Questa storia quasi vera si ispira al dipinto di Guido Marchesi intitolato Pensare la Luna.

Quando venne alla luce furono tutti colti dallo stupore. Nessuno aveva mai veduto una creatura nascere con quei capelli neri, lucenti, lunghissimi, già raccolti in una sorta di treccia.
Le Anziane della famiglia osservarono con altri occhi e si scambiarono sguardi d’intesa come a concordare che si trattava di una bambina speciale.
Anche nella scelta del nome vollero sottolineare l’attesa per lei di un grande destino: per questo la chiamarono Regina.

Fin dai primi mesi era affascinata dalla Luna tanto che nonna e zie, anziché portarla a passeggio nelle già tiepide mattine di primavera, attendevano il buio per portarla a vedere la Luna, assai felici ed orgogliose dei sorrisi che illuminavano il volto di Regina.
Non avevano sbagliato: lei già sapeva, lei sarebbe stata una donna di antico sapere.

Regina divenne un’adolescente che continuava ad essere affascinata dalla grande Signora della Notte. Per tanti pleniluni aveva rivolto in alto il suo sguardo intonando preghiere che lei stessa creava.
Non si stupì quella sera quando vide la Donna vestita di bianco accanto alla grande faccia della Luna che era scesa fino ad appoggiarsi al davanzale della sua finestra.
Quante volte si era affacciata per guardarla, lontana, nell’oscurità del cielo.
Adesso era lì e per Lei poteva recitare quelle lodi che aveva imparato a comporre senza che nessuno le avesse insegnato l’arte della parola.

Dea Luna che delizi la notte
Dea che chiedi al sonno di farci sognare
Dea che fai luce a chi attende di ritornare
Dea che tutto hai veduto con anima antica
Dea pudica
Dea amica della solitudine
Divina Signora che ami la civetta.

Regina riconobbe il grande uovo che la Donna in bianco teneva sul suo grembo. Ricordò come si era dischiuso per permettere a lei di venire nel mondo di Terra. Comprese nel lampo di un istante la sua storia e si sentì a casa.
Con ritrovata forza si ripeté la frase che le era stata trasmessa durante un sogno:

Io sono diversa, io mi sono nutrita dal seno della Grande Madre.

Mentre, in un miscuglio di felicità e sconcerto, Regina pensava a quanto le stava accadendo cominciò a percepire in forma di parole il pensiero della Luna. Riusciva ad interpretare la sua lingua così come altre volte aveva compreso la voce degli alberi e degli animali.

“Sei una donna coraggiosa, mia piccola Regina. Io conosco la tua storia. Ho ascoltato tante volte la tua parola di devozione, di riconoscimento della mia luminosa potenza. Hai viaggiato in terre inesplorate, hai cercato approdi sulle isole deserte nelle quali vivono rinoceronti verdi. Hai veduto cieli infuocati e provato il gelo sulle guance sferzate dal vento. sei partita per trovare la conoscenza.

Ti ho sentita quando, disorientata, ti aggiravi senza meta, senza riuscire a capire il senso del mondo nel quale ti eri trovata a nascere.
Non volevi possedere nulla, non conoscevi la competizione, volevi essere tranquilla e impassibile come un neonato, ma ben altri erano i compiti a te assegnati.

Hai osato fuggire dal presente per ritrovarti all’origine del mondo, per percorrere la via silenziosa che conduce fino alla volta stellata”.

Regina ascoltava frastornata, confusa, non sapeva che fare e allora, come faceva sempre, si mise ad intonare quelle sue strane litanie: era il suo modo di mostrare gratitudine e grande rispetto.

Dea lucente nella nebbia
Selene Signora del cielo di stelle
Luna che fai bianca la pelle
Luna odorosa di essenza fatata
Argentea Signora dalle Pleiadi ammirata.

Luna calante serena nella quiete
Luna nuova intrisa di magia
Luna ammaliante di nostalgia
Luna potente amabile e venerata
Divina Signora che indichi la via.

