Ogni volta che sentiamo pronunciare o leggiamo il cognome Guggenheim qualcosa si accende nella testa. Chiunque, anche i meno esperti, associano questo importante e affascinante nome di famiglia a due figure, un edificio e una persona. Stiamo parlando del Solomon R. Guggenheim Museum di New York e alla nota figura di Peggy Guggenheim, una delle più importanti collezioniste d’arte contemporanea dello scorso secolo.

Ma chi sono i Guggenheim? Chi ha fondato lo spettacolare museo, realizzato dall’architetto Frank Lloyd Wright, situato sulla 1071 Fifth Avenue della Grande Mela? Ma soprattutto: come mai il nome di Peggy Guggenheim è legato indissolubilmente con l’Italia?

Le origini della famiglia

La famiglia Guggenheim era originaria di Lengnau, piccola cittadina del cantone di Argovia, nel nord della Svizzera tedesca. Patriarca della casata era Meyer Guggenheim (1828-1905) ebreo di discendenza aschenazita che emigrò negli Stati Uniti nel 1847 a Filadelfia, nello stato della Pennsylvania. Iniziò la sua carriera oltreoceano come venditore ambulante di miscele per il caffè e successivamente si occupò di manutenzione di stufe. Nel 1880 Meyer costruì la sua grande fortuna avviando un business nel settore manifatturiero e nelle importazioni. La svolta avvenne però nel 1891 quando il capostipite della famiglia divenne milionario grazie al grande profitto tratto dal mercato dell’estrazione dei metalli. L’aiuto del figlio Daniel (1856-1930) fu di essenziale importanza e i due aprirono miniere d’argento e piombo in Colorado, e fecero inoltre costruire una linea ferroviaria attraverso l’Alaska per sfruttare il rame proveniente dal monte Kennecott. La società Guggenheim divenne leader mondiale nel campo delle estrazioni di leghe metalliche a seguito dell’apertura di altri giacimenti in Cile, Sud America.

I fratelli Solomon e Benjamin Guggenheim

Altre figure rilevanti della famiglia di origina elvetica furono altri due figli di Meyer: Solomon e Benjamin. Solomon R. Guggenheim (1861-1949), il più grande dei due, abbandonò le attività imprenditoriali famigliari al termine del primo conflitto mondiale per dedicarsi a tempo pieno al collezionismo d’arte. Si specializzò in arte moderna e contemporanea, iniziando a raccogliere opere di artisti d’avanguardia come Vassily Kandinsky, Paul Klee e Marc Chagall. Nel 1937 fondò la Solomon R. Guggenheim Foundation aiutato dalla giovane artista e studiosa tedesca Hilla Rebay (1890-1967).

Risale al 1943 lo splendido progetto dell’architetto Frank Lloyd Wright realizzato a New York che è riuscito nell’impresa di creare un edifico dalle forme magiche che è entrato di diritto nell’immaginario comune come uno dei principali capolavori d’architettura contemporanea. Sfortunatamente Solomon Guggnheim, che dedicò tantissimo tempo e passione alla sua attività di collezionista e filantropia, non vide mai il museo, poiché venne ultimato e aprì i battenti al grande pubblico solamente il 21 ottobre del 1959.

La figura di Benjamin “Ben” Guggenheim (1865-1912) è passata alla storia in quanto padre di Peggy Guggenheim, che verrà illustrata successivamente, e per la sua tragica morte. Egli era il quinto figlio di Meyer e fratello minore di Solomon. Seppur non ebbe mai una parte attiva nel business famigliare ereditò comunque una cospicua fortuna alla morte del padre e nel 1894 sposò Florette Seligman (1870-1937), figlia del noto banchiere newyorkese James Seligman (1824-1916). Noto per essere un inguaribile dongiovanni fu un marito e padre assente che viveva tra New York e Parigi dove aveva aperto una ditta di ascensori. Nel 1912 decise di tornare negli Stati Uniti e si imbarcò, insieme all’amante francese, sull’RMS Titanic da Cherbourg, la seconda fermata del colossale transatlantico britannico. Benjamin morì nel tragico naufragio il 15 aprile 1912 nelle acque dell’Oceano Atlantico a largo delle coste dell’isola canadese di Terranova insieme ad altri 1500 passeggeri. Fu proprio in quella drammatica notte che il rampollo della famiglia Guggenheim pronunciò la frase, riportata anche nella famosa pellicola hollywoodiana, che lo fece entrare nella storia: “Ho indossato l'abito migliore e sono pronto ad andare a fondo da gentiluomo”. E così fu, poiché il suo corpo non venne mai ritrovato dai soccorsi.

