Nonostante un proliferare di iniziative e festival, l’America resta oggettivamente la patria del jazz. Una pregevole iniziativa riguardo la sua educazione e diffusione riguarda il SF JAZZ Collective, di stanza appunto a San Francisco e attivo da oltre tredici anni.

Si tratta di un'all-star moderna, che si è esibita anche in Italia (Milano e Bergamo), composta da otto dei migliori musicisti presenti sulla scena contemporanea, ai quali viene commissionato ogni anno un progetto di nuove partiture e riarrangiamenti di una grande figura del passato, anche se sono state omaggiate delle icone contemporanee del calibro di Wayne Shorter ed Herbie Hancock, in modo da sottolineare l’intrinseca vitalità del jazz nella sua capacità di rinnovarsi.

Guardando indietro, il collettivo attualmente composto da Miguel Zenon e David Sanchez (sassofoni), Robin Eubanks (trombone), Warren Wolf (vibrafono), Edward Simon (piano), Obed Calvaire (batteria) più i due recenti nuovi innesti rappresentati da Etienne Charles (tromba) e Matt Brewer (contrabbasso), ha omaggiato giganti del calibro di John Coltrane, Chick Corea, Joe Henderson e figure che si ritrovano apparentemente al di fuori del jazz ortodosso, come Stevie Wonder e Michael Jackson. Ciò appurato, l’importanza della loro musica nella formazione di quasi ogni musicista jazz rimane un dato indiscutibile.

Nel corso dell’ultima stagione di residenza, il collettivo ha realizzato una piccola retrospettiva su quanto realizzato nel corso degli anni, con arrangiamenti di pregevole fattura che hanno riguardato pagine indimenticabili di Ornette Coleman, Miles Davis e Thelonious Monk. Per poter meglio affinare l’interplay fra tutti i componenti, il gruppo si ritrova ogni autunno a San Francisco per una residenza fissa di svariate settimane. In questo periodo di prove condivise, che rappresenta una benvenuta eccezione nel jazz moderno afflitto da una generale mancanza di fondi e sostegno economico da parte delle istituzioni, l’ottetto mette a punto il nuovo repertorio e interagisce con la comunità presente in una delle baie più affascinanti del mondo attraverso una serie di programmi educativi appositamente calibrati per grandi e piccini.

Quindi il SF JAZZ Collective parte alla volta dei principali club e sale da concerto sparse in Europa e Asia, per consolidare e diffondere la sua pregevole missione culturale. La scelta per la stagione 2018-19 che avrà una sua première dal 18 al 21 ottobre, è ricaduta in forma quasi unanime su Antonio Carlos Jobim, uno dei padri putativi della bossa nova e innumerevole fonte di ispirazione per tanti musicisti di estrazione jazzistica.

Sarà lecito aspettarsi ancora grandi cose da questa formazione in cui hanno militato dall’atto della sua costituzione grandi personalità contemporanee come Joe Lovano, Joshua Redman, Dave Douglas, Brian Blade e il compianto vibrafonista Bobby Hutcherson. “Faccio parte del collettivo dagli inizi-ribadisce Miguel Zenon- ci sono un paio di caratteristiche che lo rendono davvero unico, specie se consideriamo il tempo attuale. Non c'è un leader riconosciuto fra di noi, piuttosto ognuno ha la medesima capacità di decidere. Lo facciamo ai voti, in modo che ogni azione successiva abbia una sua precisa radice. Poi c'è la possibilità di scrivere nuovo materiale e di realizzare delle prove molto più lunghe e circostanziate al riguardo. Questa circostanza lascia la porta aperta a un sacco di altre possibilità che sarebbe molto difficile riuscire a ritrovare al di fuori”.