“Tu hai saputo compiere il gesto semplice che si fa preghiera, hai saputo comprendere che c’è uno stare nelle cose che è meditare, che è medicina di ascolto e di silenzio, farmaco di guarigione.
Ho sentito il tuo sguardo contemplante, uno sguardo capace di illuminare l’oscurità, di riscoprire la bellezza nascosta nelle profondità dell’anima.
Hai aperto il tuo cuore alla generosità.
Per questo sono venuta ad incontrarti.
Amo sentire la tua voce fragile, sottile, che risuona come uno strumento la cui armonia è perfetta nella sua unicità.
Una sonorità che tesse il canto della vita e ne fa un’invocazione.
Intona ancora per me i tuoi versi.”

Madre Luna dal pensiero splendente
Luna sdraiata nello sguardo della mente
Luna pallida d’argenteo colore
Luna che accendi l’amore
Luna incastonata di luce trasparente
Luna pervasa dal sapere nascente
Luna mischiata al profumo del cielo
Luna che cammini nel buio sentiero.

“Le parole che ti dirò devi custodirle con cura, farne tesoro, poiché saranno capaci di illuminare il tuo cammino.
È una notte oscura, ma la mia luce ti condurrà fino al sorgere dell’alba.
Da sola dovrai trovare la tua essenza più profonda, farla emergere con determinazione, ma io non smetterò di illuminare il cielo.

Nella terra vive il fuoco, da lei scaturisce l’acqua, attorno a lei fluttua il mare dell’aria.

Vivi intensamente, accogli il dono immenso che hai ricevuto e fanne provvista: il tuo sapere profetico è parola che avvolge di mistero, che cura le antiche ferite.
Solo se riconoscerai la tua deità potrai ricongiungere la tua vita al grande disegno, saprai compiere ciò che ti è dato compiere in questa esistenza.
Ascolta il tuo respiro, il suono divino che attraversa il tuo corpo. L’orecchio accoglie la voce dell’universo: un sacro inno alla vita che, come antica preghiera, invoca lo spirito che governa il viaggio.

Non inseguire un progresso senza fine, un avanzare continuo verso traguardi irraggiungibili. Impara a voltarti a guardare nel profondo per ritrovarti a percorrere i sentieri della purezza.

Ascolta il suono dei tamburi: hai già udito quella canzone, forse hai danzato al suo ritmo intorno al fuoco.

Saprai seguire la voce della cometa, saprai vedere le sillabe incantate che dicono di mondi attraversati dalla luce.
Imparerai a guardarti con altri occhi, ad ascoltarti con altri orecchi.
Potrai avere accesso ad una sapienza mai prima incontrata, potrai attingere ad altre fonti, esprimerti con suoni mai sentiti. Riceverai il caldo abbraccio che in ogni istante sa accoglierti e consolarti.
Ti sentirai sicura della tua forza. Saprai essere ciò che devi essere. Attraverserai le cento porte senza avere alcuna paura.
Entrerai nello spazio senza confini e riconoscerai la sorgente di ogni calore.

Ascolta il tuo cuore, allontana il velo di malinconia che lo avvolge e lascia che la tristezza scivoli in un dolce pianto che lava l’anima e la profuma di gioia.

Trattieni a lungo l’immagine della fanciulla con i piedi appoggiati sulla Luna, osservala mentre si libra nel cielo, ascoltane il respiro silenzioso nel quale il cuore si placa.
Ti insegnerò un altro modo di muoverti.
Dapprima andrai a tentoni, avrai paura, proprio come quando hai imparato a camminare. Poi troverai un nuovo equilibrio, non avrai timore del vuoto, saprai sempre dove appoggiare i tuoi piedi.

Entra nella sfera avvolgente del dono, incontra la forza della parola.

Continua a cercare la Donna che custodisce l’albero sempreverde della giovinezza e non stancarti di onorare le Anziane che hanno aiutato la tua nascita.

Non inseguire la perfezione, cerca la gioia di continuare la danza della vita.”

Gli occhi di Regina erano fermi nella meraviglia. Se quello era un sogno, era nel sogno che voleva restare.
Fu un attimo, come se il tempo si fosse fermato, come se il suo cuore avesse cessato di battere.
Fece un profondo respiro ed ecco, vide di nuovo la finestra aperta sul cielo. Tutto era in quiete. Cominciava ad albeggiare.

A cura di Save the Words®