La nascita dell'ordine dei Cappuccini è una storia avvincente, coincisa con la riforma francescana che fu dominante nelle Marche dagli inizi del 1500 ed è possibile scoprirla anche attraverso questo cammino, che ne ricorda la memoria e dona il buon sapore dell'accoglienza e del tempo, che calma la mente e rallegra il cuore.

Il cammino, come è noto, si snoda in 17 tappe, per quasi 400 km, da Fossombrone ad Ascoli Piceno e attraversa incantevoli borghi, che si fondono ad infiniti panorami, spaziando fino al mar Adriatico.

In particolare, in uno dei tratti centrali più antichi del cammino, sull'antica via Romano-Lauretana che va da Camerino a San Severino Marche, passando per il comune di Serrapetrona e le frazioni di Crispiero e Colleluce, punto d'incontro di strade e di storia, crocevia dell'antica Via Lauretana percorsa dai pellegrini diretti a Loreto e a Roma, fino alla definitiva affermazione delle strade adatte ai carri e alla cavalcatura, era il Trivio di Torre Beregna.

Quest'ultima, edificata nel 1381-1382 da Giovanni da Berardo da Varano, detto “Spacalferro”, era chiamata a svolgere una funzione fondamentale nel più ampio complesso di fortificazioni conosciuto come "Intagliata", che scendeva a Torre del Parco (dove ancora oggi si trovano distaccamenti di caserme militari nazionali), nei pressi di Castelraimondo, cittadina costruita attorno al magnifico “Cassero”, anch'esso torre difensiva e di avvistamento strategica del territorio, per proseguire poi verso il borgo di Lanciano e finendo a Pioraco.

In tale contesto, Torre Beregna, crollata definitivamente nel 1979, era dunque l'elemento chiave di un confine consolidato e ha costituito per secoli il baluardo più elevato della barriera difensiva dell'Intagliata, realizzata a difesa di Camerino, in un periodo di forte instabilità politica.

Posto sulla sommità di un'antica strada, per secoli il Trivio ha rappresentato un passaggio privilegiato per spostarsi dall'alta valle del Potenza all'alta valle del Chienti, in quanto esso era uno snodo fondamentale per transitare dal mare Adriatico al mar Tirreno e viceversa.

Al trivio dell'antica torre di guardia di Torre Beregna esistevano anche un ospedale per pellegrini e viandanti e un'attivissima dogana, che nel Medioevo rafforzavano questo largo pianoro.

Cerniera del sistema viario e difensivo del Comune, Stato e Ducato di Camerino ma, allo stesso tempo, anche il tratto più vulnerabile, come attesta nel 1259 il passaggio dell'esercito di Manfredi per la conquista della città, attraverso il Trivio sono passati anche eserciti e compagnie militari impegnate nelle lotte tra guelfi e ghibellini, tra liberi comuni e signorie, come Percivalle Doria, poeta, capo militare e vicario generale di Re Manfredi di Svevia per la Marca di Ancona, che qui svalicò prima di schierare i suoi soldati contro la guelfa Camerino, distruggendola nel 1259, o il condottiero Francesco Sforza, impegnato nella campagna di occupazione della Marca e accorso in zona con fanti e cavalieri, per sostenere la fazione dei camerti 1, in rivolta contro la signoria dei da Varano nel 1434.

L'itinerario viene consigliato in tre tappe e può essere percorso partendo da una qualsiasi delle località segnalate, in entrambe le direzioni di marcia.

Itinerario: fra Santi e Incanti

1° tappa (da Camerino a San Severino Marche)

Questo tratto di antica via Romano-Lauretana ricorda la storia della mobilità di genti e armenti verso la valle del Potenza, a cavallo tra due grandi diocesi rivali, quelle di Camerino e San Severino Marche.

Il percorso si snoda in gran parte lungo l'antico tracciato che dal secolo XIV e fino alla seconda metà del XVI secolo collegava le due Città Sante di Roma e Loreto, attraversando luoghi di grande interesse ambientale e di suggestione naturalistica con gole, rupi e grotte, a contatto diretto con realtà naturali di straordinario pregio ed interesse e anche luoghi ricchi di spiritualità, lasciando riscoprire monasteri, conventi e santuari, che a tutt'oggi rinnovano la stessa ospitalità, come nei conventi dei Cappuccini e di San Pacifico a San Severino Marche, per gli appassionati del cammino.

La presenza di diversi luoghi destinati all'ospitalità testimonia l'elevata frequenza dei passaggi e, all'epoca, i viandanti potevano trovare ricovero presso l'eremo di Sant'Eustachio, presso l'hospitalis Aque Lopine (Acqua Lupina, posta sul versante NW del Monte d'Aria) e presso la domus hospitalis gestita dall'ordine ospitaliere e militare di San Giovanni di Gerusalemme2, situata nell'area di Torre Troncapassi, nota come Torre Beregna.

Si sale lungo una strada panoramica, che spazia fino ai Monti Sibillini e, dopo aver superato il Rifugio Manfrica, si raggiunge San Severino Marche.

Il Rifugio di Manfrica fu costruito dall'Azienda Forestale dello Stato nel 1972, con lo scopo di avere all'epoca un punto di sosta e di vigilanza del territorio circostante, insieme ad altri rifugi diffusi nell'area, dove sono presenti oltre 1000 ettari di foreste demaniali.

