essere «soggetti ad una sorta di legame che ci rende partecipi di quell’inconscio collettivo che determina la nostra evoluzione o la nostra involuzione». E io ho sempre creduto che fosse così nella mia parte bambina, quella che mi fa scrivere fiabe, racconti e filastrocche, in quel nocciolo presente in tutti noi che Cristina Vignato definisce come l’Archivio Akashico «un illimitato “libro della vita”, una sorta di supercomputer dell’Universo, una memoria che contiene ogni azione, parola, sentimento, pensiero, nonché tutte le informazioni su ogni essere animato e inanimato che sia mai esistito nell’intero Universo e in qualsiasi momento dell’eternità». La ‘Collaborazione’ è insita nella mia natura e nella natura di tutti gli Esseri Viventi e questo ce lo insegnano le «organizzazioni animali, come possiamo osservare negli stormi di uccelli, nelle mandrie di mammiferi ungulati, nei banchi di pesci e di delfini, nelle colonie di termiti, formiche e api, nei gruppi di scimpanzé e di elefanti».

Proprio per questo motivo, quando Patrizia mi ha chiesto di scrivere un capitolo dedicato all’innovazione nel campo del Restauro, ho accettato con entusiasmo. E così sono entrato in contatto con Sergio, con Maurizio, con i collaboratori di Maurizio, in particolare con l’Arch. Giovanni Cappai che ha curato le immagini tecniche, con l’Ing. Moreno Cossu che si è occupato della Direzioni Lavori 4.0, con lo staff della casa editrice, soprattutto con l’Arch. Claudia Bisceglia che si è occupata dell’editing, con l’Arch. Williams Troiano che ha fornito un approfondimento sullo Scanner Laser e con tanti altri. Mi sono, quindi, chiesto: cos’altro è quest’opera se non l’occasione per fornire un esempio di ‘Collaborazione’?

Per maggiori informazioni:
Maurizio e Patrizia Boi, Ingegneria Elevatoᵑ- Ingegneria del Futuro o Futuro dell’Ingegneria?, dei Merangoli Editrice, Anno 2017 – 150 Immagini Colore/Bn di Sergio Pessolano