Ormai nessuno ci si fa più caso: l’arte di dimenticare è una delle più popolari e praticate. Si dimenticano appuntamenti, scadenze e pagamenti, luoghi dove si è stati, cose fatte o da fare. Parole dette - anche dalle persone a cui teniamo di più - che svaniscono nel nulla semplicemente perché è impossibile porre attenzione. In molti vanno a teatro, a vedere una mostra, un film e, dopo qualche giorno, il titolo e il senso dell’evento, a cui hanno preso parte, è dimenticato. Per sempre. Per non parlare delle foto che facciamo continuamente, pubblicate forsennatamente sui social, scordate dopo poche ore o pochi giorni. Viaggi fatti, incontri e pensieri sembrano svanire senza lasciare traccia. Energia, tempo e sentimenti sprecati senza un vero perché.

Sembra che la quotidianità ci passi davanti - così apparentemente priva di vere attrattive che lascino un segno - come se trascorressimo il tempo dell’esistenza su un enorme, immaginario tapis-roulant, che ci trascina in avanti, senza nessuno sforzo, decisione o coinvolgimento da parte nostra.

Sembriamo smarriti in una serie di automatismi iniziati chissà quando, chissà dove, e chissà perché. Fermarsi a chiedersi dove stai andando e perché lo stai facendo, apre una voragine di smarrimento in cui temi di cadere e perderti nel nulla. Senza renderti conto che così facendo stai perdendo un ‘mondo’ di cose. Come si può vivere con maggiore consapevolezza il presente? Il primo passo è osservare come utilizzi il tempo a tua disposizione.

L’uso del tempo

Tempus fugit diceva Virgilio (poeta latino70 -19 a.C) "il tempo fugge" e mai frase fu più attuale. Si arriva a fine giornata e difficilmente riesci a ricordare ciò che hai fatto.

Sei in grado di riassumere in 3-4 frasi a quali attività hai dedicato la giornata? Prova a rispondere a questa domanda, ogni giorno, per almeno una settimana e ti renderai conto della miriade di cose e pensieri che impegnano la tua giornata. Potresti scoprire che il tuo tempo e la tua energia finiscono in mille rivoli di cose da fare, non tutte indispensabili, molte delle quali poco nutrienti, utili e corroboranti. Ti sei mai chiesto se hai scelto con cognizione di causa come impiegare il tuo tempo oggi?

Fare attenzione a cosa dedichi il tuo tempo è un consiglio prezioso. Senza dimenticare il famoso detto Time is money, il tempo è denaro, come affermava, già alla fine del 1500, Sir Francis Bacon, filosofo inglese.

Ma quanto tempo ci vuole?

In pochi hanno un’idea del tempo che serve per fare una certa cosa o attività (e completarla). Quando chiedo ad una cliente: “Quanto tempo pensi ci voglia per riordinare il cassetto della scrivania o un’anta dell’armadio?”, in poche sanno rispondere con buona approssimazione.

Di solito, le persone hanno la percezione che serva molto più tempo per riordinare una certa area della casa di quanto sia necessario in realtà. Con il risultato che procrastinano inesorabilmente il momento di iniziare e mettersi in moto. Quando le persone decidono di agire - e si rimboccano le maniche per rimettere in ordine qualcosa - scoprono che impiegano meno tempo del previsto.

Alla fine, portato a termine il compito che ritenevano gravoso, percepiscono di avere più energia e si sentono perfino galvanizzate dalla scoperta che “ci voleva così poco” e “non immaginavo di sentirmi così bene una volta finito di rimettere a posto”! Mettere mano alle cose e portarle a termine nel tempo ipotizzato è fonte di energia personale. Dare continuità ai progetti intrapresi è sicuramente un’altra sfida da tenere ben presente.

Quanto tempo perdi per cercare chiavi, telefonino o portafoglio? Una sorprendete classifica

Ti sei mai chiesto quanto tempo impieghi nel cercare freneticamente le chiavi, il telefonino o il portafoglio?

Secondo il sondaggio "Lost & Found" - pubblicato di recente da un'applicazione per smartphone - gli Americani complessivamente spendono circa $ 2,7 miliardi di dollari ogni anno per ricomprare gli oggetti che non riescono più a trovare. Due terzi della popolazione nordamericana spende mediamente fino a $ 50 all'anno per oggetti che sono andati persi.

Oltre il 45% perde il telecomando del televisore almeno una volta alla settimana; il 71% ne perde almeno uno al mese. Il risultato? Il telecomando è, di gran lunga, l'oggetto lasciato più frequentemente fuori posto di tutto il Nord-America!

