Un articolo pubblicato sulla rivista PLoS ONE riporta i risultati sulle proprietà mediche del muco della pelle della salamandra chiamata Axolotl, scientificamente conosciuta come Ambystoma mexicanum. Un team guidato dalla dottoressa Sarah Strauß della Scuola di Medicina di Hannover (Medizinische Hochschule Hannover) ha studiato peptidi antimicrobici presenti in quel muco che potrebbero costituire almeno in parte un'alternativa agli antibiotici utilizzati oggi. Gli esami hanno indicato che quel muco può anche aggredire cellule tumorali.

L'Axolotl è una salamandra che rischia l'estinzione a causa del forte degrado del suo habitat naturale, in Messico. Le salamandre in generale sono celebri per la loro capacità di rigenerare i loro tessuti in seguito a ferite e l'Axolotl mostra questa capacità a un livello notevole. In certe aree viene considerata un animale domestico ed è oggetto di studi che richiedono che vengano allevate. Tutto ciò permette in qualche modo che questa specie venga preservata.

Negli ultimi anni sono stati condotti vari studi genetici allo scopo di scoprire i segreti di questa salamandra. Il sequenziamento del genoma dell'Axolotl venne annunciato all'inizio del 2018. Si è trattato di un'impresa notevole dato che quel genoma è circa dieci volte più ampio di quello umano. Per quanto straordinario, quel risultato ha costituito solo l'inizio del vero, grande lavoro da parte dei ricercatori che l'hanno ottenuto e di altri scienziati coinvolti nelle ricerche sulla rigenerazione dei tessuti.

Negli anni successivi sono stati pubblicati vari studi che riguardano la rigenerazione dei tessuti in modo diretto o indiretto. Ad esempio, anche recentemente sono stati pubblicati studi sull'invecchiamento dell'Axolotl, che sembra avere un declino fisico davvero limitato e una salute di ferro. Tuttavia, questo nuovo studio mostra come l'Axolotl abbia altre capacità sorprendenti e molto interessanti per le possibili applicazioni mediche.

Il team guidato dalla dottoressa Sarah Strauß si è impegnato in un lavoro lungo e complesso perché il muco che la pelle dell'Axolotl contiene molte sostanze chimiche, compresi molti peptidi, complesse molecole organiche costituite da catene di amminoacidi. Il prelievo di questo muco è stato condotto in accordo con le linee guida tedesche riguardanti il benessere degli animali, in modo non invasivo, massaggiando gentilmente queste salamandre per poi rimuovere il muco con strumenti sterili.

L'analisi del muco prelevato e successivamente trattato per dividere il più possibile le sostanze chimiche che contiene ha rivelato la presenza di ben 4.986 sequenze peptidiche. Le combinazioni di amminoacidi possono generare un grandissimo numero di varianti peptidiche e ciò complica esami di questo genere.

In questo caso, l'analisi dei peptidi ottenuti è stata condotta in collaborazione con l'Istituto Fraunhofer per la Tossicologia e Medicina Sperimentale (Fraunhofer-Institut für Toxikologie und Experimentelle Medizin/ITEM) di Hannover. Una tecnica molto sofisticata è stata impiegata per stimare il potenziale antimicrobico dei vari peptidi portando alla selezione dei 22 candidati più promettenti.

Questi 22 peptidi potenzialmente antimicrobici sono stati sintetizzati per poter essere testati. Essi hanno una struttura chimica che genera un meccanismo antimicrobico dato dal fatto che si legano alla parete cellulare dei batteri. A quel punto, forano quella parete o penetrano nella cellula e si legano alle molecole interne. Entrambi i comportamenti provocano danni ai batteri e potrebbero colpire anche funghi e alcuni virus.

Un test interessante è quello che è stato condotto contro stafilococchi della specie Staphylococcus aureus, la causa di una varietà di problemi di salute. I problemi sono causati soprattutto dallo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, in inglese Methicillin-Resistant Staphylococcus Aureus (MRSA), l'insieme di ceppi che hanno sviluppato una resistenza a vari antibiotici. Quattro dei candidati peptidi antimicrobici identificati nel muco dell'Axolotl si sono rivelati efficaci contro questi batteri, compresi i ceppi dell'insieme MRSA. In certi casi, quest'efficacia è stata superiore a quella della vancomicina, un altro antibiotico che viene utilizzato contro i ceppi MRSA.

Un altro risultato interessante ottenuto con tre dei quattro peptidi antimicrobici efficaci contro gli stafilococchi MRSA è arrivato dalla loro efficacia nell'uccidere certe cellule cancerose. In un test di laboratorio, è risultato che hanno innescato quella che viene chiamata morte programmata della cellula in cellule di cancro al seno mentre non hanno attaccato le cellule normali.

I risultati dei test condotti nel corso di questo studio andranno verificati con approfondimenti secondo i protocolli scientifici legati ai test di qualsiasi medicinale. Ciò è necessario per compiere tutti i passi necessari a verificare innanzitutto che i meccanismi antimicrobici e antitumorali siano davvero efficaci e se vi siano effetti collaterali. A volte, i cosiddetti test in vitro, cioè quelli condotti su colture cellulari, possono dare buoni risultati ma quelli in vivo, cioè somministrando un farmaco sperimentale a persone, possono mostrare controindicazioni.

Questo e altri studi sull'Axolotl mostrano come potenziali medicinali possano essere scoperti in natura ma rischiamo di farli sparire causando l'estinzione delle specie che li producano. Nel caso di questa specie di salamandra, la capacità di rigenerazione era conosciuta da tempo, eppure oggi esiste quasi solo in cattività. Potrebbero esistere altri casi simili di animali o piante di cui non conosceremo mai le potenzialità perché gli umani hanno distrutto l'ecosistema in cui vivevano portandoli all'estinzione.