Il 6 maggio si è aperta ufficialmente la 56ma Edizione della Biennale di Venezia. Molti i progetti presentati con la consueta doppia opzione, sia della mostra personale che del Padiglione, che presentava una collettiva di artisti, come ad esempio l’esposizione del Padiglione Italia.

Tra arte più o meno provocatoria, si è avvertita anche un’arte sottile e leggera, evocante in un certo qual modo il mondo dei sogni. A questo proposito ha catturato la mia attenzione il progetto Rêvolutions, creato site specifically per il Padiglione Francese dell’artista Céleste Boursier- Mougenot e curato da Emma Lavigne. L’aspettativa per il Padiglione Francese era notevole, infatti per la prima volta da quando la Francia è inserita regolarmente nel contesto della Biennale, i grandi Ministri hanno indetto una open call per selezionare l’artista e il curatore: il progetto Rêvolutions è risultato vincente su altri 35 progetti presentati. Il 2015, oltre ad essere l’anno della ricorrenza della Biennale di Venezia, è anche l’anno di EXPO Milano – che come si sa, ha come tema principale lo slogan: Nutrire Il Pianeta - Feed the Planet. Il progetto Rêvolutions si inserisce perfettamente all’interno di questa cornice.

Céleste Boursier colloca tre Piante, che a sorpresa si muoveranno naturalmente seguendo il proprio metabolismo, così come accade in natura. Il sistema elettrico che le muove ne estrae anche il suono dell’ambiente naturale. Inoltre, gli alberi si muoveranno sotto i soffitti open air del Padiglione Francese, che sarà lasciato appositamente scoperto per la durata della Biennale. Le piante introdotte dall’artista si inseriscono molto bene nel contesto veneziano riportando come primo approccio alla memoria dello spettatore la grandezza dei Giardini Manieristici italiani. Oltre all’aspetto di abbellimento, l’intenzione di Boursier è anche di denunciare e volere abolire l’esistenza dei Sistemi che sono utilizzati per il controllo sugli Esseri Umani e i relativi movimenti, e comporre un lavoro poetico che vuole offrire all’Umanità uno spazio in cui vivere, caratterizzato da libertà e grande bellezza.

Come ricorda Emma Lavigne all’interno del catalogo realizzato per la mostra Pavilion with The Sound of its Own Making – “Il lavoro di Céleste Boursier- Mougent aspira a rendere visibili gli elementi fondamentali dello spazio, prolungarli al fine di creare un'esperienza di percezione estesa”. Alla 56ma Biennale di Venezia, il Padiglione Francese diviene il teatro a cielo aperto dove lo spettatore può rifugiarsi e vivere lo spazio.

Per maggiori informazioni:
www.pavillonfrancais.com

Immagini:
Céleste Boursier-Mougenot, "Révolutions", French Pavillon at the 56th Venise Biennale. Courtesy of the artist and the Galerie Xippas, Paris; Paula Cooper Gallery, New York; Galerie Mario Mazzoli, Berlin. © Laurent Lecat