Nel campo della floriterapia, fu dedicata pochissima ricerca dal pioniere di questa disciplina, il Dott. E. Bach riguardo a temi quali la sessualità, la comunicazione, l’abilità di comprensione, la creatività e la spiritualità.

I rimedi australiani sono molto potenti, ad alcune persone troppo decisi, agiscono in fretta e attuano cambiamenti profondi a più livelli: il processo di autoguarigione viene aiutato se la persona ha la volontà di attuare dei cambiamenti su di sé sulla propria evoluzione con consapevolezza e coscienza senza rimandare la potenzialità al rimedio stesso.

Pillole e gocce magiche non esistono!

Lo scopo delle essenze floreali è quello di aiutare la persona a prendere contatto con il proprio “Io evoluto” che è rappresentato dall’intuizione e che conserva il vero progetto della propria vita.

Il concetto di guarigione, che in passato era stato toccato da diversi medici quali, Ippocrate, Paracelso, Bach e Steiner abbraccia l’importanza di un buono stato di salute come risultato di un equilibrio tra armonia spirituale, emozionale, mentale e fisica.

Spesso trattando problematiche emotive, i problemi riferiti sul corpo regrediscono: secondo questa visione la malattia non è qualcosa da temere ma dovrebbe essere considerata un campanello d’allarme per iniziare a rivolgere l’attenzione sul “come mai mi sono ammalato/a lì” e: “Cosa significa?”.

Ovviamente non è semplice ma non è impossibile. La nostra attitudine mentale permette di decidere se guardare il vaso mezzo pieno o mezzo vuoto: c’è una zona dentro tutti noi che aiuta questo processo ed è la parte più nascosta, che spesso volutamente non ascoltiamo per auto-sabotarci e così continuiamo ad ammalarci, a fare ciò che non va bene per noi, ad abbandonarci verso ciò che non vogliamo ma “si deve” oppure “si fa così”, tutte modalità, mappe mentali che concorrono ad ostacolare la nostra serenità.

Le essenze agiscono su questo piano aiutando nella consapevolezza, per comprendere la nostra direzione di scelta e agendo con le intuizioni, profondi attimi di illuminazione (insight per lo psicologo Kohler 1887): sebbene il meccanismo delle essenze non sia ancora stato dimostrato è stata condotta una grandiosa ricerca dal Dott. R. Gerber MD nel libro Medicina Vibrazionale.

Gerber dimostra che le malattie emozionali e psichiche possono essere trattate bilanciando la nostra energia corporea: “vibrazione” è sinonimo di frequenza e l’unica differenza tra materia densa (come un farmaco) o una pianta e l’essenza floreale (“materia sottile”) sta nella frequenza che entrambi emanano.

Le medicine vibrazionali vibrano ad una frequenza alta e veloce come il cibo vegetale di ottima provenienza contro una vibrazione bassa e lenta del cibo industriale: quando l’essenza viene ingerita e assorbita attraverso la pelle o le mucose della bocca, entra nel torrente sanguigno e successivamente rimane a età tra circolazione e sistema nervoso centrale.

Le vibrazioni si muovono verso i meridiani e i chakra per poi tornare nella dimensione biologica del corpo fisico: la pulizia arriva anche nel campo aurico e ci vorranno giorni per i risultati un periodo soggettivo.

Consideriamo di essere un triangolo dove all’apice c’è la mente conscia, zona consapevole, di concetti, azioni presenti e ha la proprietà di passare da un concetto all’altro; sotto questo piano risiede la mente inconscia dove sono accumulati ricordi, eventi che si sono formati anche durante il periodo gestazionale e che spesso necessitano di una maggiore attenzione inquanto guidano e dirigono le nostre azioni presenti.

Gli eventi passati influenzano in maniera inconsapevole la persona adulta procurando a volte sofferenze e problematiche come auto-sabotaggi senza la volontà di metterli in atto: una persona si può sentire stupida perché da piccola glielo veniva ripetuto spesso, fintanto da crederci veramente, oppure inconcludente oppure svalutando la propria autostima. Le parole sono come lance se dette in modo sbagliato pur avendo buone intenzioni soprattutto durante il periodo infantile. La parte finale della nostra mente è dedicata all’Io evoluto: qui vi sono le qualità positive potenziali rappresentate dall’amore, dal coraggio, dalla fede, dalla fiducia. Tutte queste virtù aiutano a realizzare il nostro scopo della vita.

Le essenze, quindi, aiutano nel processo di consapevolezza, cercando di schiarire la mente che si fa nebulosa e non permette una piena realizzazione: le variabili sono molte e possono essere abbinate ad un percorso psicoterapeutico per rinforzarne la potenzialità soprattutto in alcuni casi.

In altre situazioni possono essere assunte per sostenere un periodo difficile, oppure perché aiutano semplicemente a mantenere il proprio stato di serenità perché è bello dire che si sta anche bene!

Personalmente le utilizzo spesso durante l’anno e le abbino alle sedute di naturopatia per trasformare la problematica espressa nel corpo fisico con un disturbo per chiudere il cerchio e accompagnare la persona ad una diversa chiave di lettura e alla risoluzione della problematica.