Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di fibromialgia, una condizione complessa e diffusa che coinvolge un numero crescente di persone anche in Italia. In molti casi, questa viene anche associata o diagnosticata in concomitanza con una sindrome ansioso-depressiva, rendendo ancora più articolata la sua comprensione e gestione.
Chi ne soffre riferisce dolori muscolari intensi, diffusi e migranti, che coinvolgono muscoli, tendini e legamenti, rendendo talvolta difficoltoso – se non impossibile – anche il più semplice movimento quotidiano.
La difficoltà principale, anche per la medicina convenzionale, è quella di arrivare a una diagnosi certa, poiché i sintomi possono sovrapporsi a quelli di altre condizioni, come la sindrome da stanchezza cronica o disturbi reumatici. Si parla di "sindrome" proprio perché i disturbi si manifestano in modo eterogeneo e simultaneo, coinvolgendo, oltre al dolore fisico, disturbi intestinali (come il colon irritabile), bruciori intimi, insonnia e ipersensibilità.
Dal punto di vista allopatico, le cause precise restano tuttora non del tutto chiare. Si ipotizzano alterazioni neurochimiche, squilibri ormonali o una ridotta capacità del sistema nervoso centrale di modulare correttamente il dolore.
Tuttavia, nella visione kinesiologica, energetica e naturopatica, si guarda con maggiore attenzione al terreno psico-emozionale della persona. Si considera che alla base di questi sintomi ci siano conflitti interiori non risolti, eventi stressanti, traumi emozionali, spesso somatizzati nel corpo. Se da un punto di vista clinico non emergono problematiche organiche evidenti, è plausibile esplorare la somatizzazione del dolore come espressione del corpo per “comunicare” qualcosa che non è stato elaborato sul piano emozionale.
La radice emozionale della fibromialgia
La fibromialgia, nella sua manifestazione, interessa prevalentemente strutture originate dal mesoderma, uno dei tre foglietti embrionali da cui si sviluppano muscoli, ossa, articolazioni e tessuto connettivo. Il mesoderma, dal punto di vista simbolico ed emozionale, è collegato a tematiche di separazione e svalutazione.
Durante la gestazione, il feto vive in totale simbiosi con la madre, condividendo emozioni, pensieri e vissuti. Esperienze di abbandono, lutti, conflitti non risolti o sentimenti di inadeguatezza vissuti dalla madre possono imprimersi nella memoria energetica del bambino ancora prima della nascita. La separazione fisica, come quella del distacco dal cordone ombelicale, o eventi vissuti nei primi anni di vita come rifiuto, mancanza di attenzione o giudizio svalutante, possono depositarsi nei tessuti e riemergere, nel tempo, come sintomi cronici e dolorosi.
Il nostro corpo registra tutto, anche ciò che non percepiamo coscientemente. È proprio attraverso il linguaggio corporeo che queste memorie cercano espressione, e spesso lo fanno tramite il dolore. A differenza della mente, che può "mentire" o censurare, il corpo è veritiero e diretto.
La kinesiologia come strumento di ascolto del corpo
Attraverso il test kinesiologico energetico è possibile dialogare con il sistema corpo-mente per individuare:
l’origine emozionale del dolore;
i conflitti irrisolti legati a svalutazione o separazione;
le memorie energetiche acquisite già durante la vita intrauterina;
i blocchi emozionali che impediscono il naturale processo di autoguarigione.
Molti di questi conflitti hanno origine nel nucleo familiare, spesso attraverso atteggiamenti svalutanti, mancanze di riconoscimento o eccessive aspettative. Frasi come “non sei capace”, “non vali abbastanza”, o l’assenza di un contatto affettivo possono creare ferite profonde. Il cervello, specie nei bambini, registra tutto, anche ciò che viene detto o fatto con leggerezza, e queste informazioni diventano programmi inconsci che, se non riconosciuti, si traducono in sintomi.
Chi vive con fibromialgia, oltre al dolore fisico, spesso si confronta con un altro tipo di dolore: quello di non essere creduto. Il dolore non si vede, e chi non lo prova può faticare a comprenderlo. Questo crea un’ulteriore frattura interiore tra ciò che la persona vive e ciò che l’ambiente riconosce, alimentando sensazioni di isolamento, rabbia, impotenza e tristezza.
L’inversione psicologica
Uno degli stati che può insorgere in queste situazioni è quello che, in kinesiologia, definiamo "Inversione Psicologica". Si tratta di un conflitto profondo e inconscio, in cui ci si oppone alla guarigione, pur dichiarando di voler stare bene.
Il dolore può diventare un modo (non voluto ma efficace) per ricevere attenzione, per non sentirsi soli, per essere “visti” almeno come malati, anziché continuare a sentirsi svalutati o abbandonati.
Ecco perché è fondamentale lavorare sul piano emozionale ed energetico, per sbloccare questi programmi inconsci e ripristinare il naturale equilibrio del sistema corpo-mente-spirito.
Conclusioni naturopatiche
La fibromialgia non è “solo” una malattia fisica che può essere solo diagnosticata dal medico. È una richiesta d’ascolto profonda del nostro essere. Un invito a rivedere le nostre emozioni, le nostre convinzioni, le esperienze che abbiamo vissuto e il modo in cui abbiamo imparato a gestirle.
Attraverso strumenti come la kinesiologia energetica, le tecniche in essa contenute, i fiori di Bach o australiani, il respiro consapevole, il riequilibrio dei meridiani, è possibile accompagnare la persona in un percorso dolce ma profondo di consapevolezza, scioglimento dei blocchi, rilascio emozionale e, dove possibile, alleggerimento della sintomatologia.
Non esistono verità assolute, ma ci sono strade che meritano di essere esplorate. Perché ogni sintomo è un messaggero e ogni dolore può essere una via per tornare a sé.














