L’uomo ha sempre usato i numeri per descrivere la realtà e la matematica per semplificarla. La numerologia si basa sui numeri e non può essere disgiunta dalla matematica: questa disciplina si occupa della qualità dei numeri, a differenza della matematica che si occupa dell’aspetto quantitativo.

La numerologia permette di comprendere meglio gli eventi che ci accadono e di conseguenza accettare le situazioni, svelare i conflitti che viviamo con noi stessi e con gli altri; è una scienza occulta antichissima usata da sempre dalle èlite. I numeri ci fanno apprezzare di più la vita perché attraverso di essi si possono comprendere messaggi occulti, come il numero del biglietto di un viaggio o il tavolo del ristorante dove si è seduti.

Secondo la numerologia esiste un piano divino e invisibile per ciascuno di noi, che ci orienta verso il nostro destino unico e personale, perché il libero arbitrio ci permette di arrivare a destinazione attraverso strade diverse. La casualità nella numerologia non esiste, tutto ha un senso e un significato se contestualizzato in un dato momento, e se un numero viene interpretato correttamente.

La numerologia si fa risalire alla Cina del 5000 a.C. dei taoisti, ma quella usata oggi risale alla classe dirigente babilonese dei Caldei nel 3500 a.C., che erano localizzati in Mesopotamia, più precisamente nell'Arabia Orientale che adesso è il sud Iran. I Caldei erano dei veri e propri sacerdoti specializzati in tutte le arti divinatorie, il loro nome significa “conoscitore delle stelle”. Questa conoscenza arrivò in Egitto e poi anche a noi grazie a Pitagora, che noi conosciamo come matematico ma in verità era un vero e proprio mistico e pare che Kut Humi sia stato una sua reincarnazione. Pitagora è stato in Egitto, Babilonia e India. In patria, a Crotone, ha creato la scuola Sodalizio Pitagorico. Secondo Pitagora tutto in natura è legato alla matematica e quindi ai numeri, che secondo lui erano la lingua di Dio, degli archetipi, per descrivere la realtà. I numeri hanno una polarità quindi tutti hanno sia un aspetto negativo che positivo, proprio come la polarità taoista, yin e yang.

Pitagora è stato il primo musicoterapeuta non a caso, perché i numeri hanno un significato simbolico ma anche fonetico che ci influenza. La numerologia si appoggia anche alla ghematria, dove ogni lettera dell’alfabeto corrisponde a un numero. Per Jung i numeri sono “simboli archetipi dell’ordine fattosi cosciente”. I numeri contengono la nostra missione di vita, infatti l’oracolo di Delfi dice “conosci te stesso” proprio per poter diventare ciò che sei destinato ad essere. La parola simbolo deriva da symbollum che vuol dire mettere insieme, unire, quindi riunirsi con qualcosa che normalmente ci è precluso, in questo caso Dio. I numeri fanno da tramite tra realtà conscia e inconscia, tra realtà fenomenica e spirituale.

Detto tutto questo vediamo come si può riconoscere uno degli innumerevoli numeri che vivono in noi, forse il più importante, che ci indica la nostra finalità in questa determinata esistenza, ed è il numero del destino. Esso si ottiene sommando il giorno di nascita, poi il mese e poi le singole cifre dell’anno di nascita, esempio: 17/11/1982 (17+11+1+9+8+2=48). Trovato il numero bisogna ridurlo a una singola cifra (perciò 48=4+8=12=1+2=3), questo indica la direzione che la nostra vita prenderà e spetterà a noi se dargli la direzione in ascesa o in discesa visto che ogni numero contiene le due polarità positivo/negativo. In alcune scuole di numerologia si prende in considerazione anche il numero intero (in questo caso 48) considerando la sua unità finale (3) ma ricordandosi l’origine da cui proviene la singola cifra. Finita questa breve introduzione vediamo l’origine di tutti i numeri: lo zero.

Il concetto di zero è nato dai babilonesi nel 3000 a.C. e rappresentava lo spazio vuoto. Poi gli Indù l’hanno scelto per rappresentare l’assenza tra due concetti o elementi. Altra immagine è l’Uroboro, il serpente che si mangia la coda. Quindi la ciclicità, tutto nasce dal nulla e tutto torna nel nulla. La parola zero deriva dal veneziano zevero che a sua volta deriva dal latino zephirum (vento di ponente) e proviene dalla mitologia greca. Mentre in arabo deriva da sefr (vuoto) e secondo questa cultura il sefr è l’origine delle cifre e dei numeri in generale.

Lo zero simbolicamente parlando amplifica o disperde, se davanti a una cifra (40) amplifica il potere di quella cifra e concede protezione divina mentre se precede (101) disperde. In entrambi i casi si richiede impegno perché in un caso si è meno aiutati ma chi è aiutato è costretto a rigare dritto oppure verrà consumato dalla sua stessa energia. Preso da solo può essere preso come valore nullo. Nel prossimo articolo si vedranno i numeri 1, 2 e 3.