Hai un problema? Fai quello che puoi,
lì dove sei, con quello che hai a disposizione.

(Theodore Roosevelt)

Sin dal primo incontro, ho avuto l’impressione che questa donna - che chiamerò Francesca - fosse dotata di grande potenziale benché la sua vita fosse nel caos. Oberata da mille impegni, la casa in disordine, la scrivania dell’ufficio un incubo, aveva messo grande impegno nella professione. I risultati tardavano ad arrivare e la vita privata era un susseguirsi di incontri dal finale scontato: grande delusione e amarezza nel cuore. Capelli neri, un bel portamento aveva le carte in regola per vivere una vita piena di significato. La sua caratteristica era di avere le idee piuttosto chiare sul perché certe cose della sua vita fossero andate in quel modo. Difficile suggerirle un punto di vista diverso e provare a cambiare qualcosa. …Anche a Francesca chiedo - come faccio abitualmente quando lavoro con una cliente - se fosse disposta a fare qualcosa di pratico, tipo sistemare cassetti e cabina armadio.

“Non puoi immaginare - le dissi - quante cose si scoprano nascoste fra il disordine degli armadi e le cose accumulate negli anni”.

Dopo qualche sessione, le posi la fatidica domanda: “E tu? - le chiesi - vuoi capire o risolvere?”. Il viso le si illuminò di stupore e incredulità: fu questo interrogativo a dare il via alla svolta.

Vorrei parlare proprio di questo quesito, che mette in luce una consuetudine tanto diffusa quanto negativa: concentrare l’attenzione sul comprendere il perché (e il per-come) di una determinata situazione convinti che, soltanto attraverso il pensiero, l’analisi razionale di una determinata questione e la comprensione dei motivi che determinano il grattacapo, possiamo trovare una soluzione.

A volte comprendere la causa può essere utile: tuttavia ho scoperto che può diventare perfino una trappola.

Intendiamoci: l’atto di sviscerare un problema e determinare tutte le diverse fattispecie che lo compongono è un percorso interessante e sicuramente può offrirci affascinanti spunti che possono impegnare e perfino nutrire le giornate e la mente. Tuttavia, in una società frenetica come la nostra, nella quale il tempo scarseggia a tutti, fare buon uso delle ore della giornata e dell’energia fisica e mentale di cui disponiamo è un fatto fondamentale, se non questione di sopravvivenza.

Questa semplice dicotomia “capire o risolvere” è una chiave utilissima per semplificare la vita, al fine di eliminare le cose meno importanti a cui dedicare tempo ed attenzione a vantaggio di quelle più significative.

David Bohm, fisico e filosofo statunitense, vissuto nello scorso secolo (1917-1992) esprime questo interessante punto di vista: “La fonte di tutti questi problemi è principalmente nel pensiero. Molti potrebbero pensare che questa sia cosa da pazzi, dato che il pensiero è l'unica cosa che abbiamo per risolvere i problemi: fa parte della nostra tradizione. Eppure, sembra che ciò che usiamo per risolvere i nostri problemi sia la fonte dei problemi stessi”.

Talvolta ho l’impressione che le persone si avviluppino sulle loro stesse problematiche (e guai) al punto che il pensare continuamente ad essi li nutre e li rende più consistenti e apparentemente irrisolvibili. Senza considerare coloro che sembrano avvolgersi in un alone di permanente difficoltà che impregna la loro vita e che permette loro di lamentarsi continuamente su questa o quell’altra questione.

Al punto che dedicano tutto il loro tempo ed energia a descrivere le complicazioni, ignorando completamente il fatto che smettere di lamentarsi, rimboccarsi le maniche e cercare una concreta via d’uscita sono i primi passi da fare sulla strada che porta verso la soluzione. Inoltre, spesso le persone dimenticano quello che è successo prima. Capita di scoprire che, fino a qualche mese addietro, stavano molto peggio e le loro difficoltà più gravi e apparentemente irrisolvibili: eppure tendono a scordare e continuano a focalizzarsi sulle nuove questioni che li affliggono.

Riconosco questo atteggiamento anche nella realtà che stiamo vivendo, a causa della pandemia. Quando la situazione era drammaticamente al suo apice e causava tanti morti - sotto gli occhi di tutti - era bello vedere i gesti di solidarietà ed altruismo riportati dai media o che vedevamo noi stessi affacciandoci semplicemente al cortile di casa. Sono stati momenti difficilissimi in cui le persone morivano in solitudine negli ospedali strapieni, con medici, infermieri ed operatori costretti a turni durissimi e pericolosi, a rischio della loro stessa vita.

Ora nella fase attuale - dove si intravede uno spiraglio verso il recupero di una vita sociale ed economica - molte persone ed anche i media si focalizzano completamente sui ‘problemi’ contenuti nella soluzione, il vaccino. L’impatto che il virus ha avuto sulle nostre vite e i danni che ha causato sembrano sbiaditi, scordati, lontani. Come diceva Nelson Mandela: “Sappiamo cosa deve essere fatto: tutto ciò che manca è la volontà di farlo”.

Vi starete domandando: cosa è successo alla cliente dai capelli neri, che ho chiamato Francesca? Dopo quella domanda e la sistemazione di molti spazi della casa, un pezzo alla volta è riuscita a far emergere le paure, la confusione e la difficoltà a prendere decisioni concrete anziché continuare ad arrovellarsi su mille pensieri e teorie.

“Scegliere è più difficile - mi ha confessato - rischi di sbagliare! Tuttavia, è sempre meglio che rimanere nel limbo delle possibilità infinite che ti offre la mente”. “In realtà dietro a tutto questo ‘pensare’, c’era soltanto la mia paura di prendere il toro per le corna!”.

Quando decidi, capisci che soltanto una presa di posizione nei confronti degli eventi, del fato, della vita ti fa andare avanti. Non ha senso vivere nell’analisi esasperata delle questioni: mettiti in moto per trovare una soluzione a ciò che ti affligge. Se ti arrovelli senza decidere, parlando al telefono con chi ti capita o leggendo notizie di dubbia verità sui social, sicuramente la tua casa sarà un caos, la tua vita sentimentale un susseguirsi di delusioni, la cena riscaldata nel microonde e i figli in rivolta.

Smetti di focalizzarti sui problemi. Metti in ordine le tue cose e le tue priorità. Assumi un atteggiamento pratico e positivo. Ti renderà migliore.

Meno lamentele e più azione portano necessariamente alla sensibile diminuzione delle difficoltà e dei mal di testa…

Nessuna pillola - o soluzione magica - potrà far sparire quello che tu stesso stai creando.

Pensare è facile, agire è difficile
e mettere i propri pensieri in pratica
è la cosa più difficile del mondo.

(Goethe)