Un intero semestre di ricerca comparata con le campagne scientifiche della nave da ricerca “Gaia Blu”1 del Consiglio nazionale delle ricerche si è svolta da marzo ad ottobre con l’intento di esplorare il Mar Mediterraneo e l’obiettivo di migliorare la comprensione degli ambienti marini e contribuire così alla definizione di strategie efficaci di conservazione e gestione sostenibile delle risorse. Oggetto di studio del programma sia gli ambienti di profondità sia quelli costieri, Finalità che nell’immanenza dei cambiamenti climatici e dinanzi alle molte minacce all’ambiente diviene di valore inestimabile!
Con l’ausilio della strumentazione d’avanguardia presente a bordo, sono stati condotti studi multidisciplinari su un ampio spettro di temi: dall’oceanografia fisica alla dinamica del mantello terrestre, dalla cartografia marina alla biodiversità e alle risorse ittiche del Mare nostrum, valutando anche gli effetti del cambiamento climatico sugli ecosistemi marini.
Il primo step la Campagna “MarSico”: una spedizione coordinata dall’Istituto di scienze marine del Cnr (Cnr-Ismar) dedicata allo studio dei processi oceanografici nel Mar Mediterraneo. Quattro punti di ormeggio in punti chiave dell’area tra il canale di Corsica e il canale di Sicilia, Mar Ionio occidentale, hanno consentito alle apparecchiature tecniche (o mooring) di raccogliere a lungo termine dati sulla dinamica delle masse d'acqua e i processi biogeochimici onde conoscerne le interazioni e le evoluzioni.
Con Spin-Gela 2025 si è proceduto all’acquisizione di dati batimetrici e di profili sismici a riflessione in un settore della piattaforma continentale della Sicilia meridionale interessato da potenziali rischi geologici che possono interagire con attività di estrazione e stoccaggio di geofluidi. Come ricorda la nota del Cnr l’attività è stata promossa da Cnr-Ismar nell’ambito dei progetti SPIN e ILG, e finanziata dal MASE (Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica) per contribuire a rafforzare la sicurezza delle attività offshore, in sinergia con il sistema nazionale della ricerca. Obiettivo è la conoscenza dei fondali e delle loro dinamiche tutt’altro che immobili come si potrebbe immaginare e capaci di influenzare in molti modi la vita di superficie e quella delle aree costiere.
Il programma nel mese di maggio è proseguito con la campagna Emso-Sa2025, spedizione del consorzio di ricerca che riunisce i diversi siti di osservazione marina nell’Adriatico meridionale compresi nella Southern Adriatic Regional Facility: con l’obiettivo raccogliere dati volti a migliorare la comprensione della dinamica oceanica della regione adriatica meridionale, in particolare i processi di “cascading” e convezione, lo studio dei processi di formazione di acque dense, le proprietà delle masse d’acqua e dei cicli biogeochimici, la comprensione del funzionamento degli ecosistemi in relazione alla dinamica del sequestro di carbonio, nonché i processi di acidificazione nelle acque profonde e la dinamica dei sedimenti.
Con Poseidon le ricerche si sono concentrate sui monti sottomarini del Mar Tirreno meridionale Marsili e Palinuro, indagando il loro ruolo nel condizionare la rete trofica e nell’aggregare specie pelagiche. Attraverso l’integrazione di rilievi acustici e campionamenti di plancton e acqua, sono state studiate le aggregazioni di fauna presente, le comunità fitoplanctoniche, zooplanctoniche e microbiche, componenti chiave di questi ecosistemi. Subito dopo si è sviluppata Tunsic, ricerca rivolta ad analizzare lo stato di salute delle popolazioni di tonno rosso atlantico nel Mediterraneo.
La campagna ha previsto l’utilizzo di tecniche di barcoding e metabarcoding per identificare le aree di riproduzione del Mediterraneo e dell’Atlantico, campionamenti del plancton e raccolta di dati ecosistemici, con l’obiettivo di mettere a punto sistemi affidabili di valutazione degli stock esistenti, anche nell’ottica di sviluppare strategie di gestione sostenibile di queste risorse.
