Dopo anni passati a pensarci e ripensarci finalmente è iniziato il mio primo weekend di formazione per diventare insegnante di yoga. Ancora non mi sembra vero. Forse proprio perché ho passato anni a pensare come sarebbe stato. E il bello è che nella mia testa l’obbiettivo non è mai stato diventare insegnante, ma crescere personalmente e nella pratica. Se la chiamata a insegnare arriverà, si vedrà. Ovviamente ognuno troverà in sé le proprie motivazioni, ma in un mercato sempre più aggressivo in termini di proposte di formazione è davvero difficile orientarsi. Ecco perché una breve guida sui fattori chiave che, come una bussola, potrebbero aiutarti a scegliere in che direzione andare se stai pensando di iscriverti alla formazione insegnanti di Yoga.

Prima di pensare al corso pensa a te, ovvero: le 3 domande chiave da farti prima di ogni altra…

1. Quale stile vorresti insegnare?

Per chi è alle prime armi o ancora indeciso se iscriversi o meno a un Teacher Training (TT) e dove, una delle prime cose che suggerisco di fare è quella di sondare il più possibile il proprio interesse verso i numerosi stili di yoga. Potrebbe essere di aiuto chiederti quale stile vorresti insegnare. Per esperienza avere le idee chiare su un particolare tipo di yoga potrebbe farti scartare a priori tantissime offerte sul mercato. Molti stili di yoga infatti richiedono scuole specifiche. È il caso del Kundalini, dell’Ashtanga o dell’Iyengar, per esempio, legati a tradizioni specifiche che normalmente richiedono diversi anni di formazione. Più difficile invece orientarsi tra le mille proposte di Hata o Vinyasa Yoga, sotto la cui denominazione si trova più spesso di tutto un po’. Altro discorso ancora se parliamo di Yoga Dinamico, Power Yoga o simili, rivisitazioni in chiave “fitness” della tradizione più classica. In questo ultimo caso andranno benissimo tutte le scuole con una impronta didattica American Style, che in tempi rapidi ti renderanno in grado di sentirti sicuro come insegnante. Da lì ad aprirti alla conoscenza dello Yoga più tradizionale avrai sempre tempo.

2. Entro quando vorresti diventare insegnante?

Questa è una domanda trabocchetto, ma utile. Nel senso che non dovrebbe essere una domanda da porsi. Quando inizi un bel viaggio non vorresti mai decidere la data di rientro giusto? Ecco, anche con lo yoga dovrebbe essere così, perché si tratta di un viaggio verso un nuovo mondo, una nuova cultura, verso un’altra filosofia di vita, fatta di principi, testi e comunità. Si tratta di un viaggio nella conoscenza profonda di se stessi e di condivisione con il resto del mondo, che potrebbe quindi durare anche tutta la vita. Purtroppo, e per fortuna però, viviamo in un mondo fatto di agenzie di viaggi, date di scadenza e attestati senza i quali non possiamo più muovere un passo. Finiti i bei tempi in cui era un classico andare in India starci un paio d’anni per apprendere e tornare in Europa a insegnare… Abbiamo vite scadenzate da planning sempre più articolati che sfidano le migliori leggi della Logica, quindi posso capire che magari ti sia messo in testa che da qui a un anno sarai un insegnante! In questo caso, e sempre che tu non abbia già individuato uno stile che ti attrae più degli altri, puoi iniziare con l’orientarti sui corsi più didatticamente efficaci e strutturati per un apprendimento veloce. Andranno bene i corsi riconosciuti dal CONI o quelli specifici solo di Yoga Dinamico che ti daranno una buona panoramica introduttiva più “sport oriented”. Calcola minimo 250/300h di formazione per iniziare, anche se ovviamente ti auguro poi di poterti prendere tutto il tempo del mondo per conoscerti sempre di più attraverso lo yoga e per diventare prima di tutto insegnante di te stesso.

3. Quanto sei disposto a praticare?

Se non pratichi ancora con costanza devi chiederti per prima cosa se sei disposto che la pratica diventi per te quotidiana. Hai presente mi alzo e mi lavo? Ecco, da oggi in poi sarà mi alzo, mi lavo e pratico. Se sei entusiasta all’idea sei già sulla buona strada per diventare un insegnante modello. Se hai dubbi, ti direi di continuare a sperimentare insegnanti e stili diversi fino a trovare quelli che fanno per te. Da lì piano piano capirai e potrai tornare a farti questa domanda anche più volte nella vita. La risposta a questa domanda fa infatti la differenza tra il sapere se hai una vocazione all’insegnamento (che può arrivare a qualunque età) o una passione verso questa disciplina. Nel primo caso ti direi di scartare tutti quei corsi di introduzione generale e focalizzarti sul tuo stile o sulla sua ricerca. Se invece non sei ancora pronto a una pratica intensa e ti senti più come un giovane innamorato, felice della nuova passione appena sbocciata, sarà sicuramente vitale continuare a coltivarla e approfondirla, ma forse potresti anche aspettare a prenderti un impegno come quello di un TT. Se poi però, sull’onda del nuovo amore, ti senti di voler nutrire il più possibile la tua brama di sapere, allora via libera a qualunque corso, anche generico e introduttivo, purché ti ispirino il programma e gli insegnanti (di cui parleremo nella seconda parte). Unica avvertenza per gli avventurieri: sappiate che questo sarà solo l’inizio del viaggio e che, come ogni amore appena nato, potrebbe riservare sorprese di ogni sorta.

Ecco le prime 3 domande utili da porti se stai pensando di iscriverti a un TT. Ovviamente non sono le uniche e, come vedremo nel prossimo articolo, ci sono molti altri temi da analizzare per scegliere il tuo percorso con maggiore sicurezza e soprattutto per non rischiare di incappare in delusioni.