È indubbiamente un appuntamento da non perdere quello in corso presso Pirelli HangarBicocca. Le navate della struttura accolgono la mostra Ambienti/Environments, ovvero gli straordinari spazi ambientali di Lucio Fontana (1899, Rosario, Argentina - 1968, Varese, Italia). Una mostra inedita dalla forte valenza storica poiché invita lo spettatore a scoprire e ricostruire il valore estetico e formale di lavori sperimentali che, se pur realizzati tra il 1949 e il 1968, sono tutt’oggi contemporanei.

La rassegna espositiva, a cura della storica dell’arte Marina Pugliese, della restauratrice Barbara Ferriani e del Direttore Artistico di Pirelli HangarBicocca Vicente Todolí, in collaborazione con la Fondazione Lucio Fontana, è suddivisa in nove ambienti e due interventi ambientali, creati da Fontana per istituzioni e musei italiani e internazionali, tra cui il Walker Art Center di Minneapolis nel 1966 e lo Stedelijk Museum di Amsterdam nel 1967.

Lucio Fontana, personaggio di spicco e assolutamente determinante nella storia dell’arte del ‘900, per quasi vent’anni della sua carriera artistica, ha portato avanti lo studio e la produzione degli Ambienti spaziali, stanze, corridoi o labirinti percorribili, purtroppo quasi sempre distrutti alla fine delle esposizioni, costituiti da materiali all’avanguardia per l’epoca, come vernici fluorescenti, luci al neon e luci di Wood, creando inoltre elementi strutturali, come pavimenti instabili o a pianta ondulata, che collocano il visitatore al centro dell’installazione.

Il percorso espositivo è strutturato cronologicamente in diverse stanze indipendenti e isolate, dove all’interno sono stati ricostruiti gli ambienti. La rassegna inizia con la Struttura al Neon del 1951, opera realizzata da Fontana come apparato decorativo per la IX Triennale di Milano. Si tratta di un arabesco, un grande neon fluorescente di circa cento metri, appeso all’ingresso, il quale introduce l’iter che seguirà il pubblico. In successione sono presentati i vari ambienti. Il primo è Ambiente spaziale a luce nera (1948-1949), proposto per la prima volta presso la Galleria del Naviglio a Milano nel 1949, costituito da una stanza illuminata dalla luce di Wood con una scultura astratta dipinta con colori fluorescenti appesa al centro. Seguendo un percorso suggestivo e immersivo si giunge all’ultimo ambiente - realizzato per Documenta nel 1968, anno della scomparsa dell’artista - Ambiente spaziale in Documenta 4, a Kassel.

Oltre alla ceramica, gesso, cemento e vernice, Lucio Fontana durante la sua carriera si è contraddistinto per la sua sperimentazione, adottando sia vari materiali sia nuovi media. È andato oltre, osando, sconfinando e introducendo la terza dimensione nella tela. Ha portato avanti la sua ricerca sullo/nello spazio, relazionandosi con l’ambiente e con l’architettura stessa, dando così vita a opere decisamente radicali e innovative.