È di certo una mostra sorprendente e originale quella che Merano Arte, attraverso opere e installazioni site-specific di Yorgos Sapountzis, ospita nel suggestivo spazio espositivo della Kunst Merano Arte, in via Portici.

Nato ad Atene nel 1976 ma trasferitosi a Berlino, Sapountzis ha partecipato a numerose mostre internazionali tra cui Documenta 14 di Kassel e alla 57^ Biennale di Venezia, mentre per Merano Arte ha progettato questa nuova installazione site-specific dai connotati e dall'impronta davvero originale.

Michsich Hotel, recita così la rassegna meranese che contiene riferimenti alle memorie e alle esperienze individuali ma, anche, a situazioni collettive e, contemporaneamente, allude alla sovrapposizione tra luoghi privati e pubblici. Così, via via che si attraversano le diverse stanze e installazioni presenti alla Kunst Merano Arte, emergono e risaltano anche nuovi ordini e nuove narrazioni. Ed è proprio attraverso queste installazioni, questi video e queste performance, che l'artista di origine greca veicola un nuovo livello di consapevolezza nello spazio della vita pubblica, indagando e scrutando tanto il suo presente quanto il suo passato. Una sorta di ritorno al futuro ma verso un presente intenso e la cui osservazione non manca di fornire continui spunti e analogie legate alla nostra quotidianità. Non a caso per questa mostra Sapountzis si è confrontato con gli spazi semipubblici delle camere d’albergo, costruendo un collegamento con l’atelier e con lo spazio espositivo, in qualità di luoghi rispettivamente di produzione, di presentazione e di fruizione dell’arte. Luoghi simbolici ma anche oggettuali e concreti. Luoghi e spazi di condivisione ma anche di una forte socialità entro cui costruire altre socialità. Anche in questo senso l'artista greco costruisce nuove poetiche e nuovi fronti concettuali del contemporaneo.

E infatti l'artista, in via del tutto fantastica e originale, proprio dai vari depositi di numerosi alberghi meranesi ha selezionato oggetti e mobili, i quali, in seguito, sono diventati le installazioni e le opere della mostra. Una vera e propria rappresentazione scenica dai connotati suggestivi e curiosi che denotano l'impronta dinamica e creativa di Yorgos Sapountzis. Sono così nei primi due piani della galleria meranese una sequenza scenografica di situazioni, oggetti e narrazioni, strettamente correlata all’architettura caratteristica di quella che era stata un’abitazione sotto i portici. Una vera e propria ambientazione reale, concreta e oggettuale, che permette di ritrovarsi in un mondo di assoluta familiarità.

Ed è questa la forza e il codice primario dell'artista greco. Infatti la messa in scena dell'opera si apre con l’installazione di oggetti provenienti dall’atelier dell’artista: materiali, utensili, cose personali che si mescolano e si moltiplicano attraverso disegni degli oggetti stessi. Lo testimonia assai bene l’installazione Look and Cook che propone già nel titolo un’esortazione a guardare attentamente, e che può essere assunta come suggerimento per tutta la mostra: gli oggetti emergono continuamente sotto forme diverse, come oggetti stessi o come loro riproduzioni in forma di disegni ma anche le stesse fotografie che Sapountzis stampa su lenzuola diventano la rappresentazione di un nuovo codice identitario.

Egli stesso ha affermato in un’intervista a Yilmaz Dziewior: “Mi piace creare con i miei materiali un caos che devo poi riordinare, e apprezzo ancora di più la sensazione di successo quando ci riesco. Il processo conta più del risultato”. E, non a caso, ordine e disordine, anche come categorie estetiche, ritornano con forza e con frequenza nel lavoro artistico di Yorgos Sapountzis, caricando ogni oggetto di nuovi e diversi significati.

E, del resto, Sapountzis lavora sempre con materiali leggeri e semplici: aste di alluminio, lenzuola, stoffe colorate fungono al contempo da supporto per le immagini e da elementi architettonici. E proprio queste installazioni, flessibili e temporanee, hanno la stessa vivacità e lo stesso dinamismo che mostrano anche i suoi video e le sue performance: ad esempio nel nuovo video realizzato appositamente per la mostra meranese, Sapountzis mette la propria persona in relazione allo spazio urbano, proponendo una passeggiata notturna in cui l’artista si muove nella città di Merano mostrando al tempo stesso una percezione diversa della città.

Ma è anche la presenza del corpo ad assumere un aspetto centrale nei lavori di Sapountzis, come risalta all'interno della stessa mostra: infatti, da una parte egli è onnipresente nelle fotografie, nei frammenti e nei calchi di statue e monumenti (ad esempio nell’installazione Dance Studio calchi in gesso di frammenti del corpo sono raccolti davanti a una sorta di paravento); dall’altra ogni visitatore ridefinisce la mostra attraverso la sua presenza e i suoi movimenti nello spazio, creando così muovi rinvii e rimandi per una poetica ricca di citazioni ma anche di suggestivi riferimenti affettivi e ambientali. Un quadro d'insieme entro cui si ricostruiscono identità e forme del nostro tempo, quello più attuale e diretto.