Per Fiab Ciclobby ho organizzato, con l’assistenza tecnica di Ferula Viaggi di Matera, una pedalata nel Salento. Alcuni di noi (eravamo un bel gruppetto) sono arrivati da Milano a Bari in aereo e poi a Lecce in treno. Altri, come me, hanno preferito arrivare da Milano in treno per portare le proprie biciclette che abbiamo sistemato, non smontate, in un posto cuccetta appositamente prenotato. Non è un stato modo ortodosso: le biciclette, nei treni a lunga percorrenza, devono essere smontate e poste in una sacca .

Poi da Lecce siamo andati alla scoperta del Salento in bicicletta. E che scoperta! Il sole, il mare, il vento: è la natura la prima cosa che colpisce pedalando in questo lembo di terra sospeso tra due mari. Ben presto si scoprono le città e i paesi dell'entroterra, gioielli di quello stile unico che è il barocco leccese, che recano le tracce dei Messapi e della Grecia salentina e che conservano, nella lingua, nei canti e nelle feste, l'antica cultura della Magna Grecia. La nostra pedalata, che ha preso avvio da Lecce dove si è anche conclusa, ha raggiunto Gallipoli, Santa Maria di Leuca e Otranto con un percorso a tratti lungo la costa e nella campagna, tra olivi secolari, masserie abbandonate, dolmen, menhir, pietre ciclopiche e cittadine dai ricchi e importanti palazzi.

Il primo giorno, fatta una nuotata nelle marine leccesi, con gli amici Fiab di Lecce abbiamo visitato, naturalmente in bicicletta, la città, che è contraddistinta dal barocco, riscontrabile in tutte le sue costruzioni monumentali. Lo stile è caratterizzato da una particolare ricchezza ed esuberanza nelle decorazioni. L’estro pratico e la creatività dei mastri scalpellini leccesi hanno trovato facile applicazione grazie all’utilizzo di un materiale particolare, la pietra leccese, o marmo povero. Ci siamo soffermati ad ammirare l’Anfiteatro, la Basilica di Santa Croce, Piazza Duomo, Piazza Sant’Oronzo, il Castello.

Il secondo giorno, dopo aver gustato la puccia (pane locale farcito di salumi o verdure) e il pasticciotto (pasta deliziosa), abbiamo iniziato a pedalare per raggiungere la costa jonica attraversando la penisola salentina, con tappa a Porto Cesareo, che offre lunghe e spaziose spiagge sorvegliate da torri di avvistamento, e arrivare a Gallipoli, il cui centro storico è costruito su un’isola di origine calcarea e collegata alla terraferma tramite un ponte ad archi.

Il terzo giorno abbiamo raggiunto Santa Maria di Leuca, la “punta del tacco”, costeggiando le bianche e sabbiose spiagge della costa jonica. In alcuni tratti, dopo Ugento, ci è sembrato di essere in un’altra parte del mondo. Qui anche i lidi prendono nomi esotici come Bora Bora o Maldive. Santa Maria di Leuca, per la sua bella e luminosa posizione, era conosciuta sin dall’antichità: i naviganti greci provenienti dall’Oriente le diedero il nome Leukos, "illuminata dal sole". Sul promontorio che domina la cittadina si trovano un altissimo faro e la Basilica di Santa Maria de Finibus Terrae, località di culto cristiano che sorge sui resti di un antico luogo di culto dedicato a Minerva. Oltre c’è solo il Mediterraneo.

Il quarto giorno da Santa Maria di Leuca siamo risaliti verso nord lungo la costa Adriatica, completamente diversa da quella Jonica, perché ricca di calette e insenature: il Ciolo, una profonda gravina che da Gagliano del Capo giunge in mare formando una piccola caletta di ciottoli, Santa Cesarea Terme, la Grotta della Zinzulusa e la splendida caletta di Porto Badisco, e abbiamo raggiunto, seguendo il percorso costiero sotto un'incessante e non calda pioggia, Otranto. Otranto - antica Hydruntum, prima colonia magno-greca poi municipium romano - suggestivo centro con le mura, il castello aragonese e il misterioso mosaico (il più grande del mondo) nella Cattedrale romanica, ha da sempre costituito un ponte naturale tra Oriente e Occidente, un crocevia di popoli, un coacervo di culture.

Il quinto giorno, a pochi chilometri da Otranto abbiamo visitato, nei pressi di Monte Sant’Angelo, una cava di bauxite, luogo magico e suggestivo con un laghetto verde smeraldo . Abbiamo poi raggiunto i Laghi Alimini, lagune di acque dolci comunicanti con il mare, davanti alle quali si estendono le omonime spiagge, tra le più amate di tutta la Puglia, e la Baia dei Turchi, con piccole cale sabbiose che anticamente fungevano da approdo, dove abbiamo approfittato per fare l’ultimo bagno, per poi proseguire e rientrare a Lecce, meta finale del nostro viaggio.

Siamo ripartiti carichi di belle immagini, di colori, di sapori e di profumi. Il Salento è una terra adagiata tra due mari, ricca di uliveti e gratificata da una clima e un sole che favoriscono la vegetazione tipica della macchia mediterranea: un miscuglio di rosmarino, salvia, maggiorana, aglio, peperoncino, capperi, menta e timo, i cui profumi, che chi viaggia in bicicletta percepisce bene, e il cui sapore si ritrovano nei piatti tipici come la pasta e ceci, nel Salento chiamata “ciciri e tria”, le cime di rape stufate “rapacaule 'nfucate", e nel pesce fresco, accompagnati dal vino Primitivo o Negromaro.

Ho voglia di ripartire, chi viene con me? Naturalmente in bici…

Per maggiori informazioni:
Fiab Ciclobby www.ciclobby.it
Ferula Viaggi di Matera www.ferulaviaggi.it
Fiab di Lecce http://www.cicloamicilecce.org/