La storia dello spettacolo in Calabria si deve necessariamente confrontare con un nome e cognome: Ruggero Pegna, brillante promoter che dopo studi in Ingegneria e Urbanistica, cede al richiamo dello spettacolo, annunciando a sensazione il concerto di un gruppo particolarmente in auge in quel momento: sono gli Spandau Ballet, all'epoca al top della loro carriera, che arriveranno a Catanzaro, una piazza certamente non facile per concerti e manifestazioni. Era il primo agosto del 1985: da allora a qui, Pegna si è imposto come uno dei principali referenti nell'organizzazione e gestione di eventi dal vivo, con un palmarès chilometrico che annovera fra gli altri le icone del pop-rock Carlos Santana, Elton John, Sting (in un altro fatto di cronaca aberrante, visto il bigottismo del questore del capoluogo che ne vietò nel 1993 l'effettuazione per sedicente e cervellotica istigazione alla violenza), Tina Turner, Simple Minds, il genio della musica colta Mitislav Rostropovich e di tutti i maggiori italiani con Fabrizio De André, Lucio Dalla, Vasco Rossi, Pino Daniele e Paolo Conte a capeggiare un gruppo nutritissimo. Dopo un passaggio molto delicato nella sua vita privata superato con una eccezionale forza di volontà, oggi Pegna riversa i suoi sforzi soprattutto nella stagione "Fatti di musica", il festival del live d'autore da lui ideato, i cui primi appuntamenti annunciati per la nuova stagione sono i favolosi Momix del coreografo Moses Pendleton, Vinicio Capossela e Mika, mantenendo una lucida visione progettuale su quelle che sono le prospettive di un lavoro affascinante e difficile che ha costituito lo spunto di questa conversazione.

Trentacinque anni di gioie, sacrifici e soddisfazioni con delle giornate veramente memorabili: ma come si è evoluto il tuo lavoro e cosa vuol dire fare oggi il promoter artistico e farlo sempre partendo dalla Calabria?

Dipende da chi lo fa. Per molti è solo un'attività commerciale come altre da cui trarre il massimo profitto possibile, a volte senza badare ad alcun principio etico-morale e, aggiungerei, di vera professionalità. Per alcuni, invece, è una grande passione, un sogno da vivere e regalare al pubblico, con la consapevolezza che l'arte, in ogni sua forma, è bellezza, emozioni, aggregazione, formazione e messaggi speciali. Oggi in Italia esistono alcune grosse multinazionali di distribuzione di live, a volte da loro stessi prodotti, che inseguono unicamente grandi numeri e grandi profitti. Per i promoter è sempre più difficile, visti gli alti minimi garantiti, le elevate percentuali sugli incassi, i costi dei rider e degli allestimenti. In Calabria, dove opero principalmente, lo sforzo di realizzare grandi eventi si basa, soprattutto, sulla capacità di intercettare contributi regionali ed europei finalizzati alla valorizzazione dei beni culturali e alla promozione turistica. Qui, solo con i biglietti, spesso non si coprono i costi nemmeno col tutto esaurito. Poi, ci sono diverse agenzie italiane minori con cui ancora si può ragionare in maniera logica, direi umana.

Qual è secondo te la priorità in un disegno ideale di regolamentazione e disciplina in materia di spettacoli dal vivo?

Credo nell'opportunità di un albo professionale, che risponda a criteri di professionalità e affidabilità, di una maggiore attenzione ai problemi dello spettacolo dal vivo, a cominciare dal riconoscimento della professione. Il dialogo tra la nostra associazione Assomusica, di cui sono stato socio-fondatore e dirigente, e i vari Ministeri, deve poter garantire l'esercizio del nostro lavoro nel modo migliore e con le necessarie garanzie, a tutela del pubblico, di chi lavora nella complessa filiera e della stessa attività.

Ma sarebbe ancora possibile oggi per qualche giovane che volesse affacciarsi nello show-biz alimentare il suo sogno di essere un promoter? Quali caratteristiche dovrebbe avere?

È un lavoro complesso, con alti rischi, esigui guadagni e possibili grandi perdite. Le variabili aleatorie sono molteplici, a cominciare dalla quantità di biglietti realmente venduti, alle condizioni metereologiche per eventi all'aperto, ai rapporti con i proprietari delle strutture, spesso Enti Pubblici, fino alle vecchie e nuove disposizioni in materia di sicurezza. Quest'ultimo è un argomento delicato e importante, ma spesso si riduce a mera burocrazia che crea ostacoli, aumento di costi, riduzione di capienze. Un promoter deve avere lucidità, capacità gestionale e organizzativa, intuito, coraggio, personalità, secondo me anche valori etici e molto altro.

