-Giacomo non possiamo continuare così. Lo so che sei stato tu a volerlo qui e che lo hai difeso strenuamente per tutti questi anni, ma bisogna guardare in faccia la realtà: di questo passo non completerà mai i lavori.
-Capisco le tue preoccupazioni caro Gabriele, anche io ormai sto cominciando a dubitare della mia scelta. Quando lo incontrai per la prima volta a Bologna era un uomo così a modo, elegante, dall’ingegno spiccato, nonché un pittore straordinario! Possibile che la sua mente si sia oscurata a tal punto da non riuscire più ad eccellere nel suo mestiere?
-Sappiamo entrambi qual è il motivo; le hai sentite anche tu le voci sul suo conto… i suoi vestiti costantemente sporchi, la sua barba incolta e la sua continua richiesta di soldi ne sono la prova.
-Le ho sentite sì, ma non posso credere che un uomo possa perdere la ragione per via di qualcosa di tanto sciocco e futile.
-L’alchimia si sa, è materia del diavolo, stregoneria oserei dire! Chiunque la pratichi non fa altro che ledere a sé stesso e a chi gli sta intorno. Guardalo, non è più l’uomo che hai conosciuto anni fa, ormai non si regge neanche in piedi. Io ho già avviato i contatti con quell’artista romano che abbiamo conosciuto a Mantova alla festa dei Gonzaga, sono certo che sarà ben felice di completare i lavori.
-D’accordo, ci parlerò io e gli darò un ultimatum. Se anche questa volta ci dovesse deludere o se eludesse le nostre richieste, provvederemo a chiamare l’artista di cui parli e ci riprenderemo i ducati anticipati.

-France', eccoti qui, era un po’ che non ti facevi vedere qui alla Steccata. Ti sarai mica scordato del tuo impegno? Il tempo passa e quelli della confraternita hanno perso la pazienza!
-Un artista non dimentica mai la propria opera. È come chiedere a una madre se possa dimenticarsi del proprio figlio. Di questi tempi la mia salute è stata pessima, oltre al consueto mal di gambe si sono aggiunti imprevisti dolori alle tempie, per questo non sono stato molto presente.
-Non volevo offenderti, ma sai, l’altro ieri è scaduta la proroga che avevamo concordato e ancora la fine per questi affreschi sembra lontana. Se vuoi un consiglio sincero, dovresti passare un po’ più di tempo qui dentro e meno a casa tua… Ne gioveresti in finanze e in salute!
-Cosa stai insinuando? Siete voi che mi pagate una miseria per un lavoro tanto difficile. Non potete pretendere che si lavori tutta la giornata qui dentro, con la cupola ancora scoperta, il freddo nelle ore serali è insostenibile. Anzi vi dirò, credo di essermi ammalato proprio per via di questo posto, ho tutte le ragioni per stare a casa.
-Adesso stai proprio esagerando. Sono dieci anni che ti difendo perché ho visto in te qualcosa di speciale, ma se è così che ripaghi la mia fiducia, allora sarebbe il caso che tu ti ritirassi e lasciassi il posto a qualcuno che lo merita. So come trascorri le tue giornate in casa, non ho intenzione di continuare a pagare per le tue diavolerie!
-Quello che faccio a casa mia sono affari miei, non ho mai chiesto un ducato in più di quanto mi spettasse. Ciò che tu chiami diavoleria non è altro che il futuro di tutti noi, vedrai quando in punto di morte ti rivolgerai a me e mi supplicherai di aiutarti! Allora sì che ti servirà l’aiuto del diavolo per convincermi!
-Basta così, quando è troppo è troppo. Farò chiamare un altro pittore per completare la volta e pretendo anche la restituzione dei ducati che ti ho anticipato, non sono qui per fare l’elemosina a un cialtrone come te!
-Ah voglio proprio vedere chi prenderà il mio posto, non troverete mai qualcuno alla mia altezza.
-In realtà abbiamo già avviato i contatti con un pittore che conosci bene, devi averci lavorato a Roma. Lo chiamano Giulio Romano, ti dice niente…?
-Non oserete. C’è un codice tra noi del mestiere e sono certo che una persona onorevole come il Giulio non lo infrangerà, gli scriverò immediatamente!
-Beh, staremo a vedere, qui a Parma mi hanno insegnato che non c’è persona che non si compri per un pugno di denari, figurati un artista!

Caro Giulio, ti scrivo questa lettera per una questione della quale sono certo tu sia già a conoscenza. Mi è stato riferito che, per via della mia lentezza, ti sono stati offerti dei denari per sostituirmi nella realizzazione degli affreschi per la Basilica della Steccata qui a Parma. Ovviamente sai quanto un pittore tenga al suo lavoro e trovo disdicevole che ti abbiano fatto una tale richiesta senza prima consultarmi; sono perfettamente in grado di finire quanto iniziato, ho solo bisogno di un altro po’ di tempo. Questa confraternita è piena di bugiardi e malpensanti, ti pagherebbero una miseria e ti farebbero lavorare in condizioni disdicevoli, ti assicuro non ne vale la pena. In più ti toccherebbe adattare il tuo stile, grandioso e ponderato, al mio, molto più terreno e grossolano… l’opera stessa non ne gioverebbe! Ti chiedo quindi, in nome di quel codice che c’è tra noi artisti, di rifiutare la proposta e lasciare che sia io a concluderlo.

Il tuo amico Francesco Mazzola.

Vossignoria Gabriele della confraternita di Parma, mi duole scriverle questa lettera dopo che avevamo trovato un accordo per gli affreschi nel Duomo, ma non ero stato avvertito della situazione con il Parmigianino. Quando me ne avete parlato mi avevate assicurato che le sue condizioni non gli avrebbero permesso di proseguire, si dà il caso che mi abbia scritto una lettera di suo pugno e mi abbia rassicurato sulla sua salute e sulla sua volontà di continuare. Come sa non è pratica di noi artisti prendere il posto dei nostri colleghi se quelli prima non hanno rinunciato. Io non vorrei creare alcun problema né con voi né con il vostro pittore, quindi per quel poco guadagno che mi avevate promesso, preferisco rinunciare.

Il vostro Giulio Romano.

-Giacomo mi ha scritto quell’artista di cui ti parlavo, a quanto pare sembra aver rinunciato, il Parmigianino lo ha dissuaso. Dopo dieci anni, l’unica cosa che è stata dipinta è la volta dell’abside, non possiamo permetterci di richiamarlo.
-Beh, non credo ce ne sarà bisogno, a quanto pare il Parmigianino è stato trovato privo di sensi in casa sua davanti a quelle sue maledette boccette maleodoranti, probabilmente non arriverà a domani. Diceva che la sua passione ci avrebbe salvati tutti, invece...