Con Itineris Eye si è svolta una campagna interdisciplinare per conoscere e comprendere gli ecosistemi planctonici del Mediterraneo - Mar Tirreno, il Canale di Sardegna, il bacino Algero-Provenzale e il Mar Ligure - attraverso esperimenti multipiattaforma che acquisiscono diverse Variabili Essenziali (EVs). La campagna si è basata sul contributo tecnologico delle infrastrutture di ricerca europee e nazionali operanti nel dominio marino di Itineris, il Sistema Italiano Integrato delle Infrastrutture di Ricerca Ambientali.
Il programma in agosto è proseguito con Womblue, formazione sul campo dedicata a 10 scienziate selezionate provenienti da Paesi in via di sviluppo: Argentina, India, Nigeria, Ghana, Nepal, Bangladesh, Mauritius, Tonga e Kiribati. L’iniziativa si colloca nell’ambito del progetto Women in Deep-Sea Research (WIDSR), e segue la fase di formazione teorica svolta attraverso la “Scuola Avanzata di Geologia Marina – Deep Sea Frontiers”, organizzata nel gennaio 2025 presso il Cnr-Ismar di Bologna, sui temi dei processi geologici degli ambienti profondi, le interazioni bio-geochimiche in ambienti estremi e le tecnologie innovative di esplorazione.
Con i progetti condivisi Inside e Gaia Twin sono stati affrontati, con il primo lo studio del mantello del bacino del Tirreno, integrando i dati acquisiti con precedenti campagne di perforazione con nuovi dati geofisici e dati morfobatimetrici. Con il secondo, invece l’aspetto della sicurezza della navigazione e lo sviluppo di un digital twin che raccolga le serie temporali di dati dalla nave da ricerca per previsioni rapide e accurate delle manovre navali.
La prima spedizione oceanografica dedicata allo studio del mare attorno alle Isole Maltesi, Our Obs, è stata condotta con un approccio integrato per caratterizzare i dettagli oceanografici e la variabilità che guida l’ecosistema marino attorno alle isole. Si tratta di un bacino di mare influenzato da scambi di masse d’acqua su scala del bacino del Mediterraneo che incidono sugli organismi marini viventi: l’obiettivo è stato approfondire lo studio dei fattori fisici e biogeochimici che caratterizzano l’area e l’influenza esercitata sulla catena trofica.
Per concludere Demetra, spedizione nel Golfo di Napoli per lo studio degli ecosistemi vulnerabili: a oltre un anno di distanza dal posizionamento di reef artificiali per il ripopolamento dei coralli. Sono stati monitorati i progressi degli interventi di restauro e il sistema di monitoraggio attraverso l’installazione di ulteriori telecamere e sensori. Esplorate anche nuove aree potenzialmente ospitanti habitat profondi ecologicamente significativi.
Il Mar Mediterraneo non è soltanto un grande bacino quasi di natura oceanica, la culla di tutte le più grandi civiltà antiche, ma è anche lo spazio vitale per il mondo di oggi, per i paesi che vi si affacciano. Garantirne la salute, conoscerne i problemi, le criticità per cercare di contenere gli effetti dannosi e migliorarne ove possibile le condizioni, costituisce un obiettivo necessario ed imprescindibile per comprendere le numerose interazioni tra le attività umane e le capacità di resilienza del bacino, non una serie di mari territoriali, ma un unicum fisico che occorre guardare come tale al di là di egoismi, particolarismi ed interessi anche contrapposti.
La salute del Mediterraneo è un bene che tutti ci riguarda e al quale tutti dobbiamo collaborare! Una finalità che nei prossimi mesi sarà arricchita dai risultati che verranno via via registrati e resi noti da ricercatori e scienziati per essere condivisi con l’intera comunità scientifica.
Note
1 Il calendario completo è disponibile nella sezione del portale Cnr dedicata a Gaia Blu.