Quale ritieni sia stata la tua più grande soddisfazione artistica?

In Calabria soddisfazioni ed emozioni: è stata questa la vera ricchezza prodotta dal mio lavoro. Ho portato qui alcune delle stelle più prestigiose al mondo, da Elton John, trasmesso in mondovisione dalla Rai a Carlos Santana, Sting, Tina Turner, James Taylor e molti altri, fino a vari eventi televisivi che, in realtà, non si sono potuti storicizzare per la discontinuità della volontà politica a sostenerne l'effettuazione, come l'Omaggio a Mia Martini, La Sera dei Miracoli, il Ponte fra le Stelle, la Notte degli Angeli, tutti trasmessi dai canali Rai. Per la Calabria molti di questi eventi sono stati miracoli, già irripetibili di per sé.

Come avviene oggi il tuo lavoro quotidiano e come si è modificato il mercato della domanda\offerta?

Il mio impegno si basa su un grande contenitore che è il mio festival annuale "Fatti di Musica", riconosciuto Grande Festival Internazionale dalla Regione Calabria, all'interno del quale programmo i principali live. Il sostegno regionale mi consente di integrare le perdite di alcuni eventi fino ad un tetto massimo annuale. Poi, scrivo io stesso progetti di festival ed eventi, di cui sono pure direttore artistico, per Comuni e altri soggetti privati con cui stipulo protocolli d'intesa, in modo che anche questi soggetti possano concorrere ai vari bandi finalizzati alla promozione del territorio, vedi il “Calabria Fest” di Rai Radio Tutta Italiana, festival per nuovi talenti a Lamezia Terme oppure il “Festival del Musical” di Miglierina, il “Premio Dalida” di Serrastretta, il “Reggio Live Fest” di Reggio Calabria, ecc. ecc.

Si è parlato molto in questi mesi del secondary ticketing, cosa pensi e quale posizione ha assunto ufficialmente Assomusica?

Il secondary ticketing danneggia tutto il settore e soprattutto il pubblico, tranne chi ci specula. Il costo dei biglietti è un problema serio, perché spesso lo spettatore non può acquistare il biglietto al prezzo reale stabilito dallo stesso organizzatore, ma scattano sovrapprezzi in tanti casi immotivati e non legati ad alcun servizio supplementare che possa giustificarli.

È di pochi giorni la notizia della tua candidatura al ruolo di Sindaco della tua città: una bella sfida certamente. Ambiziosa per quanto difficile. Cosa ti ha motivato e idealmente come si articolerebbe il tuo programma per il rilancio di Lamezia che nonostante la sua posizione strategica non ha praticamente mai sfruttato il suo potenziale?

Vedi, anche questa candidatura nasce dalla visibilità e dalla stima prodotte dal mio lavoro e dal mio impegno socio-umanitario. Un impegno accompagnato anche da molte pubblicazioni, tra cui due romanzi di successo, come Miracolo d'Amore, in cui racconto la storia della mia leucemia superata anche grazie all'amore della mia famiglia e Il cacciatore di meduse, storia di migranti, un romanzo antirazzismo inserito dalla World Social Agenda tra i libri da consigliare a tutte le scuole sul tema "Migranti e Diritto al futuro". Ho accettato questa candidatura conservando il mio stile, il mio modo di essere, sperando di poter dare un reale contributo a questa città, tutta da riorganizzare, ammodernare e reinventare

Il tuo è un mestiere alimentato dai sogni, puoi rammentare il primo e quello che attualmente stai vivendo?

Non sempre, come ho detto, ma nel mio caso sì. Il sogno di poter vivere e far vivere i grandi eventi in Calabria. I miei nuovi sogni sono legati alla scrittura, al successo dei miei romanzi, a quello che sto scrivendo e alle tante idee che ho. Sogno che i due romanzi che ho citato possano diventare dei film. Il cacciatore di meduse è già un film da leggere.

Cosa rappresenta per te scrivere? Si tratta di una necessità, di un istinto, di uno sfogo o cosa altro?

Una grande passione, direi il mio vero talento!

E restando probabilmente in tema, chi è l'artista che hai inseguito, magari sfiorato ed ancora non organizzato?

Mi piacerebbe portare Bruce Springsteen. In generale mi solleticano le grandi stelle mondiali mai venute qui in Calabria, che resta se non il mio palcoscenico ideale, certamente un irrinunciabile luogo del cuore.