Il 29 Ottobre 2020 Avantgarden Gallery è lieta di riaprire i suoi spazi per Acid Bleach, mostra personale e performance (in collaborazione con il collettivo Lobo) dell’artista parigino di origini georgiane Alexandre Bavard in arte Mosa.

Alexandre Bavard, formatosi all’École nationale supérieure des beaux-arts di Lyon, è da considerarsi un drammaturgo e un performer al tempo stesso, poiché tende a creare narrazioni che trascendono ogni mezzo e che si alimentano di ripetizioni, movimenti, flussi, azione. Le opere esposte si concentrano infatti sulla pittura informale su tela trattata col metodo della scoloritura (Bleach), ma spaziano da sculture in resina e cemento a video e performance. Nel lavoro di Alexandre l’allestimento espositivo diventa una stregua di scenografia teatrale distopica, a volte oscura, e lo spazio si trasforma rivisto dagli occhi di un esploratore del futuro. Traslando il punto di vista nel tempo, oggetti di uso comune, come abiti, copertoni, taniche, contenitori in plastica di ogni tipo, giocattoli, diventano i simboli dell’antropocene ripensati e rivisitati come i resti per una nuova archeologia di cui l’artista ci rende testimoni a priori.

Non è un caso che la ormai storica galleria milanese, aperta da Manfredi Bonelli Bonetti nel 2007, che da sempre tratta artisti appartenenti alla street culture e alla scena underground contemporanea, scelga un artista come Bavard. Col nome di Mosa, Alaxandre vanta infatti un passato da writer. Non solo. Bavard ha ricodificato il writing donandogli una nuova vita. Il “Bulky” utilizzato dal writer è un sistema di tracciamento del movimento generativo dalla tag che risponde a un desiderio primario di portare le tag nello spazio espositivo, superando l’idea riduttiva di una trasposizione delle street tag sulla tela, grazie a un processo di intellettualizzazione della calligrafia di strada e al ricorso alla danza.

Mentre caratteri e pittura potrebbero limitarsi al supporto della tela, l’uso di coreografie di linguaggio corporeo è una risposta al movimento dell’arte urbana contemporanea. All’origine della Bulky performance c’è un desiderio di combinare diversi mezzi espressivi attraverso l’interazione fra calligrafia di strada, danza e creazione sonora. Questa scrittura del gesto si basa su una dinamizzazione e una riappropriazione dell’alfabeto georgiano, regione da cui proviene l’artista.