L’ambulanza era pronta fuori dall’edificio, in certi casi chi è alla guida sente la pressione che sale. L'attesa trasforma i minuti in ore, il tempo non passa mai, ma chi guida sa di avere una grande responsabilità, tutti gli altri confidano nelle sue capacità. Ed in quel frangente lui era prontissimo per non deludere nessuno. Poi si vede un movimento repentino dallo specchietto retrovisore, rumori, voci, lo sportello dietro che si apre, e il trambusto dato dalla fretta. Due botte ben assestate dal retro dicono che è tutto pronto, si può partire.

Sale l’ultimo componente della “squadra”, nel sedile davanti, e si parte con una velocità mai vista prima. Il ragazzo al lo guarda con uno sguardo speranzoso ma anche giudicante.

Il guidatore sente la pressione, il ragazzo al suo fianco gli chiede: “È la prima volta che guidi l’ambulanza in una missione del genere, ti rendi conto di quante responsabilità hai in questo momento? Tutto il reparto conta su di te, non solo noi che siamo in questa ambulanza.”

Il guidatore non fa notare la pressione data da quelle parole, ma dentro di sé è un formicolio di sensazioni e timori misto a forza di volontà. Con una mano accende la sirena che grida forte e segnala l’imminente arrivo di qualcuno che ha fretta. La velocità aumenta in maniera repentina, il contatore dei giri sembra impazzito. L’infermiere seduto al suo fianco mostra un lieve sorriso soddisfatto, capisce di averlo motivato con quelle parole, e controlla dal finestrino posteriore come procedono le cose dietro di loro.

Uno degli altri infermieri fa segno che per ora le cose sono ancora sotto controllo. Lui si rigira e si mette la cintura di sicurezza, soddisfatto della guida del suo collega. Poi prende il cellulare, attende qualche squillo. “Pronto, noi siamo partiti. Il traffico c’è ma sono tutti molto collaborativi. Il ragazzo alla guida…”

Si gira verso il guidatore.

“Scusa, come ti chiami?”

Il pilota risponde con un sorriso, senza togliere lo sguardo dalla strada, con sicurezza e disinvoltura che aumentano man mano.

“Fabio”.

“Fabio sta andando bene” dice il collega alla sua destra. “Credo proprio che siamo nei tempi”.

Fabio accenna un sorriso soddisfatto, ma solo per alcuni secondi. Subito torna serio e concentrato. Il pilota sente la situazione sotto controllo, e guida con disinvoltura, poi sente dei rumori provenienti dal retro dell’ambulanza. All’improvviso una voce gli dice: “Cerca di sbrigarti, o sarà troppo tardi!”

Le certezze di qualche secondo prima si dissolsero nell’udire quella voce, ora aveva paura di non fare in tempo. Aveva sentito brutte storie, riguardo quello che era successo al tizio che guidava prima di lui.

Così aumentò la velocità, sorpassi spericolati, lampeggianti e sirene che urlano, e la sicurezza in quello che stava facendo, che aumentava metro dopo metro.

“Bravo, così stai andando benissimo!” si disse.

Superò una Bmw che gli stava davanti da un po’, non c’era spazio per superare, accelerò e la costrinse a farsi da parte. Nel frattempo, l’ambulanza trovava dietro di sé la consueta “coda dei furbi”, che seguivano la scia creata dal mezzo ospedaliero, per superare gli altri guidatori che avevano rallentato.

“Continua così che manca poco, sei davvero un ottimo pilota. Salverai tante vite in futuro grazie alla tua abilità sulle strade.” Disse il suo collega di fianco.

Ad un tratto vide in lontananza il semaforo arancione, spinse il mezzo al massimo e riuscì a passare proprio nel momento in cui scattava il rosso. L’entusiasmo sale alle stelle, sia in lui che in tutti i colleghi presenti nel veicolo, quelli dietro stanno seguendo tutto dal finestrino posto dietro le spalle del guidatore. Si sentono applausi e fischi di apprezzamento per il gesto tecnico degno del miglior Hamilton.

“L’ultima curva” dice, non fa in tempo a finire la parola che già l’ha superata e sta entrando nel sottopassaggio che conduceva al Pronto soccorso, davanti all’ingresso ci sono già una decina di persone che attendono esultanti.

Frena nell’entusiasmo generale e sente subito aprire lo sportellone dell’ambulanza con la fretta e la preparazione con la quale sono abituati.

“Bravo sei stato velocissimo, complimenti!” dice il collega al suo fianco.

“Sì, è vero, sono stato velocissimo, ma anche fortunato.” ammette lui con modestia.

“Grazie a te il nostro reparto avrà le pizze calde per cena, grazie davvero!”

Scese dall’ambulanza dove viene accolto dagli altri infermieri con un forte applauso.

“Non ci succedeva da un bel po' di mangiare la pizza ancora calda.” Gli dice la ragazza più carina del suo reparto, che accompagna le sue parole con una carezza sulla spalla.

Fabio è felicissimo, per tutti i complimenti ma soprattutto per aver portato a termine una missione così importante.

“Non capita tutti i giorni di compiere atti del genere!” Interviene il capo reparto.

Gli altri si spostano con rispetto. Fabio non sta più nella pelle. Il capo reparto gli poggia una mano sulla spalla.

“Ti nomino portatore ufficiale delle pizze.”

Applausi, pacche sulle spalle, e poi tutti a mangiare la meritata pizza calda.