Per molti il caffè è un rito da ripetere più volte al giorno, anche se dicono che renda nervosi. Il caffè rappresenta una pausa, un momento di relax assoluto, da celebrare da soli ma anche in compagnia, meglio credo. Chissà se Socrate alla sua epoca lo avrebbe gradito macchiato o amaro, chissà se avrebbe apprezzato la tastiera, visto che non amava la fredda scrittura nemmeno per comunicare.

Come gran parte dei liberi pensatori, Socrate era considerato, per le sue idee un sovversivo, un uomo pericoloso. Oggi molte di quelle che chiamiamo moderne civiltà del mondo, purtroppo fanno a pugni con quel glorioso passato. Sappiamo bene come la Grecia sia stata la culla della nostra civiltà. In quei luoghi sono nate la medicina, la matematica, le olimpiadi e il teatro, ma in primo luogo la filosofia, l’arte del ragionare. Quella terra è stata calpestata da grandi studiosi, che hanno fatto diventare disciplina, il pensiero. La nostra cultura e il nostro modo di riflettere arrivano da quei luoghi, non è farina del nostro sacco, come qualcuno potrebbe pensare. Oggi, molti di quegli insegnamenti sembrano perduti, anche se nei licei e negli atenei si studiano ancora, ma è lo sperimentare quelle idee che sembra non trovare terreno fertile. Dovrebbe farci pensare il fatto che oggi la Grecia viva in condizioni pessime e che sia fanalino di coda dell’attuale Unione europea. Qualcosa, forse non ha funzionato.

Chi era Socrate è stato tramandato verbalmente, perché questo piccolo ometto calvo, a tratti buffo, con il naso a palla e una folta barba passava le sue giornate fra le persone a discutere e a ragionare; di lui e del suo pensiero scriveranno altri, fra cui il grande Platone nei suoi dialoghi. Socrate faceva lo scalpellino, ma lavorava il giusto solo per mantenere i tre figli e una moglie che continuamente brontolava. Dopo una frettolosa colazione, per non ascoltare le lamentele della consorte, usciva di casa a cercare un angolo di strada, una piazza, una casa, un tempio dove poter discutere. Atene faceva parte di un mondo meraviglioso, era una delle città greche che con i suoi commerci dominava il Mediterraneo e il Mar Nero. Da ogni parte del mondo arrivavano artisti, pittori, filosofi e scienziati, ma soprattutto giovani che volevano imparare. Perfino dalla Sicilia, le famiglie più facoltose mandavano i loro figli per essere istruiti da Socrate, il quale non chiedeva nulla in cambio.

Se pensiamo che questo filosofo ha vissuto tantissimi anni prima di Cristo, ci sembrerà sorprendente come egli abbia potuto anticipare molti concetti alla base della dottrina predicata da Cristo; Socrate è stato il precursore dei principi dell’Illuminismo, se pensiamo che metteva al centro di tutto la ragione. Quest’ultima doveva essere il motore delle azioni, per guidare e governare gli istinti, affinché non diventassero vizi.

Il metodo usato da Socrate era quello di insinuare dubbi nei suoi interlocutori; prima di tutto decidiamo di cosa stiamo parlando, affermava prima di iniziare e poi provocava, faceva domande per indurre l’altro a ragionare con la propria testa. L’azione giusta deve essere dettata dall’intelletto, il pensiero deve sempre dominare ogni emozione. Per le sue idee (considerate sovversive) questo piccolo uomo fu condannato a morte, una sorte alla quale non si sottrasse, perché non si risponde a un’ingiustizia con un’altra ingiustizia: era questo uno dei principi alla base della sua dottrina. Infatti, i suoi amici volevano salvarlo, e per questo gli avevano proposto un piano di fuga dal carcere, ma egli non volle. Socrate visse la sua vita fino all’ultimo respiro nella sua cella, discorrendo tranquillamente con i suoi allievi, senza mai farsi sopraffare dalla paura né dallo sconforto. Con la stessa serenità d’animo manderà a prendere la cicuta, il veleno che avrebbe bevuto per andarsene proprio come aveva sempre vissuto.

Da quanti falsi miti e credenze siamo stati ingannati e ancora lo è la società attuale! Tutto questo perché il mondo spesso non segue il più semplice degli insegnamenti: Pensa con la tua testa. C’è un tempo in cui bisogna porgere l’altra guancia e un tempo in cui, invece, bisogna combattere; già nella sua epoca Socrate predicava il vivere retto, guidato dal pensiero e dalla ragione.

È vivere in modo virtuoso urlarsi contro senza ascoltare ragioni? È ciò che avviene oggi nei salotti virtuali e nei talk show. Non lasciamoci ingannare ancora una volta, anche Socrate visse in un tempo simile al nostro, dove vi era corruzione, volgarità e violenza. Non guardiamo al passato come a qualcosa di troppo distante da noi, in tutte le epoche vi sono negatività e allo stesso tempo uomini saggi.

Le idee possono sconvolgere vecchi modi di pensare, introdurre il nuovo, sovvertire l’ordine delle cose, e questo fa paura adesso come allora. Cosa avrebbe fatto, ad esempio, il Comunismo alla luce accecante della ragione? E i regimi totalitari? Le ideologie xenofobe? E le piccole e povere idee alla base di tutte le guerre? Chiediamocelo, e chiediamoci anche come stiamo vivendo ora, che tipo di ideologia segue il nostro essere; soprattutto chiediamoci se abbiamo dimenticato di pensare con la nostra testa. Socrate amava il contatto umano, noi scegliamo di andare in una piazza, in un angolo di strada a parlare con i nostri simili? Il filosofo greco aveva intorno a sé sempre una moltitudine di persone, noi qualche centinaio di like, se scriviamo una cosa troppo banale o troppo seria sui social.

Lui era accusato di corrompere i giovani, perché pensava con la sua testa e metteva in dubbio ogni cosa. I politici, gli opinionisti, i filosofi e gli internauti del nostro tempo hanno sempre meno dubbi, quando si esprimono, questo dovrebbe farci pensare.

Nei social network quando qualcuno posta che si sposa o che è morto Caio, gli arrivano migliaia di like. Anche Socrate è stato apprezzato da tanti solo dopo la sua morte, e questa è una cosa che non è mai cambiata: i vivi non sono interessanti tanto quanto i morti. Non devi godere di buona salute oppure passare a miglior vita per ricevere tanti like e suscitare la partecipazione di una moltitudine di persone, che pur non conoscendoti diventa all’improvviso un nutrito gruppo di grandi filosofi con il dito e l’emoticon giusta sempre a portata di click.

Abituiamoci alla realtà: Niente ispira tanto come la morte o la foto di un piatto invitante e ben presentato: la verità è che vogliamo pensare troppo o troppo poco, a volte niente affatto.

Potremmo, però guardare questa realtà da un’altra prospettiva, prendendo magari spunto da quel piccolo ometto con la barba. Allora potremmo considerarci fortunati perché siamo vivi e perennemente a dieta; certo, difficilmente diventeremo popolari e i nostri post riscuoteranno sempre pochi like, ma potremmo consolarci con un bel caffè (decaffeinato e senza zucchero) e quattro chiacchiere con un amico. In una piazza o in un angolo di strada?