Laureata in fisica, che ha insegnato negli istituti superiori milanesi, Anna Scavuzzo ha un’esperienza nell’ambito delle tecnologie informatiche applicate, comunità virtuali, pubblica amministrazione in rete, formazione a distanza, trasfondendo poi queste competenze – assieme alla sua esperienza di volontariato nell’ambiente scout dell’AGESCI - nel suo impegno politico nell’Amministrazione comunale milanese di cui è stata consigliera con delega all’Agricoltura, ambiente, parchi e giovani già nella precedente giunta. Attualmente è vice-sindaca e Assessore all’Educazione.

Cosa vuole raccontarci di sé?

Il modo migliore per parlare di me è attraverso le passioni che hanno guidato le scelte più importanti della mia vita. Quella per la scienza, che mi ha portato a laurearmi in fisica e poi a lavorare nell’ambito delle tecnologie informatiche applicate. Quella per l’insegnamento, che mi ha convinto a lasciare il mondo delle imprese private per diventare un’insegnante. E, soprattutto, quella per l’impegno civile, che mi ha sempre accompagnato, prima nell’ambiente scout dell’Agesci e nel volontariato, in Italia e all’estero, e poi in politica.

Quali sono state le motivazioni che l’hanno spinta a impegnarsi nell’attività politica?

L’attenzione agli altri, alla cosa pubblica, al miglioramento partecipato della città e il desiderio di impegnarsi in prima persona e assumersi responsabilità sono le motivazioni che mi hanno sempre accompagnato in esperienze eccezionali di volontariato, tra le quali riveste un posto speciale nel mio cuore quella svolta per anni a Sarajevo e in Bosnia Erzegovina dopo le guerre degli anni '90. I cinque anni in Consiglio comunale a Milano mi hanno aiutato a comprendere l'importanza dell’attività amministrativa e la possibilità di cambiamento reale che si può agire con la buona Politica.

La vice-Sindaca Anna Scavuzzo come si concilia con la signora Anna Scavuzzo?

Con molta fatica, soprattutto in questi primi mesi: sto cercando di equilibrare il mio impegno pubblico con la mia vita privata. Confido che nei prossimi tempi, quando la mia macchina organizzativa sarà più oliata, le giornate acquisiscano ritmi meno frenetici. Per fortuna mio marito è molto paziente.

Vice-Sindaca di una metropoli internazionale come Milano: significa che le donne stanno raggiungendo anche nelle funzioni direttive, quella parità che era stata sempre loro negata, o esistono ancora discriminazioni e pregiudizi?

Sì, le donne stanno raggiungendo sempre più ruoli decisionali e, soprattutto a Milano, cresce la percezione collettiva delle grandi responsabilità di cui si fanno carico con competenza e passione. Basti ricordare che la nostra città ha già avuto una sindaco e quattro vice-sindache donna. La parità di genere, però, ancora non è un dato acquisito. E la strada da percorrere è ancora lunga.

Stereotipo e realtà della donna milanese

Lo stereotipo più ricorrente immagina la donna milanese come una donna sempre di corsa, travolta da mille impegni personali e professionali, una persona multitasking e forse un po’ nevrotica, sempre molto curiosa nei confronti della vita e del mondo, interessata al nuovo e al bello. La realtà, secondo me, si avvicina allo stereotipo, anche se con più umanità e meno nevrosi!

Ha la delega all’Istruzione: cosa si potrebbe fare per avvicinare i giovani e gli studenti alla conoscenza della storia e delle tradizioni della loro città?

Continuare a sostenere, come già facciamo da diversi anni, i tanti progetti extrascolastici che puntano alla promozione e alla conoscenza della nostra città. Tutti quei progetti che portano i nostri studenti "fuori classe" per conoscere una città spesso discreta e nascosta, capace di stupire e commuovere. Mi appassionano quei progetti che puntano sull'efficacia dell’insegnamento tra pari, accompagnando gli allievi alla scoperta di Milano, con tutte le sue ricchezze e tradizioni, con studenti universitari come tutor d’eccezione.

Immagini di affacciarsi dall’ultimo piano del Pirellone: cosa appaga la sua vista e cosa non vorrebbe vedere di Milano?

Ovviamente non vorrei vedere la cappa di grigio, che oscura la visuale soprattutto nelle giornate autunnali di nebbia. Così, con il cielo limpido, potrei ammirare la bellezza di una città policentrica, che oltre a piazza Duomo ha diverse polarità di grande interesse, anche nelle cosiddette periferie. Mi basti citare Baggio, con il suo centro antico che evoca una città nascosta nella Città, Quarto Oggiaro, rinata grazie alla grande collaborazione tra le associazioni del territorio e le istituzioni pubbliche, oppure la varietà e la vitalità di storie e di esperienze di via Padova, dove sono cresciuta.

Donna milanese tra le donne milanesi…

Già a prima vista, osservando l’attività che ogni giorno si svolge nelle strade, nelle piazze e negli uffici della nostra città, la presenza delle donne risulta determinante per Milano: donne manager, studentesse, insegnanti, mamme, impiegate, casalinghe, pensionate, camminano o, molto spesso, corrono da una parte all’altra, tra casa e lavoro, per costruirsi una carriera, per accompagnare i figli a scuola, per formarsi, per accudire le proprie famiglie, per portare a termine impegni professionali, per fare la spesa o semplicemente per divertirsi in compagnia. Milano è animata, innovata e plasmata dalle donne, protagoniste della vita cittadina come forse in nessun altra città d’Italia, dalle piccole incombenze quotidiane ai grandi risultati in campo economico, sociale, artistico e culturale. A Milano sono nate le importanti ricerche scientifiche di Elena Cattaneo e le toccanti liriche di Vivian Lamarque, qui si è sviluppato il pensiero critico di Lea Melandri, e il giovane talento musicale di Arianna Dotto, le creazioni di moda di Marina Spadafora e le opere teatrali di Serena Sinigaglia. Che cosa le accomuna? Che cosa rende significante e significativo il loro essere donne nel guardare alla produzione del pensiero, della scienza e della politica? Io penso che a fare la differenza sia la volontà delle donne di puntare con coraggio a progetti di lungo periodo senza fermarsi per attendere un ritorno immediato. E, allo stesso tempo, la loro capacità di impegnarsi in programmi di ampio respiro senza perdere l’attenzione per i piccoli dettagli di cui è fatto il vivere quotidiano. E Milano le aiuta e le sostiene, esalta la loro abilità nell’unire le forze, nel fare rete tra associazioni e singole, per uscire dalla segmentazione e sviluppare progettualità comuni.