Anche quest'anno la spiaggia di Pinarella di Cervia ha ospitato la 45ª edizione di Artevento, il Festival Internazionale dell’Aquilone. Un traguardo importante per quello che non è più soltanto un evento culturale, ma una vera e propria istituzione poetica del nostro tempo. Con radici che affondano nel 1981, grazie all’intuizione visionaria del pittore Claudio Capelli, Artevento si è trasformato nel tempo in un simbolo globale della wind art: un’arte che vola, che unisce, che parla tutte le lingue del mondo senza bisogno di traduzione.

Per quindici giorni, il cielo sopra l’Adriatico si è popolato di colori, forme, movimenti e visioni. Più di 250 artisti provenienti da 50 Paesi hanno partecipato a questa straordinaria celebrazione, portando con sé aquiloni d’arte, etnici, acrobatici, tridimensionali, realizzati con materiali tradizionali e tecnologie contemporanee, alcuni lunghi decine di metri, altri piccoli e delicati come origami mossi dal respiro del vento. Ogni esemplare raccontava una storia, custodiva una memoria, esprimeva un’identità.

Artevento è, prima di tutto, un gesto collettivo. Circa 600.000 visitatori hanno raggiunto la costa romagnola per vivere questo rito laico e universale: guardare in alto, seguire con gli occhi un filo teso tra la terra e il cielo, condividere un’esperienza che affascina bambini e adulti, artisti e curiosi, intellettuali e famiglie, studiosi e sognatori. In un tempo dominato dalla frenesia e dalla frammentazione, il volo degli aquiloni diventa occasione di meraviglia e di riconnessione. È un invito alla lentezza, all’ascolto, al senso del gioco e alla riscoperta dell’essenziale.

Ogni edizione di Artevento porta con sé un messaggio. Quella del 2025 ha assunto un significato ancora più profondo grazie alla scelta di dedicare il festival a una serie di anniversari simbolici e carichi di valore civile. Tra questi, gli 80 anni dalla Liberazione d’Italia, un richiamo alla resistenza e alla conquista della democrazia; i 40 anni del brano “Cervia’s Kite” di Lucio Dalla, autentico inno alla poesia del vento e al legame tra arte e natura; i 10 anni dalla scomparsa di Moira Orfei, regina del circo e figura iconica della fantasia italiana; e gli 800 anni del Cantico delle Creature di San Francesco, potente invocazione alla fratellanza universale e all’armonia tra l’essere umano e la Terra.

In questo equilibrio armonioso tra leggerezza e profondità, tra gioco e riflessione, il programma del festival si è articolato in decine di eventi. Spettacoli di volo acrobatico sincronizzato hanno lasciato senza fiato il pubblico, mentre le installazioni dei Giardini del Vento – realizzate da artisti internazionali e site-specific – hanno trasformato la spiaggia in un museo a cielo aperto. I laboratori creativi, rivolti sia ai bambini che agli adulti, hanno permesso di apprendere antiche tecniche di costruzione degli aquiloni, provenienti da ogni parte del mondo, contribuendo alla trasmissione del patrimonio immateriale legato a questa arte millenaria.

Non sono mancate le mostre, le conferenze e le performance teatrali, molte delle quali ispirate ai temi della sostenibilità ambientale, dell’inclusione sociale e della memoria storica. In particolare, l’edizione 2025 ha dedicato ampio spazio alla riflessione sui diritti umani e sull’attualità geopolitica, nel segno di un’arte che non si chiude in se stessa, ma si apre al mondo, facendosi strumento di consapevolezza e cambiamento.

Un momento di particolare intensità si è svolto il 25 aprile, in occasione della Festa della Liberazione. Alle ore 15:00, la spiaggia di Pinarella si è trasformata in un’arena del ricordo e della testimonianza, accogliendo Vito Fiorino, il pescatore italiano noto per aver salvato 47 migranti durante la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre 2013, in cui persero la vita 368 persone. Il suo racconto – lucido, commosso, profondamente umano – ha toccato le corde più intime del pubblico, trasformando l’evento in un momento di comunione civile. Per l’occasione, è stata issata nuovamente la bandiera mosaico, simbolo visivo e identitario di Artevento, legata al progetto di solidarietà “ResQ – People Saving People”, sostenuto dal festival fin dal 2020.

La giornata si è conclusa con la proiezione del docufilm “A Nord di Lampedusa”, diretto da Alessandro Rocca e Davide Demichelis. Una pellicola che dà volto e voce a coloro che, spesso invisibili, attraversano i mari in cerca di una possibilità di vita. Al termine della serata, Vito Fiorino ha ricevuto il Premio Speciale per Meriti di Volo, riconoscimento simbolico conferito a chi – pur non essendo artista del cielo – riesce con le proprie azioni a sollevare lo spirito dell’umanità.

Ma Artevento è anche e soprattutto futuro. La sua forza risiede nella capacità di unire la tradizione con la sperimentazione, di essere al contempo rito e innovazione. L’aquilone, oggetto antichissimo nato in Asia come strumento rituale e divinatorio, viene reinterpretato oggi come forma d’arte contemporanea, mezzo educativo, linguaggio ecologico e sociale. Il festival dialoga con ONG, istituzioni internazionali, università e reti artistiche, tessendo una fitta trama relazionale che rende Cervia un epicentro globale del pensiero creativo e sostenibile.

Il successo di Artevento non si misura solo nei numeri o nella bellezza visiva, ma nella sua capacità trasformativa. Ogni edizione lascia un segno: negli occhi di chi osserva, nei sorrisi di chi partecipa, nel ricordo di chi torna a casa portando con sé un pezzetto di cielo. L’aquilone diventa allora metafora: di leggerezza che resiste, di sogno che si innalza, di comunità che si ritrova.

Nel mondo frastagliato e complesso in cui viviamo, segnato da crisi ambientali, conflitti e disuguaglianze, Artevento ci ricorda che il cielo è ancora lo spazio più libero e condiviso che abbiamo. E che il volo, con la sua grazia e la sua fragilità, è un atto di fiducia, un gesto di speranza, una dichiarazione di bellezza.

Con lo sguardo già rivolto all’orizzonte, il festival dà appuntamento all’edizione 2026, promettendo nuove meraviglie e nuovi incontri tra arte e vento, tra popoli e visioni, tra desideri e possibilità. Perché finché ci sarà un cielo sopra le nostre teste, ci sarà anche un filo da tendere, un sogno da far volare.