A Milano c’è un tesoro nascosto che è l’Archivio Crepax, creato nel 2003 dai familiari di Guido Crepax, il fumettista e illustratore di cultura grandiosa che spaziava dall’arte alla letteratura, dalla musica al cinema e più noto come il creatore di Valentina, un’icona per generazioni.

Antonio, Caterina e Giacomo Crepax, riunendo competenze di design, comunicazione e scenografia, ripropongono il ricco patrimonio di immagini e contenuti e curano eventi, mostre, nuove edizioni, oggetti di design e progetti multimediali evidenziando la contemporaneità dell’intuizione creativa del padre. In ambito editoriale Archivio Crepax ha anche rotto il tabù del Crepax in bianco e nero con una collana di 20 volumi dedicata alle migliori storie di Valentina, molte delle quali colorate con il contributo di Emanuele Bestetti di Archivio Crepax e di tre giovani illustratori, neodiplomati all’Istituto Europeo di Design di Milano.

Ma l’iniziativa più importante di quest’anno è una mostra, dal titolo Valentina. Una vita con Crepax, in corso al Museo Civico di Bassano del Grappa e curata con grande passione e competenza da Antonio, Caterina e Giacomo.

Ce ne parla Antonio, più in dettaglio...

Una mostra in Veneto perché Guido Crepax, pur essendo nato a Milano, sentiva moltissimo le sue origini veneziane. E anche venete perché suo padre era di Dolo vicino a Venezia. Però in questa mostra a Bassano del Grappa ci sono delle cose molto sentimentali. Erano gli anni della guerra e mio padre era sfollato a Venezia perché a Milano c‘erano i bombardamenti, parliamo del 1943, e Venezia è stata per lui un’illuminazione: lì ha concepito le sue primissime, embrionali storie a fumetti. Quindi questa mostra è una bellissima occasione proprio per guardare un autore dalle radici vere e proprie. Noi tre figli, che curiamo l’Archivio di nostro padre, cerchiamo sempre di fare qualcosa di originale. Perché pensiamo che qualsiasi patrimonio artistico non sia qualcosa di statico ma di dinamico, e per farlo seguiamo molto il pensiero di nostro padre che non amava l’arte ingessata dei musei ma la sua diffusione. Allora in questo caso c’è il Museo, che è il Museo Civico di Bassano, e c’è una mostra con contenuti nuovi e delle cose mai viste prima. Abbiamo cercato perciò tutto quello che poteva essere legato ai territori di nostro padre e della nostra famiglia.

Come è nata la collaborazione con Bassano del Grappa?

È stata per noi una bellissima sorpresa perché non pensavamo che ci fosse un museo così bello, interessante e ricco di opportunità, e la mostra è concepita come un grande scenario suddiviso su due piani; al primo piano, come in grande salotto, si possono guardare diversi video anche nuovi e tavole colorate, una novità del colore per un disegnatore conosciuto soprattutto per il bianco e nero. Ma è anche la dimostrazione di come era l’autore che oltre a fumettista era anche un pubblicitario e usava moltissimo il colore in pubblicità.

Il percorso inizia dagli esordi di Guido Crepax, dai tempi di Venezia?

Nelle teche al pianterreno, ci sono tavole e oggetti che raccontano il suo lavoro, cover di dischi, illustrazioni per riviste, tavole che mixano fumetto e pubblicità allo stesso tempo, scenografie di spettacoli teatrali e copertine di libri. E ci sono sperimentazioni delle proto Valentine che poi svilupperà nella Valentina vera e propria. È una visione prestata a tutti gli effetti con tutti i contenuti che ci possono essere. Il nostro intento era far capire quale è stata la sua evoluzione artistica. Lui che arriva giovanissimo, nel 1957, quando aveva 24 anni, vince la Palma d’oro per la pubblicità con la Shell. Aveva già cominciato nel ‘53 a fare le copertine di dischi ma, in questo percorso, c’è un passaggio fondamentale, dall’estrema sintesi della pubblicità e dei riferimenti culturali di allora, per arrivare nel 1975 con Valentina e scatenare questa enorme fantasia, creatività, un’accavallarsi di stili che è un po’ la sua cifra stilistica, il suo modo di intendere il fumetto.

Il cinema ha un grande rilievo nel lavoro di suo padre?

Parole e immagini. Il suo punto di partenza, addirittura quando aveva 12 anni, era il cinema. Doveva riuscire a raccontare le storie sulla carta come un film e per questi fumetti aveva già l’idea anche delle immagini. Aveva un dinamismo mentale e una multimedialità di testa tale che forse gli mancava solo il computer. Amava moltissimo la storia e aveva una memoria soprattutto visiva estremamente acuta. Entrando nella mostra c’è anche una sezione dedicata ai suoi profondi rapporti con la letteratura dove ci sono delle tavole di storie di libri rivisitati a fumetti da lui, come per esempio il Processo di Kafka o Dracula.

Le teche presentano anche cose sorprendenti, inaspettate?

L’amore per la storia nostro padre l’aveva trasferita anche nel suo amore per il gioco da tavolo e così ne ha inventati tanti, come il gioco della Formula Uno o della Boxe o le ricostruzioni storiche come le guerre napoleoniche con tutti i soldatini e i campi di battaglia, o la battaglia di Solferino e San Martino costruita con 200 soldati schierati sul grande campo.

E, in occasione della mostra a Bassano del Grappa, l’Archivio Crepax lancia il volume Lanterna magica, nuova prestigiosa Limited Edition Skira dedicata a Guido Crepax. È un libro pubblicato per rendere omaggio alla prima edizione del graphic novel datato 1978. Di grande formato, tirato a 300 copie, impreziosito da tre serigrafie – Imitazioni, Riflesso e Bambole – numerate e autenticate dall’Archivio Guido Crepax e da una tavola artistica realizzata e autografata da Lorenzo Mattotti.