Chissà come verrà descritta nel futuro la nostra epoca. Peserà più il fattore ambientale e il tentativo di portare nelle coscienze dell'uomo l'idea che non è più possibile continuare a distruggere il mondo e l'ambiente in cui si vive o la mappa dei difficili equilibri fra le potenze mondiali, oppure ancora la nascita di nuovi generi musicali come la Trap.

Di certo, non passerà inosservata la tecnologia e quanto in questo secolo essa sia in grado di modificare radicalmente il nostro pensiero, le nostre abitudini e il pianeta che viviamo.

La tecnologia ha molti volti, tutti apparentemente accattivanti e sempre più facili da raggiungere e conoscere.

Essere parte attiva della società contemporanea non ammette l'alfabetismo informatico, bisogna almeno sapersi connettere, digitare, inviare, allegare, autenticare, essere social e seguire la velocità dell'era digitale, comunque e sempre.

Ci si preoccupa di non perdere la propria identità virtuale e di dimostrare la propria esistenza attraverso periodici post con la speranza di essere approvati con like e commenti, dimenticandosi spesso l'educazione che era in uso quando mio nonno era ragazzo.

Gli individui sono sempre più immersi e concentrati negli scenari digitali, e meno interessati e attenti alla vita reale. Manteniamo sempre più spesso la testa china sullo schermo del telefono e ci preoccupiamo maggiormente di monitorare le conversazioni in chat anche quando si è in compagnia ad altre persone, camminiamo in strada o siamo a tavola.

Questa rivoluzione non ha risparmiato l'urbanistica, l'architettura e il design, introducendo nuovi orizzonti per la professione.

Dalle ricerche sullo sviluppo di città sempre più intelligenti capaci di migliorare la vita dell'uomo passando per sistemi in grado di ottimizzare e ridurre l'impiego di materie prime e l'utilizzo di fonti di energia rinnovabile si è arrivati ad utilizzare la tecnologia anche per rendere i luoghi accessibili e promuovere la cultura e il territorio in tempo reale.

Il volto innovativo legato ai sistemi di comunicazione digitale applicato alla promozione dei beni culturali e ambientali ha raggiunto in pochi anni un livello di altissima qualità, anche grazie alla passione di adolescenti che un tempo passavano le giornate nei bar a giocare con i videogame. Gli stessi adolescenti, oggi adulti hanno trasformato la loro passione in un mestiere generando imprese e reddito.

Tra questi alcuni hanno creduto e lavorato per “curvare” la realtà in un mondo giocabile a 3 dimensioni, un mondo fatto di minuziosi processi di modellazione in 3D del presente e del passato per far vivere all'utente la storia in prima persona e promuovere e divulgare in maniera innovativa e diretta la culturale e il nostro patrimonio.

Le ricostruzioni che vengono realizzate si basano sull’integrazione tra le tecnologie dei rilievi laser e fotogrammetrici, la modellazione 3D e la Realtà Virtuale elaborata secondo le regole della gamification con un risultato straordinario che restituisce preistoria e storia “giocabili” alla portata di tutti.

La parola d'ordine diventa condivisione e collaborazione di processi di co-progettazione sui beni culturali tra gruppi di programmatori, architetti, archeologi, paesaggisti, storici dell’arte, esperti in gestione museale etc..., per raggiungere una visione particolareggiata di tutti i manufatti studiati e garantire la scientificità e l’ammissibilità delle ricostruzioni proposte.

I siti, restituiti in formato digitale si presentavano spesso nel loro momento di massimo splendore rendendo l'utente protagonista in scenari di interazioni dediti al gioco, all'intrattenimento, alla didattica, alla promozione culturale o all'accessibilità.

Proprio quell'accessibilità che fino a ieri non era possibile in gran parte dei siti di interesse culturale e che oggi invece grazie alle tecnologie è diventata possibile. Un esempio molto interessante di ricostruzione virtuale orientata all'accessibilità la ritroviamo in un recente lavoro portato avanti dalla società SJM-Tech per il Museo archeologico di Cabras e alcuni comuni della Sardegna. La facilità di interazione dell'utente, la minuzia per i dettagli e la facilità di movimenti e ambientazione nello spazio ricostruito stupiscono e affascinano.

La tecnologia applicata ai beni culturali è di certo una nuova forma di comunicazione in continua evoluzione ed espansione, basti guardare quanto è stato fatto al Natural History Museum di Londra con il progetto “Hold The World” oppure alla Domus Aurea di Roma con la rappresentazione delle stanze segrete di Nerone in 3D o ancora nella mostra Internazionale “Van Gogh Alive The Experience” e “Da Vinci Experience”.