In seguito, il Demanio passò in gestione alla Regione Marche, poi all'Unione Montana dei Monti Azzurri e il rifugio cadde in stato di abbandono.

Nel 2020, l'Unione Montana dei Monti Azzurri3 ha affidato in gestione il Rifugio e parte dell'area boschiva circostante all'APS Bosco di Manbrica, con il supporto del comune di Serrapetrona.

Partendo dal Rifugio, si entra nella storica Valle dei Grilli, dove è situato un antico edificio monastico del XI secolo originariamente dedicato a San Michele Arcangelo e poi a Sant'Eustachio in Dòmora, che si distinse per l'intensa attività ospitaliera.

L'insieme di mulattiere e sentieri che costituivano il percorso partiva da San Severino Marche, passava per l'eremo benedettino di San Eustachio in Dòmora, risalente all'XI secolo, raggiungeva Villa Mambrice (il villaggio medievale di Mambrica, di giurisdizione monastica, di cui si hanno notizie fin dal 1170 e posizionato dove oggi c'è il Rifugio di Manfrica) e poi saliva fino al Trivio, per scendere, infine, a Camerino.

2° tappa (da San Severino Marche a Serrapetrona)

L'itinerario attraversa i boschi che dal Santuario di San Pacifico si estendono verso Colleluce, per poi incrociare la strada provinciale in località Collenovo e giungere, dopo un breve tratto, nell'abitato di Serrapetrona.

Serrapetrona è un comune dell'entroterra maceratese, che dal lato settentrionale del Lago di Caccamo sale fino al Borgo di Serrapetrona, a circa 500 mt s.l.m. e dove iniziano le prime aree appenniniche fino a 1000 mt di quota.

Il piccolo insieme di borghi, di origine longobarda, tesori preziosi tra campi coltivati, boschi e piccoli uliveti, è noto per i vigneti della caratteristica Vernaccia di Serrapetrona d.o.c.g., vino spumante unico nel suo genere per caratteristiche e tradizione.

Per scoprire tali borghi e giungere alla via Lauretana, si segue un percorso che arriva fino ad un luogo riservato, discreto e silenzioso, dove si trova la chiesina di Madonna della Neve, originaria del 1714, per poi proseguire lungo un sentiero ai piedi di Monte d'Aria, un anello più impegnativo per distanza e dislivello, ma che regala molti degli aspetti storici e paesaggistici degli itinerari di questo territorio, che spaziano fino ai Monti Sibillini, dove si fa la curiosa scoperta del Parco Eolico.

Partendo dal piccolo borgo di Villa d'Aria, si segue un itinerario che gira intorno al Monte Colleluce, sopra la caratteristica e omonima cittadella medievale, arrivando a scoprire la misteriosa Buca del Terremoto, una dolina di origine carsica nascosta nei boschi.

Uno dei percorsi che collega Serrapetrona alla via Lauretana sale verso Monte Letegge, dalla vista panoramica eccezionale e giunge al valico di Torre Beregna o Torre Troncapassi, fino all'incrocio, meglio detto Trivio, da dove si può scendere fino al Rifugio Manfrica.

Entrando nel cuore del territorio dell'Anello del Bosco di Manbrica, si scopre un itinerario facile, protetto dalla vegetazione, che si snoda sui piani e attorno all'anello del Monte Crispiero, che prendono il nome della vicina omonima frazione e che regalano una splendida e panoramica area naturale ricca di storia, poiché ai piani di Crispiero si intravedono le antiche torri di avvistamento, Fanula e Guardia, punti chiave di un complesso schieramento difensivo che fa capo alla Torre degli Smeducci di San Severino Marche da un lato e alla torre di da Varano dall'altro.

La tappa prosegue poi fino all'incrocio o trivio, da dove è possibile ridiscendere al Rifugio di Manfrica.

3° tappa (da Serrapetrona a Camerino)

Il percorso, di grande interesse ambientale, naturalistico e faunistico, segue il tracciato della vecchia strada del Caburro, attraversando boschi, aree di scotani e pinete, fino a raggiungere i prati di Serrapetrona, da dove è possibile ammirare sia il mare che gli Appennini.

Questo itinerario ad anello è chiamato anche Anello della Resistenza, perché a causa dell'avanzata degli Alleati verso la Linea Gotica, nel 1944, le Marche furono teatro di una serie di stragi senza precedenti, quando le truppe nazifasciste erano già in fase di ripiegamento.

Anche il territorio camerte era da giorni in balìa di devastazioni, quando quel terribile 24 giugno 1944 sulle popolazioni di Letegge, Pozzuolo e Capolapiaggia si abbattè la tragedia e questo itinerario vuole rendere omaggio al sacrificio di tutti coloro che furono duramente colpiti, attraversando i luoghi dove sono presenti i racconti di quei giorni.

Torre Beregna: fulcro di un cammino, per non dimenticare.

Note

1 Camerti vengono denominati, anche tutt'oggi, gli abitanti della città di Camerino.

2 La prima comunità religiosa ispirata alla Regola dei monaci benedettini. Essi hanno come patrono san Giovanni Battista (da qui il nome di "Giovanniti").

3 L'Unione Montana è l'ente che riunisce 15 comuni della media valle del fiume Chienti, con lo scopo di gestire il territorio montano, aiutare i vari comuni nello sviluppo socio-economico, garantendo servizi in ambito sociale, ambientale, agricolo, culturale e turistico.