Peggy Guggenheim

Ultimo noto membro famigliare della casata Guggenheim fu Marguerite “Peggy” Guggenheim (1898-1979), secondogenita di Benjamin. A differenza del padre Peggy non godé appieno delle fortune famigliari e nemmeno del supporto del padre e dell’abbiente zio Solomon. A vent’anni lavorò presso la Sunwise Turn, una libreria di New York e parallelamente cominciò a frequentare numerosi circoli e salotti intellettuali della città. In questi ambienti conosce il suo futuro marito, lo squattrinato artista dadaista Laurence Vail (1891-1968), che la porterà in Francia, a Parigi, città dove si sposeranno nel 1922. Dal matrimonio nasceranno i suoi unici figli Sindbad e Pegeen. Quest’ultima condivise la passione artistica della made e divenne una talentuosa artista naif. Grazie al marito la giovane Peggy entrò in contatto con l’ambiente bohémien della capitale francese. Durante gli anni ‘20 Parigi era il centro artistico più ricco del mondo e non fu difficile per Peggy fare conoscenza con alcuni dei maggiori artisti delle avanguardie europee come il pittore e fotografo dadaista Man Ray, lo scultore rumeno Constantin Brancusi e il francese Marcel Duchamp. Nel 1928 divorziò dal marito e andò a vivere con i figli tra la Francia e Saint-Tropez e Inghilterra dove si stabilì nel 1938. Ebbe una breve relazione amorosa con lo scrittore britannico John Holms. A Londra, lo stesso anno, organizza la sua prima mostra d’arte presso la galleria Guggenheim Jeune che inaugura con una personale di Jean Cocteau e successivamente con una rassegna di opere di artisti ancora sconosciuti, ma destinati a diventare giganti della storia dell’arte, come il russo Vassily Kandinsky e il francese Yves Tanguy.

Il collezionismo di Peggy e lo scoppio della guerra

Tra il 1939 e il 1940, l’inizio dello scoppio della Seconda guerra mondiale, Peggy inizia ad acquistare quelle opere che andranno a formare il nucleo fondante della sua straordinaria collezione. Sfruttando anche la disperazione degli artisti, spesso di origine ebrea, bisognosi di denaro per fuggire verso il continente americano riuscì ad ottenere un grande numero di opere a prezzi convenienti. La primissima opera acquistata dalla collezionista fu Testa e conchiglia (1933 circa) dello scultore francese Jean Arp, ancora oggi presente presso la Collezione Peggy Guggenheim di Venezia. Nel 1941 è costretta alla fuga dal Regno Unito a causa delle continue minacce di invasione da parte dei nazisti. Insieme ai figli, all’ex marito e all’artista Max Ernst, decide di tornare a New York. Lo stesso anno si sposa proprio con il surrealista tedesco che aveva aiutato a scappare all’avanzare delle truppe tedesche. Alcune delle più famose mostre organizzate nella città americana vennero allestite, a partire dal 1942, presso la galleria Art of this Century. In questi spazi vennero esibite le opere di due artisti ancora sconosciuti: Jackson Pollock e Mark Rothko, futuri maestri della nuovissima corrente Espressionismo astratto, il primo movimento artistico di rilievo della nazione a stelle e strisce.

Il trasferimento a Venezia

A seguito della rottura con il secondo marito Peggy chiude la sua galleria a New York e si trasferisce nel 1947, poco dopo la fine della guerra, a Venezia. Nella città lagunare espone la propria collezione alla Biennale di Venezia del 1948, invitata dal Padiglione greco, facendo scoprire per la prima volta all’Europa l’Espressionismo astratto. Lo stesso anno acquista Palazzo Venier dei Leoni su Canal Grande, poco distante dalla basilica di Santa Maria della Salute. In questo meraviglioso palazzo, risalente all’XVIII secolo, Peggy concepisce la sua casa museo, inizialmente aperta al pubblico ma solo in alcuni giorni dei mesi estivi.

Oltre ad essere una grande collezionista, Peggy, fu anche un’importante mecenate che sostenne artisti italiani come Edmondo Bacci e Tancredi Parmeggiani. Nel 1962 Peggy Guggenheim viene insignita della cittadinanza onoraria della città di Venezia e nel 1970 decide di donare l’intero palazzo con la sua collezione alla Solomon R. Guggenheim Foundation che aveva fondato lo zio nel 1937. La Collezione Peggy Guggenheim di Venezia diventò così uno dei più importanti musei sull'arte europea e americana della prima metà del XX secolo, un punto di riferimento per tutti coloro che vogliono ammirare opere che vanno dal Cubismo al Surrealismo e all'Espressionismo. Peggy Guggenheim, colei che difese l’arte del suo tempo, morì all’età di 81 anni il 23 dicembre del 1979. Le sue ceneri, e quelle dei suoi amati cagnolini, riposano da allora nel giardino del Palazzo Venier dei Leoni.