Il secondo posto, nella classifica delle cose più spesso smarrite, va al telefonino con il 33%; le chiavi della macchina o di casa con il 28%; il portafogli e la borsa il 20%. Il che significa che almeno un americano su cinque perde qualcosa di importante ogni settimana.

Cose fuori posto: quanto tempo sprecato!

Secondo lo studio che ho citato, gli Americani trascorrono mediamente circa due giorni e mezzo all'anno alla ricerca di cose fuori posto. Un’enormità di tempo sprecata nella ricerca di cose smarrite. L’arte di dimenticare ovvero l’abitudine a essere smemorato o disattento ha un impatto economico e non solo. È una notevole perdita di energia!

Lo stesso studio ci informa che il 60% delle persone arriva in ritardo al lavoro o a scuola per aver smarrito qualcosa, seguito dal 49% di individui che hanno perso appuntamenti o riunioni importanti mentre il 22% ammette di aver perso voli, treni o viaggi in autobus.

Per ritrovare ogni oggetto lasciato fuori posto ci vogliono, in media, 5 minuti e 20 secondi; tuttavia ci sono cose che richiedono più tempo per essere ritrovate. Le persone intervistate impiegano più di un quarto d’ora al giorno alla ricerca delle chiavi di casa (21,3%) del portafoglio (20,2%), dell’ombrello (19%), del passaporto (18,9%), della patente (18,8%), delle carte di credito/bancomat (18,7%).

Impegnarsi per creare delle routine personali che ti consentano di rimettere le cose di uso quotidiano sempre allo stesso posto per ritrovarle velocemente è energia spesa bene: eviterai di sprecare tempo, denaro e carica vitale per trovare ciò che serve. Sembra impossibile? Basta un pizzico di impegno, per risultati che potrebbero sorprenderti.

L’uso disattento del denaro

Continuiamo a lamentarci per quello che manca, per i tempi difficili e i rincari delle bollette. Tuttavia quando chiedo ai miei allievi: “Hai un’idea di quanto hai speso l’anno scorso per il gas o la luce?”, in pochi sanno rispondere. Lo stesso discorso vale per la spesa al supermercato.

In molti seguono il volantino delle offerte, come un insieme di irripetibili occasioni, pronte a svanire nel nulla se ce le facciamo scappare, tuttavia quando domando ad una cliente: “Quanto spendi di verdura o di detersivi al mese?” sembrano essere ignare di quanto costa un chilo di broccoli o quanto spendono di detersivo per la lavatrice che usano per la famiglia, in un mese. Come se il tanto agognano denaro, che ci riempie di desiderio e aspettative, fosse privo di una dimensione ancorata alla realtà bensì avesse un valore soltanto in termini di desiderio, aspettative e paure.

Come invertire la tendenza e provare a scendere dall’immaginario tapis-roulant?

Ritagliati del tempo in silenzio senza cellulare o altre distrazioni per annotare la sera quello che hai fatto e quello che farai domani. Prendi nota delle spese più importanti. Fallo ogni sera o quanto più sovente possibile; potrebbe presto diventare un’abitudine che ti consentirà di guadagnare tempo e denaro.

Perché come dice Walt Disney: “L’unico modo per iniziare è smettere di parlare e incominciare a fare.”

Ti sembra difficile? Dipende da te e da quanto vuoi veramente risolvere il problema. Concludo, prendendo a prestito nuovamente le parole di Walt Disney che esorta “Quando credi in qualcosa, credici fino in fondo, implicitamente e indiscutibilmente”.

Infine, ricorda che, dalla semplice dimenticanza a cui porre rimedio è possibile, si può scivolare in un’altra arte, ancora più insidiosa e ingannevole, l’arte di perdere. Quella ‘art of losing’ che Elisabeth Bishop (poetessa americana, premio Pulitzer per la poesia nel 1956) mirabilmente descrive. In modo struggente racconta di aver perso, oltre alle chiavi di casa, molte altre cose: fra le altre due città, due fiumi e un continente, insieme alla voce scherzosa e l’adorato gesto dell’amato.

One art

The art of losing isn’t hard to master;
so many things seem filled with the intent
to be lost that their loss is no disaster.

Lose something every day. Accept the fluster
of lost door keys, the hour badly spent.
The art of losing isn’t hard to master.
Then practice losing farther, losing faster:
places, and names, and where it was you meant
to travel. None of these will bring disaster.

I lost my mother’s watch. And look! my last, or
next-to-last, of three loved houses went.
The art of losing isn’t hard to master.

I lost two cities, lovely ones. And, vaster,
some realms I owned, two rivers, a continent.
I miss them, but it wasn’t a disaster.

Even losing you (the joking voice, a gesture
I love) I shan’t have lied. It’s evident
the art of losing’s not too hard to master
though it may look like (Write it!) like disaster.